Kageyama's Pov.
Guardai Shoyo, era veramente in forma oggi e lo si poteva notare sin dal primo sguardo, era pronto a schiacciare con tutta la forza che aveva in quel minuscolo corpicino talentuoso e agile.
Oggi quei capelli arancioni folti sembravano essere ancora più morbidi del solito, avrei voluto averli fra le dita per poterli accarezzare, i suoi occhi erano vivi, scintillanti di felicità e voglia di mettersi in gioco.
Insomma oggi era fantastico più del solito e mi faceva sentire bene soltanto con la sua presenza in quella palestra.
Io invece non stavo del tutto bene, avevo la temperatura alta, ero pallido e avevo gli occhi lucidi, ma avevo bisogno di allenarmi, sentivo come la necessità di fare delle alzate a Hinata, di vedere il suo sorriso e di sapere che stava bene. Avevo ancora quella voce melodiosa e misteriosa della sera prima in testa che mi riscaldava il cuore ma purtroppo avevo anche impressa a fuoco la scena del sogno che sicuramente mi avrebbe tenuto in costante guardia nei suoi confronti per poterlo proteggere per un bel po' di tempo.
Per la prima volta avevo veramente paura di perdere qualcuno che conoscevo da pochissimo, ma non credo di poter dire che mi sarei sacrificato per lui, perché per quanto ci tenessi, per me quel legame era strettamente connesso alla pallavolo, ed era una semplicissima Amicizia, ma con la A maiuscola. Per la prima volta c'era qualcuno che riusciva a stare al mio passo e non troppo indietro, o troppo avanti, ma esattamente accanto a me e non avrei mai permesso a nessuno di rovinare questo fantastico legame. Per mia estrema sfortuna però non ero molto bravo a fare amicizia con le persone, ero estremamente permaloso, avevo paura di essere profondamente deluso dalle persone a cui volevo bene e le mie aspettative erano sempre troppo alte.
"Kageyama... tutto ok?" Sentii una voce chiamarmi e tornai in me notando che Hinata era troppo vicino a me e mi stava guardando, istintivamente arrossii e risposi con "stupido di un gamberetto, io sto benissimo" per nascondere il fatto che non stessi molto bene.
Lui mi fissò negli occhi e notandoli lucidi mi disse "Tobio sicuro di stare bene, a me sembra che tu stia un po' trascurando la tua salute" mi mise una mano sul petto facendomi arrossire violentemente e si avvicinò pericolosamente a me arrivando a qualche centimetro dal mio viso, mi fece mordere le labbra immaginando il loro contatto con quelle di Shoyo per un bacio, anche soltanto un bacio innocente, leggero e spensierato.
"Sto bene" sussurrai rimanendo incastrato nel suo sguardo, ero inerme, desideroso di un contatto fisico , sarà forse stata la temperatura che non era scesa di una tacca o chissà cosa, ma non riuscivo a pensare ad altro che alle sue labbra sulle mie, o ancor meglio di noi due sotto le stesse coperte, ad abbracciarci accarezzandoci a vicenda e baciandoci, ma seppi subito che ciò era perfettamente impossibile.
Ad un certo punto sentii le sue mani sulle mie guance, stava cercando di farmi arrivare alla sua altezza, lo assecondai un po' spaventato dalla possibile motivazione di quella reazione.
"Vuole baciarmi?" Pensai in preda al panico, non sapendo se avrei voluto tuffarmi immediatamente sulle sue labbra rovinando magari un'amicizia fantastica, aspettare che lui finisse quello che aveva iniziato oppure far finta di niente.
Gli guardai le labbra e aspettai che lui facesse quello che voleva fare, senza provare a muovermi di un millimetro.Hinata's Pov.
Quando guardai Tobio notai che non stava per niente bene, stava sudando e ancora non aveva fatto nulla di che, solo qualche palleggio al muro.
Quindi mi avvicinai a lui chiamandolo, ma non mi rispondeva, tutt'un tratto mi rispose dicendomi "stupido di un gamberetto, io sto benissimo", ma si vedeva palesemente che non era così, la sua voce traballava, non era sicura come al solito, mi avvicinai sempre di più e guardandolo negli occhi vidi che li aveva lucidi e cominciai seriamente a preoccuparmi.
Lo feci abbassare fino alla mia altezza mettendogli le mani sulle guance e lo guardai meglio negli occhi.
"Questi fottutissimi occhi azzurri prima o poi mi faranno perdere, solo che oggi sembrano tutt'altro che in forma" pensai cercando di non mostrare troppa eccitazione nell'essere così vicino a Tobio.
Mi avvicinai a lui di più, lo vidi diventare rosso e pensai che ci fosse qualcosa di strano perché non l'avevo mai visto arrossire così tanto per una piccola attenzione.
"C-cosa stai facendo Shoyo...? Perché sei così vicino..." Lo sentii balbettare con una voce che mi fece venire i brividi lungo la schiena, mi guardò le labbra e poi gli occhi. Le mie guance presero fuoco quando lo sguardo ardente di Kageyama si posò sulle mie labbra e sentii i pantaloncini del completo farsi sempre più stretti,in quel momento capii una cosa "io non potevo essere eterosessuale."
"Cosa mi sta succedendo..? E soprattutto, cosa gli sta succedendo?" Pensai preoccupandomi parecchio per le sue condizioni, più che della mia erezione abbastanza visibile dovuta al suo comportamento estremamente eccitante.
"Tobio.. io non sto facendo niente, stai male, si vede.." sussurrai e le sue labbra si avvicinarono pericolosamente alle mie fin quando non sentii il suo fiato caldo su di esse e la voglia di premerle contro le mie mi travolse.
Cercai di calmarmi e di non cedere al suo irresistibile fascino, mi allontanai un po' e posai le labbra sulla tempia, lasciandogli un bacio leggero e delicato.
"Kageyama stai scottando, hai la febbre. Torna a casa." dissi con la voce ancora tremante per l'eccitazione di un momento prima, lui mi guardò dritto negli occhi, fece un passo avanti, mi mise con le spalle verso la rete bloccandomi, si avvicino alle mie labbra e mi disse "tu moccioso, non osare mai più illudermi in questo modo. Tu con i tuoi capelli morbidi e quei cazzo di occhi stupendi devi starmi alla larga." Mi diede un bacio terribilmente vicino alle labbra e con gli occhi infuocati fece qualche giro di riscaldamento attorno al campo lasciandomi lì a cercare di metabolizzare e capire quello che era appena successo.
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«il ragazzo che ero.» Kagehina
خيال (فانتازيا)Penso che la gente cambi tutti i giorni, anche se per cambiare profondamente serve qualcosa, qualcosa che cambia il modo di pensare e a volte anche il modo di esprimersi. Occasionalmente questo "qualcosa" diventa più simile ad un "qualcuno" o talvol...