3 - Giorno di pioggia

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Guardo fuori dalla mia finestra, vedo solo palazzoni e uffici, oltre a vari negozi.
La pioggia scorre sulle enormi vetrate della mia stanza.
Questo è un quartiere per ricconi, mica il posto in cui vivevo prima.
Il mio tutore sta preparando la colazione, lo fa tutte le mattine da ormai due mesi, prima di svegliarmi.

In questi due mesi però non ho dormito più di un paio d'ore a notte e al contrario ho fatto molti pisolini pomeridiani per recuperare il sonno perso, poiché tutte le notti esco a cercare di capire come risolvere tutto il casino che ho creato, nella città, nella mia "famiglia" costituita dai miei compagni, e con lui.
Non so bene come risolverla ma sono determinato a farlo a tutti i costi.

Sento bussare e mi alzo velocemente per poi aprire la porta e ritrovarmi James sorridente pieno di pastella sul grembiule.

"Ti ho preparato i pancake con la crema al cioccolato" mi dice sorridente per poi voltarsi e avviarsi nuovamente verso la cucina.

Lo seguo lentamente data la mia persistente stanchezza e quando arrivo prendo posto su uno degli sgabelli attorno all'isola di marmo.

"Come hai dormito?" mi chiede pacatamente sedendosi davanti a me

"Come al solito" gli rispondo senza alzare gli occhi dal mio piatto.
Lui sa che non dormo molto ma non ha la benché minima idea di come io esca ogni notte sotto il suo naso.

Mangiamo in silenzio finché non finiamo e me ne torno in camera mia, a fare il punto della situazione su ciò che ho trovato.
Alcuni ragazzi di altre gang mi hanno passato sottobanco alcune informazioni utili, ma non riesco comunque a collegarle e trarci qualcosa.
Mi metto le mani tra i capelli tenendomi la testa per il forte mal di testa che mi colpisce spesso, dato appunto dalla mia prolungata veglia ogni notte.
Decido di rilassarmi ascoltando della musica, ho scoperto che il rock e il rap mi piace molto, e mi sono innamorato di Eminem.

"His soul's escaping, through this hole that is gaping
This world is mine for the taking
Make me king, as we move toward a New World Order
A normal life is borin', but super stardom's close to post mortar
It only grows harder, only grows hotter
He blows, it's all over, these hoes is all on him"

Sono determinato a creare un nuovo ordine, una nuova pace, nella mia vita.
Passano un paio d'ore, dopodiché mi alzo e vado a prendere uno dei tanti libri dallo studio del mio tutore.
Ha un'enorme biblioteca con annessa quella stanza, dove tiene i tomi più dettagliati e reali, nel resto dello spazio ci sono principalmente romanzi e libri vecchi e non attendibili.

Passo tutto il giorno lì, saltando anche il pranzo e presentandomi a cena con almeno un'ora di ritardo, tra i sospiri rassegnati di James e il silenzio di quell'enorme appartamento, interrotto solo dalla televisione o dalle cadute del gatto che ho scoperto abitare in questa casa con me e lui.

Arrivata la sera faccio di nuovo finta di dormire, finché non mi viene a controllare e va a riposare anche lui, così mi cambio nuovamente e esco pian piano dal palazzo.

New York di notte è bellissima ma altrettanto pericolosa, se non sai come difenderti o se non hai già un nome affermato come il mio le gang sicuramente si faranno vive, soprattutto nei quartieri più malfamati della città.

A passo svelto entro nel luogo dove si trova uno dei miei maggiori collaboratori al momento, e anche dove si nasconde il resto della mia banda.
Ne sono venuto a conoscenza poco dopo essere stato dimesso, quando gironzolando senza meta li ho incontrati.
Sing mi sta aspettando come praticamente ogni sera insieme a Cain, nessuno è a conoscenza della nostra "alleanza" tranne i presenti.
Mi guardano arrivare e sedermi sulla poltrona davanti al divanetto su cui è seduto il primo e il muro dietro su cui è appoggiato il secondo.

"Allora? Avete notizie?" chiedo frettolosamente come al solito.

Entrambi sospirano guardandomi delusi e stanchi dalle continue ricerche.

"Non proprio" mi risponde Sing.

"Che cazzo vuol dire" gli dico rabbioso.

Entrambi mi guardano in cagnesco, indirizzandomi uno sguardo infastidito dal mio comportamento, dato che mi stanno praticamente facendo un favore.

"Abbiamo scoperto dove abita" mi risponde stavolta Cain.

Rimango qualche secondo imbambolato a fissarlo, come se stessi cercando di realizzare quello che gli è appena uscito di bocca.

"Come avete fatto?" dico con un esepressione stralunata.

"Lo aveva detto ad uno dei ragazzi prima di partire, premunendosi di dirgli che se non avessi ricevuto il biglietto avrebbe dovuto dartelo per scrivergli" spiega lentamente.

Le mie pupille si dilatano e quasi mi viene da piangere.

"Datemelo, parto domani" dico alzandomi.

"Ash non fare pazzie, sei ancora un ragazzino e spiegami dove pensi di trovare i soldi per un viaggio del genere" mi ferma Sing.

"Intanto, anche tu sei un ragazzino, ma questo non mi sembra ti abbia impedito di rischiare la vita più e più volte e di stare a capo di una banda alla tua età. Punto secondo, so dove trovarli" gli dico aspramente, per poi aggiungere, rivolgendomi ad entrambi "comunque vi ringrazio, troverò il modo di ricambiare il favore" finisco, più calmo.

Prima di uscire mi faccio dare l'indirizzo, scritto su di un pezzo di carta da quaderno, e mi dirigo nuovamente verso l'appartamento.
Torno che sono ormai le 5 del mattino, così decido di dormire quelle mie due solite ore prima che un incubo mi svegli, tutto normale.

Mi sveglio e ripeto la stessa routine del giorno precedente, con l'unica differenza che passo ore online per cercare dei compratori.

No, non vendo droga.

Sto cercando di vendere le cose di marca che ho in camera mia: scarpe, vestiti, orologi e tanta altra roba, talmente tanta che anche se vendo qualcosa non se ne accorgerà nessuno.

Dopo un po' riesco ad accordarmi e nei giorni successivi riesco a racimolare qualche migliaia di euro, abbastanza per il mio viaggio.

Passa un'altra settimana, in cui mi incontro con i miei compagni di notte, con i quali escogito il piano per partire, e di giorno riposo il più possibile cosicché non abbia problemi con fusi orari e cose varie.

Oggi il mio tutore mi ha detto che doveva stare via un paio di giorni e mi aveva lasciato una copia delle chiavi di casa, così se fossi voluto uscire avrei potuto farlo.
Metto a punto le ultime cose e il giorno dopo mi fionfo in aeroporto per comprare il biglietto, poiché non potevo prenderlo online dato che avrei dovuto usare la carta di credito di James e non avevo intenzione di fargli sapere dove andavo e neanche perché, anche se lo avrebbe tranquillamente immaginato da solo probabilmente.

Appena arrivato al banco mi si para davanti una signora un po' accigliata.

"Scusi, avrei bisogno di un biglietto aereo per questa località" le dico gentilmente.

"Cosa devi andare a fare?" mi guarda sospettosa.

"Devo raggiungere mio padre là, sta lavorando ad un progetto molto grosso e non può muoversi da lì. Sa, è molto importante e guadagna molto" le dico indicando i costosi vestiti e accessori che ho indossato appositamente per ingannare chiunque mi avesse posto domande del genere, il mio intuito non sbaglia mai.

"Va bene va bene, mostrami un documento, dimmi il luogo e te lo prenoto subito" mi risponde ora annoiata mentre prepara il tutto.

Massimo mezz'ora dopo sono fuori di lì, con le tasche più leggere ma anche il cuore.

Sorrido involontariamente mentre mi dirigo dai miei amici, con tutti i soldi rimasti possiamo fare una bella festa stasera, anche perché non li rivedrò per un po' probabilmente quando partirò.

Ci vedremo presto, Eiji.

Spazio autrice
CE L'HO FATTA
Scusatemi se è leggermente più corto degli altri ma nel prossimo succederanno molte cose probabilmente e mi servirà spazio lì.
Spero vi sia piaciuto ~

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