Capitolo Trentanove

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I nemici aspettandosi il nostro attacco si misero sulla difensiva alzando gli scudi e ci fecero sbattere contro, ma non c'è nessuna barricata nemica che non possa essere superata in volo purtroppo i nostri nemici se l'erano studiata bene perché noi che eravamo in aria fummo attaccati da nemici anch'essi in volo impedendoci di aiutare i nostri amici a terra.

Nonostante la nostra grinta nell'uccidere non si faceva in tempo ad ucciderne uno che già ne arrivavano altri cinque, più ne morivano e più ne comparivano senza sosta.

Un tremore e il mio cuore si bloccò, vidi della polvere che si sollevava poco distante da noi segno che un gruppo di persone si stava avvicinando molto velocemente <<Alle spalle.>> metà fazione si voltò e ci preparammo all'attacco e intanto pensai che fosse la fine perché non riuscivamo ad avanzare e per di più stavano arrivando i rinforzi per i nostri nemici.

Il cuore mi batteva molto forte ma non sarei morto senza combattere, ci preparammo all'assalto ma i colori bianchi sui soldati mi fece respirare, non erano nemici ma coloro che erano andati a liberare i prigionieri allora urlai <<Soldati le doppie armi.>> il fui il primo seguito dagli altri che passavamo senza interrompere la loro marcia le armi in più che avevamo, poi girammo alle loro spalle e ci unimmo alla loro carica.

Visto il nostro numero che era più che raddoppiato i nemici non riuscirono a trattenere la barricata e riuscimmo a sfondare le linee nemiche e iniziò un nuovo massacro ma non furono i membri dell'esercito a darmi nell'occhio ma mi impressionò la ferocia e l'aggressività degli angeli liberi, erano qualcosa di allucinante perché un nemico capitato nella loro strada non sarebbe stato riconosciuto neanche da sua madre.

All'improvviso sentì un rumore di ali dietro di me e per poco non decapitai Ithuriel. <<Sei impazzito a venirmi di nascosto alle spalle avrei potuto ucciderti.>>

<<Guarda avanti a te.>> feci come mi disse e vidi il palazzo reale, lo stesso palazzo dovei i miei genitori regnarono fino alla loro morte che era stata dovuta ad un certo capo dei demoni.

<<Asmodeo si è rifugiato a palazzo giusto?>>

<<Si e da quello che so non ci sono molti soldati con lui.>>

<<Riunisci i nostri amici assalteremo il palazzo ma lascia mio zio e Nimue qui l'esercito ha bisogno di loro.>>

<<Si signore.>> io ancora a cavallo di Brannon aspettai l'arrivo dei miei amici e per ammazzare il tempo uccisi un po' di demoni.

Quando arrivarono i miei amici aggirammo lo scontro, ancora molto combattuto per quanto i demoni cominciarono ad accusare dei bei colpi dagli angeli, e ci dirigemmo a palazzo.

Poco prima di atterrare seccai le due guardie che presiedevano l'entrata e chiesi agli altri di farmi strada, li seguì per un labirinto di porte, corridoi e scale e alla fine arrivammo davanti alla sala del trono che io aprì con un calcio tanto per fare un po' di scena.

Quando entrai vidi cinque guardie e Asmodeo che si riconosceva perché aveva delle corna molto più grandi degli altri demoni e poi era un po' più alto e grosso.

Lui mi guardò e disse <<Credevo di stare sognando, sei identico a tuo padre ma hai gli occhi di tua madre lo sai Erede?>>

<<Se pensi che ti risparmierò solo perché mi stai facendo dei complimenti ti sbagli Asmodeo.>>

<<Perché dovresti risparmiarmi non ho ancora perso.>>

<<Se ne sei convinto, siamo più di voi e anche se dovessi morire c'è un esercito appena fuori dal palazzo che non fallirà con te.>> alla mia notizia cercò di rimanere composto anche se il suo colorito rossastro divenne leggermente più chiaro.

Dopo qualche minuto di silenzio disse <<Uccidetelo e portatemi la sua testa.>> e i cinque demoni mi piombarono addosso, i miei amici si misero in posizione.

<<Me ne occupo io>> dissi io, parai il colpo di uno di loro e poi lo taglia a metà, poi feci una ruota e atterrai sulle spalle di un altro demone e cominciai a colpirgli la testa con l'elsa della spada finché non si aprì il cranio.

Gli altri tre fecero qualcosa di intelligente anche se inutile perché decisero di attaccarmi insieme per cercare di portare la pelle a casa ma fu tutto inutile perché presi uno di loro e lo lanciai addosso ad un altro mentre impalavo quello rimanente con la sua stessa lancia.

I demoni si rialzarono e scapparono ma io presi i miei pugnali che avevo negli stivali e glieli lanciai mirando alle gole e li freddai senza che si resero conto cosa li avesse colpiti.

Mi voltai verso Asmodeo che intanto aveva afferrato la sua ascia e ora la teneva all'altezza delle spalle, io sfoderai la spada Mortale e attaccai dall'alto, Asmodeo parò con la sua ascia e fece in modo che la mia spada si incastrasse con la sua arma e mi lanciò addosso al trono ma io usai i piedi per atterrare nello schienale e darmi una spinta e attaccare con ancora più forza di prima e questa volta quando lui tentò di parare il colpo esso però si rivelò un po' troppo forte per lui e infatti indietreggiò e mi diede la possibilità di attaccarlo con fendenti senza alcuna pietà.

Lui cercò alla bene e meglio di pararsi nonostante fosse in squilibrio perché aveva un piede su un gradino e l'altro più giù perciò colpi con la spada la gamba che reggeva tutto il peso e lui crollo in ginocchio.

<<Razza di bastardo>> io mi misi dietro di lui vicino alla gamba ferita e gliela mozzai di netto con un solo colpo, poi camminai verso i demoni uccisi dai pugnali e li estrassi.

Nel frattempo Asmodeo aveva fatto uscire le ali e aveva intenzione di scappare dalla vetrata dietro al trono ma io che avevo intuito quello che voleva fare gli lanciai contro il mio raggio che lo accecò momentaneamente e in preda alla cecità si appoggiò al muro e io gli lanciai contro le ali i miei pugnali in modo tale da impedirgli la fuga.

Mi riempì di tutti gli insulti che mai avessi sentito ma anche di nuovi <<Non hai il coraggio di affrontarmi faccia a faccia.>>

<<In realtà l'ho fatto ma tu stavi cercando di scappare perciò dovevo trovare un modo per fermarti e devo dire che con le ali bloccate e senza una gamba sei meno inquietante forse...>> senza dire cose avessi in mente gli mozzai la testa e mi ripresi i pugnali dopo di che mi aprì la vetrate ed uscì fuori in balcone.

Uscì fuori e alzando la testa di Asmodeo dissi <<Angeli GIOITE.>> tutti gli angeli mi guardarono e urlarono di gioia mentre i nostri nemici si inginocchiavano arresi.

L'ultimo eredeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora