☀️• Chapter I •☀️

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Kageyama pov's.
Era un giorno come un altro, mi svegliai alle 06:15 del mattino con il suono della sveglia che continuava a rimbombare in casa mia così cercai subito di spegnerla facedola cadere a terra e imprecando sottovoce.
Così socchiusi gli occhi e li stropicciai cercando di abituarmi al bagliore delle prime luci provenienti dalla finestra di camera mia.
Sbadigliai e guardai il soffitto per alcuni minuti pensando agli impegni che avrei dovuto affrontare oggi.
"Sono stanco di queste routine, non mi diverte per niente" pensai annoiato e provai pian piano ad alzarmi.
Mi misi le pantofole e aprendo la porta nera della mia stanza mi diressi  in cucina per preparare del riso al vapore e Tsukemono.
"Un amante del tradizionale" Direte voi. Non è così, avevo solo voglia di buon cibo per una volta, invece di mangiare i soliti insaccati, a pranzo si sarebbe tornati alla normalità tranquilli.
Finii di preparare la mia colazione e mangiai per poi dirigermi in bagno per una doccia rilassante.
Mi fermai davanti lo specchio scrutando per bene il mio corpo e notai di avere qualche chilo di troppo rispetto a qualche anno prima, ormai non mi allenavo più da mesi e avevo iniziato ad abbandonarmi al cibo, non avevo nemmeno fatto domanda per il club di pallavolo al Karasuno perché dicevano che il loro alzatore titolare Sugawara Kōshi era una presenza importante nella squadra e io odiavo stare in panchina dopo quella mia ultima esperienza alle medie.
Inoltre mi sarebbe piaciuto portare quella squadra ai tempi in cui era un colosso, ma da solo non avrei mai potuto farcela e in tutta sincerità nessuno sarebbe mai stato bravo quanto me.
"Io non sono un re egocentrico. Non posso farmene una colpa del fatto che non riescono a schiacciare le mie alzate. È lo schiacciatore che deve andar dietro all'alzata, non il contrario. Le mie alzate sono perfette."pensavo pavoneggiandomi, ma in realtà mi stavo prendendo in giro da solo, così smisi di fissarmi allo specchio e andai in bagno aprendo l'acqua calda per poi spogliarmi e mettermi sotto il flusso.
*un paio d'ore dopo*
Arrivai a scuola con gli auricolari nelle orecchie ignorando tutte le persone che provavano a rivolgermi la parola, presi un succo dalla macchinetta e mi diressi in classe passando tutte le ore a pensare a tutt'altro che alle lezioni.
Ad un certo punto, durante l'intervallo notai un ragazzo dai capelli arancioni scombinati fuori nel cortile che palleggiava al muro e si prese in faccia con la palla.
"Che nanerottolo" pensai ridacchiando tra me e me non notando che la finestra era aperta e qualcuno mi aveva sentito ridacchiare.
Arrossii e cercai di non farmi notare più di quanto avevo già fatto, quando ad un certo punto il sole che irradiava le mie iridi azzurre fu offuscato da un'ombra possente.
Alzai lo sguardo e un ragazzo dai capelli neri e gli occhi castani mi guardò dicendo: "Tu sei Tobio Kageyama giusto?"
Lo fissai negli occhi togliendomi un auricolare e prendendo coraggio risposi "si, hai bisogno di qualcosa?".
"Sono Daichi Suwamura, capitano della squadra di pallavolo del Karasuno. Ho visto le tue vecchie partite, ti andrebbe di..." mi disse ma io lo interruppi alzando il tono "no, grazie.".
Il ragazzo di nome Daichi mi mise una mano sulla spalla "Scusami, volevo solo che tu provassi ad allenarti con noi. Pensaci e noi ti aspetteremo in palestra domani alle 14:15 subito dopo scuola, se non verrai capiremo." Disse e ne andò prima che io potessi controbattere.
"Domani alle 14:15 eh... mhh.. non lo so. Non credo siano essenziali per vincere." Pensai e tornai a guardare quel ragazzo che palleggiava al muro cercando di capire il motivo per cui si stesse allenando, data la sua altezza.
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La giornata scolastica finì e io mi incamminai verso casa fermandomi al parco dove scorsi di nuovo il cespuglio arancione di capelli che correva senza sosta, quando si girò verso di me e i nostri sguardi si incrociarono.
Marrone. Un marrone giallo che in quel momento non riuscii a descrivere. Un viso angelico dalla carnagione chiara rigato da delle goccioline di sudore e poi... un sorriso, perfetto oserei dire. Era qualcosa di unico, che non avevo mai visto. Avrei voluto che il tempo di fermasse.
Abbassai lo sguardo e scossi la testa mi ero fermato troppo a guardarlo forse, non sapevo nè il suo nome nè tantomeno la sua età, probabilmente era un ragazzino delle scuole medie venuto al Karasuno con qualche Senpai.
"È così piccolo e innocente.." pensai quando lo vidi entrare al parco e giocare con i bambini che gli saltavano addosso contenti.
Mi incamminai verso il parco e lo vidi con un vaso in mano, mi stava fissando.

«il ragazzo che ero.» Kagehina Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora