Capitolo Dieci

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<<Come va?>> mi chiese prima di cominciare e io non riuscì a lasciar scappare una risata.

<<Sei la prima che dall'inizio di questa storia me lo chiede, sono contento che qualcosa non sia cambiato.>>

<<Cosa intendi dire?>> chiese dubbiosa.

<<La tua estrema gentilezza non l'hai persa, da quando tutto questo è entrato nella mia vita mi sembra che tutti voi siate persone diverse.>>

<<Siamo solo tornati a essere degli angeli che hanno un comportamento diverso rispetto agli umani.>>

<<Mi sembra che ci sia dell'altro ma non so dirti cosa.>>

<<Forse lo so io, quando eravamo umani tu eri nostro amico e noi i tuoi, adesso tu sei l'erede legittimo e noi dobbiamo trattarti come un reale.>>

<<Ecco cos'era si è creato una specie di muro.>>

<<Chiamalo come vuoi ma siamo sempre tuoi amici e adesso alleniamoci.>>

L'allenamento con Laylah non rispecchiava in nessun modo il suo modo di essere gentile anzi mi resi conto perché Michael e lei stessero insieme, avevano una furia quando si allenavano che era allucinante.

Lui all'inizio mi odiava per quello che aveva mio fratello a tutta la comunità angelica ma che io sappia nessuno gli aveva fatto qualcosa per cui doveva aggredirmi con così tanta foga.

All'inizio pensavo che un allenamento con pugnali o daghe sarebbe stato facile, o almeno non avrei dovuto usare molta energia ma mi sbagliavo e come se mi sbagliavo.

Appena presi in mano le daghe mi accorsi quanto potevano fare male delle lame così corte, intanto lei mi disse di tenerli al contrario ovvero la lama verso di me per aver maggior abilità con quell'arma.

Mentre ci allenavamo lei roteava con due daghe e mi faceva tanti di quei tagli e io per la prima volta non riuscivo né a difendere né ad attaccare, ero in preda dell'aggressività di Laylah e quando non ne potei più usai le mie ali per creare uno scudo.

Pensai che lei mie ali si sarebbero disintegrate ma invece non sentì dolore, l'unica cosa si sentiva era le lame delle daghe che sbatteva contro altro acciaio ma c'erano solo le mie ali.

Mi misi in posizione di attacco e poi spalancai le ali e nel suo momento di perplessità mi avvicinai e gli misi una daga alla gola e l'altra dietro.

<<Credo che abbiamo finito.>>

<<No io credo che tu sia troppo sicuro>> con il braccio destro riuscì a togliere la mia daga dalla sua gola e me lo bloccò sotto il suo mentre per quanto riguarda il braccio che reggeva la daga dietro di lei be lo prese e mi lanciò per terra.

<<Ottima mossa solo se il tuo avversario è uno e se sei sicuro di volerlo uccidere altrimenti trova altri modi.>> mi disse aiutandomi ad alzarmi,

<<Grazie me ne ricorderò.>> poi ricominciò a combattere come una furia ma questa volta non mi spaventai "cercai" di difendermi da ogni attacco e di rispondere non ci riuscivo molto ma oramai con l'attacco in tutti partivo male ma la mia difesa cresceva di intensità.

Una volta che riuscivo a parare i suoi colpi cominciai a cercare di rispondere non era facile perché la lama era corta e anche la distanza tra di noi era minore rispetto che con Michael o Jophiel ma lei era abituata a combattere a quelle distanze.

Non mi accorsi che scese la sera finché Laylah mi disse <<Okay per oggi basta, andiamo a fare una doccia e ci vediamo alle otto per la cena.>>

<<Non ce la facevo più.>>

<<Lo sapevo, ma ti assicuro che facendo una doccia ti rilasserai molto>> disse lei sghignazzando.

<<Okay grazie ma credo che l'avrei fatta lo stesso, mi devo togliere il sudore di dosso.>> e me ne andai in camera mia, mi spogliai e mi misi in doccia e lascia che l'acqua scorse su di me e una volta finito di lavarmi mi sentii un po' meglio, esausto si ma un po' meglio.

Uscì dal bagno e mi vestì con i vestiti che c'erano a disposizione nel mio armadio e appena l'aprì a momenti piansi perché era tutto nero e io adoro il nero.

Presi un paio di jeans neri strappati, una maglietta nera, un cardigan lungo quasi fino alle ginocchia e un paio di scarpe nere inoltre mi rilegai i capelli in una coda che stava crescendo e andai in salotto dove tutti i miei amici mi stavano aspettando e c'era anche Ithuriel che sembrava che non fosse la persona che era seduta lì a pranzo.

Scesi le scale e tutti mi guardarono io chiesi <<Be cosa c'è?>>

<<Surreale per un angelo vestirsi di nero quando ha il suo tempo libero.>> mi disse Ithuriel.

<<Il nero è il mio colore preferito>> dissi io ridendo, mi sedetti a pranzo come capotavola e mi accorsi che i miei amici erano vestiti come se non fosse mai successo niente e che quella fosse solo una cena tra amici, Michael per me non aveva stile, Jophiel era sempre bellissima, Arariel aveva lasciato la femminilità non si sa dove, Israfiel era con felpa e pantaloni della tuta, Ariel e Laylah erano due ragazze normali mentre Ithuriel avevano una camicia aperta con sotto una maglietta bianca e dei jeans.

In quella cena sembravamo veramente persone normali e per un momento mi mancò molto la mia vita ma poi ricordai che adesso era quella la mia vita.

Passammo la cena in modo stupendo credo che fosse la migliore che ebbi nella mia vita, quando fu quasi finita chiesi <<Posso chiedervi una cosa?>> e tutti si voltarono verso di me contemporaneamente e poi io mi ricordai che essendo un principe rispondevano a tutto quello che chiedevo <<Potremmo rifarlo una volta a palazzo?>>, dopo delle mie parole ci fu una caduta di bocca alla quale non potei rimanere serio e scoppiai a ridere in una risata fragorosa, quando mi ripresi chiesi <<Ho chiesto qualcosa che non avrei dovuto.>>

<<Non molte ore fa mi dissi che non avresti mai voluto questa vita tanto meno la corona.>> disse stranito Ithuriel.

<<Si è vero l'ho detto.>>

<<E allora cos'è cambiato?>> mi chiese Jophiel.

<<Io sono cambiato, una ragazza molto saggia mi disse che voi eravate gli stessi ed era vero.>> guardai Laylah e mi sorrise poi ripresi il discorso <<Voi vi siete messi tra gli umani per me e una volta che io finalmente sono entrato nel vostro mondo non ho cambiato il mio modo di vedere le cose, avevo ancora la mentalità umana che non è sbagliata ma è solo riduttiva, da umano non mi sarei mai aspettato di dover un giorno governare un regno e quando mi avete detto che c'era un regno che era mio di diritto rimasi con la mentalità umana che non potevo governarlo. Ma allenandomi e stando con voi ho cominciato ad apprezzare tutto quanto ma sposerò chi dico io quando lo dico io e come Re posso farlo.>>

<<Come dissi io il mare è pieno di pesci e...>> iniziò a dire Arariel.

<<Si lo sappiamo come va a finire.>> la interruppi prima di fare figuracce.

<<Ma io no.>> disse Ithuriel.

<<Credimi tu non vuoi saperlo e tu non fiatare.>> guardai Arariel con lo sguardo più serio e minaccioso che riuscissi a fare in quel momento di risata ma fallì e ridemmo tutti come cretini tutti tranne Ithuriel che aveva una faccia di uno che non capiva cosa stessimo dicendo.

Visto che non mi risposero lo feci notare <<Non mi avete detto di sì o di no.>> <<Certo che lo rifaremo ma ci dovremmo mettere d'accordo, una volta che tu sarai a palazzo ci saranno più Arcangeli e non è detto che tutti potremmo lo stesso giorno>> mi fece notare Israfiel.

<<Per caso io conosco chi dovrebbe fare i turni delle guardie non sia mai che mi farebbe un piacere.>>

<<Credo che si possa fare.>> disse Ithuriel.

<<Splendido.>>

Augurai buona notte a tutti e andai a letto, arrivato a letto mi cambiai e appena mi sdraiai crollai immediatamente.

L'ultimo eredeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora