CAPITOLO 5 - MI STAI EVITANDO?
Bulma si riprese completamente nel giro di pochi giorni grazie agli antibiotici e, per la gioia di tutti i familiari, era ritornata in forma più che mai alle sue abitudini.
Aveva persino riparato la gravity room di Vegeta il quale, però, stava facendo tutto il possibile per non incrociare il suo sguardo nei corridoi.L'estate si stava avvicinando prepotentemente alla Città dell'Ovest, un improvviso caldo torrido ed afoso rese ancor più stancanti gli allenamenti di Vegeta, costretto a fare una lunga pausa all'ora di pranzo e nelle ore più calde.
Ultimamente si era abituato a mangiare in compagnia dei terrestri in terrazza, rimanendo però comunque zitto e sulle sue.«Vegeta, ti va un po' di yakisoba? E' quasi pronto» domandò Bunny ridendo giulivamente. Il saiyan fece segno di sì con la testa, rimanendo però con gli occhi fissi sul piatto vuoto di fronte a lui. Una folata di piacevole vento scompigliò i capelli neri del sayan, il quale per un secondo alzò gli occhi per controllare che il tovagliolo non stesse volando via dalla tavola. Nello stesso istante, però, non resistette dal guardare la donna seduta di fronte a lui. Bellissima ed illuminata dalla luce dorata di fine maggio lo fissava affascinata con le gote leggermente rosse."Che ha da fissarmi?" si chiese Vegeta, ricambiando lo sguardo diventando anch'egli rosso in viso."Mi sta guardando! Finalmente! Sapevo che ci sarei riuscita, d'altronde... una ragazza carina come me!" pensò eccitata Bulma sorridendo nervosamente. Il principe ricambiò il sorriso più pacatamente possibile, alzando solo un angolo della bocca."Ma che sto facendo?! Sorrido come un idiota! E' inaudito!" pensò Vegeta alzandosi di scatto sbattendo le mani sul tavolo, provocando un forte spavento al padre di Bulma e alla donna, i quali lo guardarono allibiti.«C'è qualcosa che non va, ragazzo?» domandò il vecchio terrestre pulendosi i baffi con un tovagliolo, guardando poi il saiyan sparire nel cielo azzurro come gli occhi di Bulma.«Vegetaaa! Aspettaaaa! E lo yakisoba?!» gridò Bunny con in mano il vassoio da portata «Bulma, tesoro, perché se ne è andato?»«Non ne ho proprio idea...» rispose l'azzurra indispettita ed insospettita dalla reazione del saiyan. Non che fosse un tipo conviviale, ma quel cambio repentino d'umore era troppo persino per uno come lui."Perché fa così?" si domandò Bulma passandosi una mano tra i capelli turchini, guardando poi la scia argentea lasciata dal principe nel cielo.
•••Il cielo della Città dell'Ovest si era nel frattempo illuminato delle prime stelle, le quali resero ancor più magiche le vie della città. Il principe, di fronte ad una bancarella colorata, si era fermato con il viso verso l'alto ad osservare il firmamento.«Questo cielo non è cambiato» sussurrò tra sé e sé Vegeta, ripensando alla notte che seguì quella calda giornata di maggio. •••Erano le tre di notte, ma Bulma non aveva ancora smesso di rigirarsi nel letto agitata: non riusciva a dormire. Mille pensieri vagavano nella sua testa, il primo tra tutti era proprio quel principe che ospitava in casa da mesi. Presa dall'agitazione si alzò dal suo giaciglio intenta a raggiungere il balcone per prendere una boccata d'aria. I suoi piedi scalzi si mossero veloci verso la porta finestra della camera. L'aria notturna era tiepida, il cielo costellato da tanti puntini luminosi che si rifletterono negli occhi dell'azzurra. Con le mani si appoggiò alla ringhiera, ma una figura alla sua destra attirò la sua attenzione.Vegeta, appoggiato anch'egli alla balautra del balcone adiacente al suo, la stava osservando incuriosito dalla sua presenza.«Non dormi?» domandò l'azzurra sentendo il cuore accelerare nel petto.«Non riesco» si limitò a rispondere Vegeta, tornando con il naso all'insù per osservare il cielo. Ogni tanto si perdeva in esso, sognando i giorni trascorsi al di là del firmamento. Giorni duri, ma forgianti. Un leggero soffio di vento scostò i capelli dell'azzurra, creandole un piccolo brivido lungo la schiena. Si voltò anch'ella ad osservare l'universo, domandandosi quanto quel saiyan lo conoscesse. Lei ne aveva visto solo una piccola parte, ma ne era rimasta affascinata. Chissà quante storie avrebbe avuto da raccontargli, Vegeta. Chissà quante cose aveva visto, chissà quante stelle aveva osservato dalla finestra della sua dimora, sul pianeta Vegeta. Chissà se le ricordava, o se ne aveva rimosso l'esistenza.«Tu non dormi?» domandò con grande sforzo il principe, senza però girare lo sguardo.«Non riesco» incalzò Bulma sistemandosi la lunga maglia usata come camicia da notte. Le lunghe gambe nude attirarono l'attenzione di Vegeta, il quale notò con la coda dell'occhio che erano totalmente scoperte «posso farti una domanda, Vegeta?» «Hah! Tanto me la farai comunque...» borbottò sua maestà senza però dirle di no.«Mi stai evitando?» Dalla bocca di Vegeta non uscì nessuna risposta. Nemmeno una sillaba.
Le mani del principe tremarono impercettibilmente, se pur appoggiate alla ringhiera. Quella donna aveva colto nel segno, come sempre del resto. Era una scienziata e quindi fin troppo abituata ad osservare con minuzia tutto ciò che le accadeva intorno.Bulma rimase delusa dalla scarsa considerazione del saiyan il quale, immobile come una statua di sale, non rispose alla sua domanda. Ma che ci provava a fare? Esausta girò su se stessa per tornare in camera da letto, ma uno spostamento d'aria la fece rabbrividire: non vi voleva una laurea per capire che non si trattava di vento. Vegeta, con un balzo leggero, atterrò sul balcone della donna esattamente dietro di lei. Ella si girò lentamente, fissandolo poi con occhi strabiliati. Oramai non ci avrebbe più sperato che quel testone decidesse di accettare il confronto.«Sì, ti sto evitando» ammise il sayan con voce rauca sostenendo lo sguardo con impertinenza fino a quando ella, con occhi raddolciti, si mise a fissarlo fin troppo insistentemente.«E perché?» incalzò la scienziata incuriosita.«Perché, dannazione, ho paura di perdere il controllo. E io lo detesto! Non riesco ad essere me stesso quando mi vortichi intorno come un maledetto satellite!» ringhiò Vegeta evitando accuratamente di non guardarla più negli occhi. Ma, ben presto, una piccola ed esile mano sollevò il mento del saiyan, costringendolo quindi ad incrociare di lo sguardo dell'azzurra. La mente gli suggerì di prenderle le dita e staccarle una ad una dalle nocche, ma una forza interiore glielo impedì.«E se, invece, è proprio di ciò che sei veramente che hai paura?» controbatté Bulma cercando in tutti i modi di trovare le parole giuste per non offenderlo. Sapeva quanto quel testone di un principe fosse orgoglioso. «Cosa intendi dire, donna?» chiese allibito Vegeta.«Pensi e ti riferisci a te stesso come un essere spietato, un assassino. E se invece tu in realtà fossi qualcos'altro?»Gli occhi del sayan si aprirono ancor di più luccicando al bagliore della luna, riflettendosi perfettamente in quelli celesti di Bulma.
Non aveva mai pensato a se stesso come nient'altro se non un sicario, un conquistatore, un principe senza oramai più regno né sudditi in cerca disperata di nuove terre da colonizzare. E invece quella stramaledetta donna si era appellata a lui come un essere gentile, come colui che non era così cattivo come millantava di essere.
La gente era abituata a tremare trovandoselo di fronte, ad implorare pietà. Lei invece lo guardava con occhi diversi, non lo guardava come un assassino, ma come una persona... normale. E se anche solo un essere umano in tutto l'universo riusciva a vedere del buono in lui, allora forse voleva dire che qualcosa c'era veramente. Oppure lei era semplicemente una pazza scriteriata? "Chi sono in realtà?" si domandò il principe facendo un grosso respiro. Il profumo dolce della donna di fronte a lui inebriò i suoi sensi, causandogli un leggero capogiro. Quelle invitanti labbra carnose si erano fatte ancora una volta troppo vicine. «Non sai quello che dici... non sai a che pericolo stai andando incontro...»«Non mi fai paura» sussurrò dolcemente Bulma mettendo entrambe le mani sui nudi pettorali del saiyan, il quale rimase pietrificato dal gesto della donna.
«Tu invece mi fai molta paura» rispose Vegeta muovendo lentamente le mani insicure verso il viso della ragazza. Ammetterlo era stato come conficcarsi un pugnale dritto dritto nell'orgoglio, ma era la nuda verità. Quella maledetta donna gli faceva paura, perché gli stava mostrando una parte di lui che non era mai stato pronto a vedere, e forse non era nemmeno pronto ad accettare.«Non devi averne, non ti farei mai del male...» sussurrò lei.
"Oh, sì invece, mi stai facendo davvero molto male. Sei forse il nemico più temibile contro il quale io abbia mai combattuto" si ritrovò a pensare il principe "e lo sai perché, donna terrestre di nome Bulma Brief? Perché non sto riuscendo a resisterti. Mi stai indebolendo, mi stai facendo un incantesimo e non lo sopporto. Non ti sopporto. Sei solo una perfida strega dai capelli dello stesso colore del mare di questo insulso, debole e meraviglioso pianeta"
Ma non le disse nulla di tutto ciò, non ne ebbe il tempo, non ne ebbe il coraggio perché le morbide guance di Bulma scaldarono immediatamente le sue mani e, avvicinando lentamente il proprio viso a quello dell'azzurra, rimase folgorato ancora una volta da quegli occhi. Strega o no, incantesimo o no, oramai era troppo tardi per resistervi.Tutti i dubbi e le incertezze si cancellarono per un attimo dalla mente del saiyan, proprio nell'istante in cui le sue labbra incerte si posarono delicatamente su quelle tanto desiderate.
STAI LEGGENDO
Prince's memories || ᴠᴇɢᴇʙᴜʟ ||
Fanfiction"La primavera stava oramai bussando alle porte della cittadina e le giornate, frenetiche, andavano sempre più allungandosi sotto il timido sole di aprile. Alti grattacieli di vetro circondavano le strade percorse dal principe, riflettendo la luce ro...