☀️• Chapter XII •☀️

979 59 51
                                    

Kegeyama's Pov.

Sorrisi leggendo quel dolce bigliettino. Shoyo mi aveva colto di sorpresa, ed ero rimasto inerme alla sua dolcezza.

Lo presi per i fianchi avvicinandolo a me per abbracciarlo, lui poggiò la testa sul mio petto, mi strinse forte e io feci un sorriso a trentadue denti profondamente intenerito da tutto l'amore che in quel momento c'era nell'aria.

Il mio cuore aveva cominciato a battere forte, d'un tratto Shoyo si allontanò da me, mi prese per mano e cominciò a camminare guardandosi in torno come se stesse cercando qualcosa. Passammo vicino a delle azalee, delle rose, dei rododendri e un sacco di altre piante in fiore già parecchio affascinanti in se, così mi fermai ad ammirare un tipo di fiore azzurro che mi sembrava di aver già visto da qualche parte, ma in quel momento non ricordai dove, forse l'avevo praticamente rimosso o forse in quel momento non volevo proprio ricordarlo.

"mi fermerei a disegnare questi fiori uno per uno, sono tutti così belli e sembra che dietro ognuno di essi ci sia una storia bella quanto importante" dissi a bassa voce per non spezzare la quiete che c'era in quel luogo quasi surreale, era troppo perfetto per essere vero.

"non c'è bisogno che disegni se hai il telefono e puoi fotografarli" rispose Shoyo ridendo.

"disegno le cose perchè così ne riconosco ogni singolo tratto che magari guardando una foto ti sfugge. Sin da bambino amavo disegnare tutto, non mi andava proprio di fotografare la realtà attorno a me perchè la disegnavo adattandola al mio mondo, ma forse questo tu non puoi capirlo" dissi rivolgendogli un sorriso malinconico quando lui disse "anche a me piace disegnare, non disegnerò bene come te, però disegno a modo mio... diciamo che attribuisco ad un disegno l'anima di una persona o semplicemente quello che la persona in questione mi fa provare" così lo guardai negli occhi ridacchiando e mi avvicinai prendendolo per i fianchi.

"e io cosa ti faccio provare gamberetto?" ridacchiai accarezzandogli la guancia, ma lui ignorò la domanda, mi prese per mano e continuò a camminare fin quando non arrivammo sotto un albero di Sakura, uno spettacolo fantastico da vedere per l'Hanami, ovvero la festa in cui si assiste alla fioritura del ciliegio, che sarebbe stata da lì a poco, coincidendo con l'inizio della primavera.

Mi venne in mente una frase che sentivo dire da mia madre in occasione della festività e quindi la sussurrai.

"Cadono..." e stranamente Shoyo mi seguì non appena sentì la prima parola.

"Cadono fiori di ciliegio
sugli specchi d'acqua della risaia:
stelle, al chiarore di una notte senza luna."

-Yosa Buson

"Come la conosci?" Sussurrai guardando Shoyo e lui sorridendo mi rispose con un "ho trovato questa frase scritta su uno dei quadri che hai in corridoio e mi è piaciuta parecchio" abbassai lo sguardo "ah... li hai guardati" dissi un pò arrabbiato, mi venne i mente il ritratto di Hikaru in fondo al corridoio, non sapevo se l'avesse visto, ma non osavo chiederglielo. Non volevo vedere i suoi occhi intristirsi e soprattutto non era ancora il momento per raccontargli tutta la mia storia con lei. Non ero decisamente pronto a dirgli tutto.

Alzai lo sguardo al cielo, sospirando, era tardi e stava facendo buio, mancava poco al tramonto, ma non avevo voglia di tornare a casa, così mi sedetti sotto l'albero continuando a guardare il cielo e lui fece lo stesso affiancandomi. Mi prese la mano.

"Tobio che hai nell'ultimo periodo? Sai che a me puoi dirlo, non me la prendo" sussurrò lui stringendomi la mano e poggiando la testa sulla mia spalla. Cosa avevo in quel periodo? In che senso? Avevo qualcosa in quel periodo? Non lo sapevo, o quantomeno non me ne ero accorto.

«il ragazzo che ero.» Kagehina Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora