Non importa

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Oggi una  tediosa malinconia aleggiava nel cuore di Peter che in una fredda e ventosa giornata invernale decise di non voler preparare il pranzo per conto suo ma bensì di uscire e scambiare le poche monete che erano avanzate nella sua tasca per qualsiasi cosa avesse potuto soddisfare il suo sciatto palato. Peter ha sempre prediletto ristornati e mense in cui il cibo e solitamente già pronto così permettendosi di  impiegare il tempo che altrimenti userebbe per sbucciare patate a pensare come è solito fare. Questo metodico risparmio di tempo gli ha permesso di accrescere in lui una grande superbia che di solito lo fa uscire soddisfatto dai dibattiti che ha con qualsiasi stolto che si metta tra lui e la sua verità che si impegna di mostrare ogni qual volta si parli di organizzazione su vari ed eventuali argomenti che passano sotto mano . Mise il cappotto viola di cui andava molto fiero e si diresse verso il primo locale che gli si presentò davanti. In quel periodo nella grigia città di Torino come nel resto d'italia era comparsa una epidemia che aveva creato un gran sgomento tra i suoi cittadini. In pochi passeggiavano per le strade . Tutti o quasi tutti preferivano rimanere dentro casa , come se i muri potessero impedire al virus di entrare , non accorgendosi che se avesse voluto farlo ci sarebbe comunque riuscito. Di questo Peter ne era ben conscio poche cose lo spaventavano , un semplice virus non avrebbe potuto costringerlo a preparare il pranzo quel giorno . Entrando nel locale si accorse che una persona al suo interno portava portava una mascherina. 
"Un altro stupido muro " penso Peter che si mise in fila 
Era  un uomo deciso, in poco tempo scelse cosa voleva mangiare e ordinò, con un metodo matematico e qualitativo in cui la cosa che costava meno sarebbe stata per lui , la cosa più buona . Mentre attendeva in fila si accorse degli altri clienti che discutevano di organizzazione al tempo del virus. Esponevano tutti la loro opinione e cosa avrebbero fatto se per qualche sfortunato motivo uno di loro avesse avuto la posizione politica necessaria  per occuparsi di decisioni del genere.  Peter in quel momento penso come sempre è solito fare in questi momenti di unirsi al discorso e di dire la sua anche se nessuno ne aveva bisogno . Iniziò a parlare con la persona che in quel momento sembrava più disponibile ad avere una conversazione con lui. Impiegò una notevole parte del tempo che avrebbe altrimenti utilizzato a pensare, a convincere il suo interlocutore della scarsa pericolosità del microbo in questione e che per nessun motivo a detta sua si sarebbe dovuto creare un clima di terrore nell'opinione pubblica. Peter sapeva che erano sue opinioni che dopo tutto contavano poco , ma ben sapeva che aveva iniziato quella conversazione solamente per sfoggiare l'uso della sua retorica che tanto lo appagava. Il suo interlocutore, uomo anche lui fu da subito molto colpito , ad ogni frase conclusa sorrideva verso Peter che con grande ardore portava avanti la sua tesi. Quei sorrisi piacevano a Peter erano il contentino di cui proprio aveva bisogno per superare la giornata , non ne poteva fare a meno , come altre cose di cui Peter si innamorava , un nido d'uccello su un albero morente  o anche un semplice quadro appeso nella stanza della sua amante che, pur non avendo studiato arte ammirava con grande passione.  Porto avanti la sua tesi per il tempo che credeva necessario o forse, per il tempo di cui aveva bisogno e vide che l'uomo ad un certo punto si avvicinò a lui e disse 
"Mi puoi pagare il pranzo non ho soldi con me"
Quella richiesta fece sussultare Peter che per educazione annuì immediatamente prestando in buona fede il denaro di cui l'uomo avesse bisogno. Peter era turbato da ciò che era appena accaduto , si rese conto che tutto il suo impegno per portare avanti una delle tante tesi, di cui informava le persone che avevano a che fare con lui era diventato completamente evanescente come se non potesse essere ricordato , come se tutte le sue parole non avessero provocato nulla nel suo interlocutore che probabilmente era lì soltanto per fame e che forse, anche lui mentre sorrideva , annuendo , alle affermazioni portate avanti da Peter con gran fervore sulla pericolosità del virus in realtà era come tutti gli altri spaventato dalle voci che giravano sulla epidemia di quel tempo. Peter temeva questo più di ogni altra cosa . Una cosa che non succedeva mai o che forse era sempre successa ma di cui , lui fino a quel giorno non se ne era mai accorto . Peter decise una volta finito il pasto, che era il momento di decidere sé fino a quel punto tutte le tesi che per passione o per noia  aveva enunciato davanti ai suoi interlocutori avevano avuto un qualche tipo di riscontro nella realtà . Il pensiero che non fosse riuscito a cambiare niente con le sue parole  di quel mondo che conosceva, anche in minima parte,  lo spaventava e per questo non riuscì subito a prendere una decisione . La superbia che fino a quel punto  lo aveva accompagnato anche durante l'esplicazione delle sue tesi cessava di esistere . Non seppe cosa fare e andò nel panico , se quella era forse la verità,  Peter non sarebbe mai riuscito ad accettarlo ma egli voleva una risposta,  finì di mangiare e andò via . Una volta tornato nella sua dimora si mise al letto . Notò che i muri bianchi  di casa sua che fino a quel tempo non aveva degnato di alcun interesse, avevano ora suscitato in lui una sorta di tepore interiore, gli avevano trasmesso per la prima volta un senso di sicurezza che mai aveva provato prima . Gli piacque a tal punto da decidere che la domanda che si era posto con sgomento  pochi minuti prima nel locale ,  non aveva più motivo di ricevere una  risposta . 

Le conseguenze dei pensieriWhere stories live. Discover now