Capitolo Trentotto

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I problemi sorsero dopo che mi svegliai, perché tutta l'ansia e le paure che non sentivo mentre dormivo vennero a galla quando mi svegliai, scesi a fare colazione con gli altri e nessuno notò che ero completamente terrorizzato, nessuno a parte Ithuriel che cercava di confortarmi senza dare nell'occhio per non allarmare gli altri.

Finito di fare colazione salì in camera mia per prepararmi anche se era ancora presto e il sole non era ancora sorto, feci fatica a mettermi l'armatura perché continuavo a tramare come una foglia ma alla fine ce la feci.

Arrivò Ithuriel e mi disse <<Sei riuscito a metterti l'armatura? Sono colpito.>> io riuscì a ridere per tre secondi.

<<Solo tu puoi farmi ridere quando sono terrorizzato.>> Ithuriel mi passò un elmo e un mantello come i miei solo che l'elmo aveva in alto la cresta di colore bianco come il mantello della stessa tonalità delle ali degli angeli invece che rosso come erano i miei.

<<Le sorelle di Ophanos hanno voluto fare un elmo e un mantello con dei colori unici per simboleggiare l'impresa da parte tua di riunire gli angeli.>>

<<Che pensiero carino dovrò ringraziarla.>> lui sorrise e io non capendo il perché glielo chiesi <<Perché ridi?>>

<<Per quello che hai detto come se fossi sicuro che la rivedrai.>>

<<Mi è scappato.>>

<<No va bene è un piccolo segno di ottimismo.>>

<<Ottimismo o no, è l'ora.>> mi infilai l'elmo, presi una spada normale, un paio di pugnali che infilai negli stivali, la mia spada Mortale e scesi.

I miei amici, mio zio e Nimue erano già giù ad aspettarmi e dissero tutti <<Sei bellissimo.>>

<<Grazie ma ragazzi per rispetto degli altri popoli oggi sono principe Raziel, non mi piace questa cosa ma...>>

<<Principe Raziel è tuo diritto essere chiamato così.>> disse mio zio.

<<Bene, l'esercito è schierato?>>

<<Si certo stiamo aspettando gli altri.>> mi rispose.

Uscimmo e vidi il mio esercito schierato e il mio amico equino Brannon che fece la festa quando mi vide, io lo accarezzai affettuosamente e poi ci salì in groppa e aspettai i nostri alleati.

Sulla Terra quando qualcuno arriva puntuale si dice che quella persona è puntuale come un orologio svizzero non so il motivo di tale detto ma i nostri alleati furono puntuali come degli orologi svizzeri perché all'alba arrivarono tutti quanti.

Appena atterrati andai a salutare i capi dei vari popoli: le due generali erano fianco a fianco con le loro armature tipiche ma con il mantello e la cresta dell'elmo bianco come tutti gli altri, Altair, Bayek e Alexios erano li che parlavano tra di loro, io alzai leggermente la voce così da poter farmi sentire da tutti.

<<Okay Angeli, oggi è il giorno in cui combatteremo per riprenderci il nostro mondo, oggi non ci ritireremo o vinceremo o moriremo combattendo.>> ci fu un esplosione di urla poi montai su Brannon e guidai l'avanzata degli angeli verso Alicante.

Il viaggio non fu corto e durante il tragitto potei pensare alle peggio cose che sarebbero potute accadere quel giorno e mi scioccai di quante ne avevo pensate, tanto che non riuscì più a pensarci.

Senza che me ne resi conto arrivammo alla base della collina prima di Alicante, guardai Alicante da dove fossimo e non si riuscivano a vedere le guardie che presiedevano le mura e immaginai che neanche loro avrebbero potuto vedere noi.

Smontai da cavallo e gli dissi <<Okay Brannon rimani qui con le Ippolita e Andromeda, quando partiranno loro vienimi a cercare intesi?>> Brannon nitrii e fece di si con la testa, poi rivolgendomi agli Angeli dissi <<Coloro che devono attaccare dall'alto qui vicino a me per le ultime raccomandazioni.>> arrivarono trenta Angeli e a capo di loro c'era Gabriel.

<<Bello rivederla comandante Gabriel.>>

<<Principe Raziel è un onore potervi rincontrare.>> disse lui inchinandosi.

<<Il piacere è mio, ma tornando a noi, la vostra è la missione più importante perché se voi fallirete non potremmo arrivare alle mura perciò vi chiedo velocità, agilità di uccidere velocemente e impedite che suonino l'allarme. Uccisi gli arcieri nelle mura dovete aprire le porte così da permetterci di entrare, capito?>>

<<Si mio Principe.>> urlarono tutti in coro, feci un cenno con la mano e si alzarono in volo, riuscì a vederli finché non scomparirono tra le nubi molto in alto.

Dopo molti minuti vidi un fascio di luce provenire dalle mura e mio zio avvicinandosi disse <<Hanno ucciso tutti gli arcieri sulle mura a sud.>>

<<AVANZARE>> tutto l'esercito a parte Dominazioni e Virtù avanzò alla volta di Alicante, tutti noi impugnavamo una spada e uno scudo che tenevamo alzati.

Mentre eravamo quasi a metà strada notai con la coda dell'occhio che da est stavano arrivando delle frecce e urlai immediatamente <<TESTUGGINE.>> ci riunimmo in blocchi che impedivano tramite gli scudi di essere colpiti dalle frecce e inoltre ci permetteva di avanzare anche velocemente.

Mancavano pochi secondi ad arrivare alle porte di Alicante e ancora erano chiuse, stavo per rallentare la marcia quando vidi le porte spalancarsi e dietro comparvero due Angeli, allora stretti forte la spada Mortale e invocai l'aiuto delle Virtù e delle Dominazioni.

Entrammo ad Alicante quando l'allarme aveva appena finito di suonare ma comunque i nostri nemici non avevano avuto ancora il tempo di organizzarsi infatti se ne vedevano poche centinaia correrci incontro.

Io cercai di fare dei calcoli veloci e dissi quando ormai il nostro esercito era entrato del tutto <<Alcuni di voi svelti andate verso le prigioni prima che organizzino l'esercito, il resto con me non voglio che se ne salvi nemmeno uno.>> all'incirca un migliaio di Angeli si precipitarono verso le prigioni e mentre noi ci dirigevamo verso il palazzo che ancora era molto lontano, arrivarono dall'alto le nostre alleate con il mio fedele Brannon che mi atterrò di fianco.

Senza pensarci due volte ci salì in groppa e mi unì alle Guerriere e cominciò il bagno di sangue dei demoni e degli angeli caduti, nonostante non si fossero ancora organizzati decentemente ne arrivavano a centinai ma anche noi eravamo molti e riuscivamo a tenerli testa e ad avere molte meno perdite rispetto loro.

Noi Angeli dall'alto avevamo un vantaggio sui demoni perché non essendo organizzati pochi erano in volo e quasi tutti si preoccupavano dei nemici a terra e non potevano gestire anche quelli in aria così tra i colpi di zoccolo di cavallo in testa e gli attacchi con le spade dall'alto diciamo che stavamo vincendo, comunque anche quelli a terra non se la stavano cavando male anzi molto bene.

Ad una certa un demone che forse era il loro comandante ordinò di arretrare e di affrontarci più indietro e ubbidendo agli ordini ci fu il loro arretramento, io alzai la mano per fermare i miei e tutti sia che fossero a terra o in aria si fermarono.

<<Principe non li inseguiamo?>> mi chiese Eddriel.

<<Non lo so più essere una trappola, Alicante doveva aveva molti più demoni di quanti ne avevamo visti in tutti i luoghi che abbiamo liberato ma qui noi ne abbiamo affrontato forse un quarto.>>

<<Ma se aspettiamo gli daremo il tempo di organizzarsi.>> disse un angelo tra i guerrieri.

<<Okay allora avanti ma fate attenzione.>> gli corremmo dietro e ci ritrovammo in un'apertura che poteva essere grande come dieci campi di calcio e con più demoni e angeli caduti che avessi mai visto.

Io li guardai a cavallo del mio fido destriero e urlai <<Nessun prigioniero, li voglio tutti morti.>> ci avventammo su di loro prima che potessero avventarsi su di noi.

L'ultimo eredeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora