☀️• Chapter VIII •☀️

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Hinata's Pov.

In quel momento avrei voluto sprofondare, era troppo vicino a me e credo di poter dire fermamente che non volesse fermarsi solo ai baci. Le mie guance erano sicuramente rosse, non so se era dovuto al calore che si stava creando attorno a noi o alla mia stupida timidezza, ma sentivo che per la prima volta mi stavo sentendo bene con qualcuno  senza voler scappare dalle mie emozioni.

Mise le mani sull'estremità della mia maglietta facendomi sussultare, io cercai di abbandonarmi alla delicatezza delle sue mani su di me, ma non ci riuscii molto purtroppo. Non ero abituato a delle mani così forti, anche se estremamente delicate, sul mio corpo.

Così mi morsi le labbra sentendo il dolce contatto delle sue mani fredde dilagarsi per tutto il mio corpo provocandomi un brivido d'eccitazione, era la prima volta in assoluto che provavo quelle emozioni con un ragazzo, mi faceva sentire sicuramente molto meglio di quella volta che una ragazza aveva provato a sedurmi per arrivare a fare... beh... avete capito cosa intendo.

Ma vi racconto meglio.

Anni fa mio padre ricevette una lettera dal suo capo, avrebbe dovuto trasferirsi lontano dal Giappone per un pò e concludere degli affari con un'azienda edile, così feci un viaggio in Italia con la mia famiglia per vedere più o meno dove sarebbe andato a vivere mio padre.

L'Italia guardandola da fuori sembra un fantastico paese pieno di cultura dove tutti vorrebbero vivere, con degli abitanti calorosi, tralasciando ovviamente il "pizza, pasta e mandolino" che ormai è diventata una meme universale. Anche se devo dire che la pizza che fanno loro è veramente buonissima rispetto alle repliche che fanno in Giappone, forse è un pò pesante perché è spessa, ma è veramente buona.

Una volta arrivati in Italia, prendemmo una camera d'hotel dove restammo per qualche settimana, ci innamorammo del posto così tanto che i miei genitori decisero di trasferire tutta la famiglia, purtroppo però in italia ci sono dei sistemi parecchio lenti rispetto a quelli del Giappone, quindi la nostra permanenza si prolungò e io dovetti cominciare la scuola lì, esattamente negli anni corrispondenti alla loro scuola secondaria di primo grado, o più comunemente "scuola media", quei tre anni in Italia hanno segnato parecchio il mio carattere e la mia crescita personale, perché essendo nato e cresciuto in Giappone non riuscii bene ad adattarmi alla loro lingua avendo passato i precedenti undici anni a parlare giapponese, questo fu infatti uno dei motivi per cui fui preso di mira dai miei compagni di classe, ma passando gli anni riuscii ad adattarmi abbastanza bene. A casa si parlava giapponese e a scuola parlavo italiano, certo, avevo un accento parecchio strano, ma credo sia normale, anche se non pensavo che questa cosa potesse farmi stare così tanto male. Con il tempo mi integrai abbastanza bene e trovai una fidanzata, lei era bella, aveva i capelli biondi e gli occhi verdi, ma non era nulla bella quanto lo era Tobio, lui è proprio l'emblema della bellezza ai miei occhi.

Insomma, tralasciando il mio amore incondizionato per Tobio che a quanto pare era parecchio grande questa ragazza si chiama Marta, era innamorata persa di me, o per meglio dire, del mio accento Giapponese e del mio amore nel confronto di alcuni paesaggi italiani fantastici che a quanto pare le "piacevano" parecchio. Lei è una ragazza che si veste in maniera parecchio provocante, insomma  una di quelle ragazze che ti ritrovi la sera in discoteca, quelle a cui non puoi resistere perché eccitanti anche solo nel modo di parlare.

Ecco, lei a me non faceva questo effetto, non riuscivo proprio a vederla in quel modo, piuttosto avrei preferito pensare a lei come una bambina dolce, da proteggere, ma lei non voleva essere trattata come "la mia bambina", ma bensì come una donna.

Un giorno, dopo un'uscita, ci ritrovammo da soli in camera sua e lei provò a provocarmi, ma nel  momento in cui le mani di Tobio stavano accarezzando la mia pelle da sotto la maglietta, a distanza di anni da quel "contatto" con Marta, capii che lei non l'avevo mai amata, che Tobio mi faceva provare quello che forse era il vero amore e la vera voglia di appartenere ad una persona anche fisicamente.

«il ragazzo che ero.» Kagehina Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora