CAPITOLO 4 - FEBBRE

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CAPITOLO 4 - FEBBRE

Il principe camminava veloce e prepotente nel corridoio della Capsule Corporation, giungendo nel salotto aprendo la porta con un calcio.«Donna!? I comandi della mia gravity room danno problemi» urlò Vegeta rabbioso buttandosi l'asciugamano sulle spalle sudate.Nessuna risposta.Con fare minaccioso si avvicinò alla cucina varcandone la soglia ancor più adirato, spaventando la povera Bunny intenta a mettere del ghiaccio in una borsa termica.«Dov'è l'altra donna?» domandò freddo.«Intendi Bulma, caro? E' di sopra in camera sua. Il dottore la sta visitando» rispose la signora con fare preoccupato, portandosi poi una mano sulla bocca. Vegeta inarcò un sopracciglio perplesso.«Il dottore?»«Non è stata bene, povera cara. Penso che abbia preso freddo...»Senza dare il tempo alla donna di aggiungere altro Vegeta si diresse volando verso il piano superiore, varcando la camera allestita ad infermeria nella quale poco più di una settimana prima era stato curato, affiancandosi al padre della ragazza seduto su una poltroncina in attesa del responso del medico. Bulma era distesa sul lettino intenta a farsi visitare, aveva l'aria stanca e spossata. Ci vollero parecchi minuti prima che il dottore diede la pessima notizia che la ragazza aveva preso la broncopolmonite e che se la febbre non si fosse abbassata entro due giorni con gli antibiotici avrebbero dovuto ricoverarla in ospedale.
Vegeta, ricordandosi di come ella lo aveva accudito durante la convalescenza, decise di restare nell'infermeria a riposarsi e tentare di meditare accanto alla donna fino al suo risveglio.«Vegeta?! Coff-coff... che ci fai qui? Coff-coff» tossì lei portandosi una mano davanti alla bocca. Dannazione, odiava farsi vedere in quello stato pietoso! Chissà come era conciata! Probabilmente aveva delle occhiaie da far paura. E i capelli! Argh! Che smacco.«Oh, era uno dei rari momenti in cui stavi zitta, non potevo perdermelo» rispose acidamente il sayan rivolgendole uno sguardo severo.«Ha-ha, sempre gentile vedo» lo schernì lei alzando gli occhi al cielo, non avendo però le forze di rispondere altro. La gola le bruciava da morire e si sentiva come se una mietitrebbiatrice le stesse passando sul lobo frontale.«Tsk! Come sei fragile, donna terrestre. E' bastato un semplice temporale per ridurti in questo stato pietoso» constatò il principe facendo schioccare la lingua con sprezzo. Gli era capitato poche volte di avere la febbre, e di certo non era stato per un po' di freddo! Per le infezioni, sì, o qualche cibo non esattamente commestibile racimolato su pianeti dalle scarse risorse. «Mi spiace, non sono -coff- una scimmiona come te, le mie difese immunitarie sono molto più deboli delle tue!» bisbigliò la donna visibilmente provata dalla febbre alta, togliendosi la borsa del ghiaccio dalla fronte infreddolita.«Non sprecare energie per blaterare - come tuo solito - e riprenditi, piuttosto. Ah, e quando sei zitta sei molto simpatica!» commentò Vegeta, rivolgendole poi un mezzo sorriso.
Un sorriso.
Il suo viso non assumeva quasi mai quella posa, forse ridicola, forse gentile. Gentile, proprio come quella donna l'aveva definito.Bulma ridacchiò alla battuta del principe, sperando che fosse realmente solo uno scherzo. Con un leggero colpo di tosse si tirò le coperte fino al mento chiudendo gli occhi nel tentativo di riposare. •••Un brivido di freddo colse di sorpresa il saiyan, intento a correre nervosamente per le strade del centro; i negozi avrebbero chiuso in pochi minuti. Avrebbe dovuto sbrigarsi, altrimenti non avrebbe fatto in tempo a comprare ciò che gli serviva.
Ma quel piccolo brivido salito lungo la schiena gli ricordò ciò che accadde dopo...
•••Vegeta le rivolse uno sguardo, iniziando poi a squadrarla come due sere prima. Era splendida quando dormiva, sembrava quasi un angelo. Gli doleva ammetterlo a se stesso, ma non aveva visto nulla del genere in tutte le galassie da lui esplorate. Persino le donne saiyan non erano all'altezza dei suoi particolari. Quel colore di capelli bizzarro, ad esempio, o quel suo modo ostinato di parlare e confrontarsi nonostante non possedesse alcuna forza fisica.
A discapito della calma apparente con la quale stava riposando, il principe si accorse che piccoli brividi stavano facendo tremare l'azzurra, probabilmente dovuti alla febbre. Senza pensarci due volte il saiyan si avvicinò al lettino, senza fare rumore. La vicinanza con la ragazza creava in lui un forte senso di agitazione, cosa gli stava succedendo?!Perché voleva fare del bene ad un'altra persona? L'ultima volta che aveva fatto qualcosa di realmente buono... beh, non se lo ricordava bene. Era molto piccolo, e c'entrava qualcosa sua madre. Ma non volle ricordare, non in quel momento.
Si concentrò meglio sui brividi ed il sudore freddo sulla fronte della donna."Assurdo" pensò Vegeta portandosi una mano in fronte, combattuto sul da farsi. Si guardò intorno accertandosi che nessuno lo stesse spiando, maledicendosi però nella propria lingua natia. Suo padre il Re dei saiyan, probabilmente, si stava rivoltando nella tomba che non aveva.
"Ma sì, tanto non ho niente da perderci"Con un leggero tremore, il principe aprì le mani vicino al corpo della ragazza, emanando da esse due piccole e luminose sfere di energia per riscaldare il corpo infreddolito dell'azzurra, la quale smise subito di tremare. Un piccolo sorriso increspò le labbra di Bulma rendendola ancora più bella. «Lo faccio solo perché mi servi, devi ripararmi la gravity room!» sussurrò impercettibilmente Vegeta sperando che la donna non aprisse gli occhi. Se l'avesse fatto, infatti, lo sguardo del sayan avrebbe tradito l'affermazione appena pronunciata.Uno sguardo diverso dal solito, meno corrucciato. Uno sguardo gentile. Uno sguardo affettuoso, uno di quegli sguardi che il principe non aveva mai assunto in vita sua.M Bulma non stava dormendo. Non stava sognando, o almeno così sperava. Vegeta era lì, al suo fianco.
La stava riscaldando, ma di certo il bel principe non poteva immaginare di quanto le stesse riscaldando il cuore.La febbre di Bulma si abbassò leggermente il giorno successivo, facendo sperare in un netto miglioramento. Il sayan passava la giornata ad allenarsi nella palestra della grande casa, fermandosi ogni tanto per controllare la situazione dell'azzurra. Quando quest'ultima dormiva, infatti, Vegeta si recava di nascosto nella stanza dell'infermeria, osservandola sognare. Quel pomeriggio il suo sguardo si posò rapido sul libro con la copertina fiorata, domandandosi cosa contenesse di tanto interessante. Senza farsi vedere lo prese tra le mani, tastandone prima la copertina e poi aprendolo sulla pagina del segnalibro. Non era facile per lui, leggere quei caratteri. Aveva imparato la lingua comune di quella galassia durante i suoi spostamenti - era simile a tante altre -, ma non aveva mai avuto grandi occasioni per apprenderla in forma scritta. Una frase sottolineata con un tratto di matita catturò l'attenzione del saiyan, il quale iniziò a studiarne le sillabe lentamente. Si impegnò profondamente per riuscire a leggere e, tra vari tentativi ed errori, riuscì a comprenderne del tutto il significato."Ciò che distingue il debole dal forte non è la durezza d'animo, ma la capacità mostrare i sentimenti senza vergognarsene"Con le mani tremanti e gli occhi socchiusi il principe chiuse il libro appoggiandolo nuovamente al comodino, avvicinandosi alla donna dai capelli turchini di soppiatto. Dormiva, era assopita e tranquilla.
Stupenda, leggera, dolce. Le sue labbra dello stesso colore delle fragole sembravano morbide ed invitanti. Perché provava quell'attrazione? Perché quella nuova sensazione? La gravità attorno a lui sembrava essersi dissolta, tutto il mondo circostante era sparito. Il principe avvicinò il viso a quello della donna fino a che solo pochi millimetri separarono le loro labbra. Era vicino, troppo vicino. Ancora pochi secondi e tutto sarebbe cambiato, tutto. E no, non avrebbe potuto permetterselo. "Non essere sciocco" pensò Vegeta sollevandosi immediatamente arrossendo in viso "questa cosa non dovrà mai accadere, mai".

Prince's memories || ᴠᴇɢᴇʙᴜʟ ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora