Questione di "partner"

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Le indagini sull'omicidio di Emma Lype continuavano senza grandi risultati. Grazie ai filmati recuperati dalle telecamere di sicurezza disposte lungo la strada in cui era avvenuto il delitto, Chloe e il suo team erano riusciti a scoprire soltanto che ad investire la ragazza era stata un'automobile dagli pneumatici grandi, ma non erano riusciti a capirne di più, dal momento che dai video si vedeva soltanto la fiancata, che sembrava appartenere ad un veicolo massiccio. L'unica vera conquista sembrava essere la fine di quel delirio interiore che esasperava Chloe e che la portava ad immaginare la voce di Lucifer. Era da un po' che fortunatamente il Diavolo nella sua mente, taceva. Riguardo, invece,  l'alibi della socia di Emma, Samantha, quest'ultimo era stato confermato dai genitori di lei. La detective, proprio la sera stessa in cui aveva parlato con la sospettata, si era premurata di recarsi a casa del suoi genitori per chiedere loro se la figlia avesse effettivamente cenato lì, la sera prima. I due signori avevano confermato e le erano sembrati sinceri. La madre, la signora Bullock, continuava a piangere ininterrottamente. Le dispiaceva sinceramente per Emma ed era anche preoccupata per sua figlia. Se c'era qualcuno in giro, capace di far del male ad una ragazza così perbene, niente avrebbe impedito che anche alla sua piccola, potesse accadere la stessa cosa. Chloe cercò di tranquillizzarla, ma aveva anche la testa proiettata alla ricerca di un'altra pista, visto che la possibilità che era stata Samantha ad uccidere Emma, per il momento, era da escludere. Il padre della ragazza invece, il signor Bullock, le era sembrato più distaccato, come se ciò che fosse accaduto non lo avesse colpito così tanto, o al contrario, come se quell'omicidio l'avesse scosso più di quanto avrebbe voluto ammettere. In ogni caso, Chloe si insospettì e approfittando dell'occasione per verificare l'alibi di Samantha, si affrettò a chiedergli: <<Signor Bullock, lei conosceva Emma, dato che quest'ultima ha frequentato gli studi insieme a sua figlia. Che tipo era?>>
<<Una ragazza normale, ambiziosa. Di sicuro sapeva come sfruttare al meglio una buona occasione>> e nel dire ciò, il signor Bullock utilizzò una punta di sarcasmo.
Chloe notò il tono e cercando di capirci di più, continuò: <<Emma veniva spesso qui? Frequentava la vostra casa?>>
<<Non molto. Ultimamente poi, era così concentrata sui suoi progetti e sugli affari del negozio, che nemmeno mia figlia, salvo nelle occasioni di lavoro, riusciva a vederla spesso>>. Lei era concentrata sugli affari del negozio? Ma non era anche di Samantha l'attività?
<<Quand'è stata l'ultima volta che l'ha vista, signor Bullock?>> chiese Chloe.
<< Più di un mese fa. A volte, mi capita di andare a trovare mia figlia a lavoro. Mi preoccupo ancora per lei. È alle prime armi e non è semplice gestire un'attività come quella che avevano messo in piedi lei ed Emma. Ogni tanto le davo dei consigli su come affrontare il mondo degli affari. Sono suo padre, voglio il meglio per lei>>.
"Che gran pezzo di merda!" esplose all'improvviso la voce nella mente della detective.
"Ok, fine della tregua" pensò tra sé e sé lei.
"Fingere di lasciare libera la figlia di agire, illuderla di averle concesso il libero arbitrio  per poi restare dietro le quinte a muovere i fili di tutto, da bravo manipolatore. Ah i padri".
Chloe attese pazientemente che il finto Lucifer terminasse e aggrappandosi ad ogni briciola di lucidità ancora presente nel suo corpo alla fine concluse: <<Va bene, la ringrazio>> e lasciò che i signori Bullock la accompagnassero alla porta d'ingresso.  Dunque, che ci fosse rivalità e la tensione tra le due ragazze era palese. Se ne era accorto anche il padre di Samantha e a quanto pare quest'ultimo era convinto che la responsabilità dei dissapori tra la povera Emma e sua figlia, fossero da attribuire proprio alla prima. L'atteggiamento del signor Bullock però non la convinceva. Perché Emma doveva occuparsi degli affari del negozio da sola? In fondo, lui aveva regalato l'attività a sua figlia che in un secondo momento aveva deciso di coinvolgere la sua compagna di studi. Sarebbe dovuta essere Samantha ad interessarsi maggiormente agli affari. Forse il padre si era accorto che Emma stava prendendo il sopravvento e ha cercato di aizzare la figlia contro la sua socia?
"Questa sì che è un'ipotesi sensata detective! Torniamo dentro e arrestiamo quel figlio di puttana" mormorò soddisfatta l'immagine di Lucifer nella mente di Chloe.
Samantha, quindi, in preda all'ira avrebbe ucciso la sua amica, liberandosi così del peso di una rivalità troppo grande da sostenere?
"Esatto" convenne euforica la voce.
In quel caso, però, i signori Bullock avrebbero mentito sull'alibi e sarebbero stati accusati di falsa testimonianza e intralcio alle indagini, ma la detective li aveva percepiti sinceri, anche se continuava a sostenere che qualcosa non tornava. Senza pensarci due volte, Chloe montò in macchina, lasciandosi dietro un Lucifer piuttosto contrariato per la svolta che aveva preso la faccenda. Cercò di toglierselo dalla mente e nel farlo, l'ultima cosa che sentì, prima di ripartire a tutta velocità verso casa, fu il signore dell'inferno che le disse "Oh andiamo, ci risiamo? Io come torno a casa, detective?". Ora che nessuno poteva ascoltarla e crederla pazza, Chloe un po' irritata e un po' divertita gli rispose: <<Sei Lucifer Morningstar, no? Un modo lo troverai di sicuro>> e pigiando forte il piede sull'acceleratore, volò verso casa. I  giorni successivi trascorsero privi di grandi risvolti. Fino a quel momento, avevano solo intravisto l'auto che aveva investito la povera Emma ed Ella aveva confermato l'orario del decesso. La vittima era stata ammazzata alle 22:00 in punto. Chloe era quasi sul punto di impazzire, a causa dell'insufficienza di elementi per ricostruire la dinamica dell'omicidio, quando la signorina Lopez la raggiunse nell'ufficio in cui si era rifugiata, per comunicarle una grande novità.
<< Non è stato l'impatto con la macchina ad ucciderla>> esordì Ella, tutto d'un fiato.
<< Era già morta quando l'assassino le è passato, letteralmente, sopra con l'auto>> continuò, e poiché Chloe la guardava con grande attenzione, si affrettò ad aggiungere: << È stato l'urto con il marciapiede ad ammazzarla. Dunque, qualcuno deve averla spinta durante una colluttazione>>. Quella era una svolta. Finalmente potevano escludere definitivamente la pista dell'incidente e del pirata della strada. Ora cercavano davvero un assassino che o in preda ad un raptus, o in maniera premeditata, aveva deciso di mettere fine alla vita di Emma Lype. Questa consapevolezza, sebbene scarna, fu sufficiente ad animare di nuovo la detective, che dopo aver ringraziato Ella, si affrettò ad uscire per ritornare sulla scena del crimine. Doveva cercare di capire chi potesse aver odiato Emma a tal punto da volerla uccidere. Samantha, per il momento, era da escludere, ma per capire chi potesse avercela tanto con la vittima, doveva cercare di studiare le persone che la frequentavano o che l'avevano vista a lavoro. Ritornare al negozio delle due ragazze, a Chloe, sembrava un'ottima idea. Una volta arrivata a destinazione, però, la detective si rese conto che la prima volta che era stata lì, a causa delle stupide allucinazioni su Lucifer, non aveva fatto caso al gruppetto di mamme riunite fuori la scuola, che attendevano impazienti l'uscita dei loro figli. Erano lì ogni giorno e quindi a Chloe sembrò molto probabile che conoscessero l'attività di Emma e Samantha. Dopo tutto, si trovavano in uno dei quartieri benestanti di Los Angeles e di sicuro il passatempo principale delle signore era lo shopping sfrenato. Provando a rimediare alla distrazione della volta passata, la detective si avvicinò al gruppetto di donne che in quel momento si erano riunite fuori al cancello dell'istituto scolastico, pronte a spettegolare su qualsiasi argomento. Quando le signore videro arrivare Chloe, si ammutolirono e cominciarono a scrutarla minuziosamente. Di certo non era una di loro. Troppo trasandata, priva di un andamento elegante e soprattutto sprovvista di ogni tipo di gusto per la moda.
<<Buongiorno>> cominciò cauta Chloe.
<<Sono la detective Decker e vorrei farvi alcune domande>> continuò.
Quando le donne sentirono la detective identificarsi, ammorbidirono lo sguardo, cercando almeno di celare il disgusto che provavano per l'estetica della poliziotta.
Chloe si accorse degli sguardi torvi, ma senza lasciarsi intimorire seguitò: <<Voi siete qui tutti i giorni, avendo i vostri figli in questa scuola. Conoscevate la signorina Lype e la linea di abbigliamento di cui si occupava insieme a Samantha Bullock?>>
<<Ma certo!>> rispose una di loro con una voce squillante << I loro abiti sono meravigliosi ed era impossibile non innamorarsi di loro. È stato un vero peccato che Emma sia morta>> concluse la signora.
<< Emma che impressione vi dava? Era affabile con i clienti?>> domandò poi Chloe;
<< Affabile dice?>> sbottò un'altra donna del gruppo, << Si vedeva raramente. Era Samantha a trattare con noi. Emma era troppo impegnata a...>> e improvvisamente prese ad agitare la mano per aria in modo teatrale << creare nuovi capi e nuove collezioni>>. Il tono acido della sua voce era inequivocabile.
Si trattava semplicemente di una cliente insoddisfatta o anche lei, come tutti quelli che aveva interrogato fino a quel momento, era dell'idea che Emma fosse semplicemente una stronza dall'ego smisurato, che amava guadagnarsi il centro della scena, eclissando la sua "partner"?
"Ehm detective! Stiamo ancora parlando della vittima e della sua patetica amica, giusto?" chiese all'improvviso la voce nella sua testa, ma Chloe non era più tanto sicura che le sue parole erano riferite alle due ragazze.
Da quando aveva messo le mani su quel caso, non faceva altro che imboccare vicoli ciechi e la cosa la snervava particolarmente. Ah quanto le sarebbe piaciuto essere in grado di saper fare quei giochetti con cui Lucifer riusciva a carpire i desideri più profondi di tutti quelli che interrogavano e che potevano essere coinvolti nei crimini su cui indagavano.
"Detective saresti stupita nel conoscere il numero di giochetti in cui eccello" mormorò malizioso il Lucifer nella mente di Chloe, ma lei lo ignorò stoicamente, proprio come faceva quando lavoravano insieme e lui se ne usciva con quelle battute che non c'entravano niente con il caso. Si stava sforzando di cercare un punto su cui insistere, da cui cominciare la sua ricostruzione, ma qualcosa la distrasse.
<<Ehi amore!>> urlò un uomo dal marciapiede di fronte a quello dove si trovava lei, rivolgendosi ad una delle mamme con cui aveva appena chiacchierato e a rispondergli fu proprio la signora che nel descrivere Emma, aveva usato quel tono così pungente. La donna gli rispose con un semplice cenno del capo e decise che suo marito non meritava altre attenzioni. Chloe, ritornò a concentrarsi sull'uomo, che tutto affaccendato, si stava sforzando di portare una pila di scatole sigillate all'interno di un negozio che si trovava esattamente sullo stesso marciapiede su cui era situato quello di Samantha e della defunta Emma.
<<Signora, quell'uomo che l'ha salutata, è suo marito?>> chiese Chloe, rivolgendosi alla donna impettita, senza però distogliere lo sguardo sull'uomo affaccendato.
<<Sì, perchè?>> chiese la donna
<< Uhm, pura curiosità. E suo marito è il proprietario del negozio in cui sta portando tutta quella merce?>> continuò la detective
<<Sì>> rispose di nuovo la signora, vagamente seccata.
Chloe avrebbe voluto chiederle qualcos'altro, quando la campanella della scuola suonò e tutte le signore, furono distratte dal fiume di bambini euforici che si accalcavano verso l'uscita dell'edificio.
La detective si affrettò ad avvicinarsi al negozio in cui era appena entrato l'uomo di prima.
<< Salve>> mormorò cauta Chloe una volta dentro.
<< Oh buongiorno! Lei deve essere dell'L.A.P.D>> rispose il signore che aveva adagiato le scatole, ammassandole in un angolo. Si avvicinò e quando fu a meno di un metro dalla detective, batté le mani per scrollarsi via la polvere e gliene porse una.
<< Non so se è un buon momento signor...>> disse Chloe, in attesa che l'uomo le rivelasse il suo nome.
<< Maxim, Maxim Montgomery>> replicò l'uomo.
<<Signor Montgomery, ho appena parlato con sua moglie e mi ha confermato che quest'attività è di sua proprietà>> cominciò la detective. L'uomo si limitò ad annuire.
<< Gestisce un negozio che si trova nella stessa strada in cui è situato quello di Samantha Bullock e della defunta Emma Lype. La conosceva? Le era capitato di parlarci?>>
L'uomo dapprima esitò, come se volesse ricacciare indietro un pensiero amaro e poi rispose: <<Sì certo! Emma era una ragazza straordinaria e capitava spesso di incontrarla e scambiarci due chiacchiere. È terribile quello che le è successo>>. A Chloe sembrò che quell'uomo fosse l'unico veramente dispiaciuto per la morte di quella ragazza e ovviamente la cosa lo insospettì e per questo gli chiese: <<Che tipo era Emma?>>  e lui si affrettò a dire: <<Una ragazza che sapeva quello che voleva e come ottenerlo, ma era anche solare è sempre positiva...>> e poi aggiunse  << O almeno è questa l'idea che mi ha dato>> come se volesse lasciare intendere di non averci avuto molto a che fare. Chloe ringraziò l'uomo e mise fine a quell'interrogatorio informale, uscendo dal negozio. C'erano troppe cose che non erano chiare. Perché il signor Montgomery era l'unico a cui Emma era sembrata una brava ragazza? Perché tutti gli altri con cui si era trovata a parlare erano convinti invece che la signorina Lype era una stronza? Mentre si concentrava su questi interrogativi, a Chloe squillò il telefono.
<< Detective Decker!>> rispose rapida.
<<Chloe, sono Dan. Hanno consegnato l'archivio dei documenti di Emma. Ci sono tutte le sue cose: lettere, multe, bollette da pagare e ricevute varie. Vorrei mostrarti un dettaglio interessante>> comunicò con tono efficiente il detective Espinoza.
<< Sì, grazie Dan, ora arrivo>> rispose Chloe e riagganciò.
<<Signor Montgomery, ora devo andare. Le devo chiedere di restare a disposizione. Vorrei farle altre domande se non le dispiace>> insistette la detective, decisa a capire che cosa le stesse nascondendo quell'uomo. Il proprietario del negozio la fissò per un momento, come se avesse l'urgenza di confessare qualcosa e la paura che qualche verità di troppo potesse sfuggirgli, e poi annuendo rispose: <<Ma certo! Per qualunque cosa sono qui>>.
Una volta in centrale, Chloe raggiunse Ella e Dan nell'ufficio degli interrogatori e si accomodò su una delle sedie libere.
<<Bene ragazzi, cosa abbiamo
trovato?>> domandò ai suoi colleghi, con tono sbrigativo
Dan si schiarì la voce è cominciò:
<< Abbiamo cercato sia nell'ufficio di Emma che a casa sua e abbiamo trovato documenti del negozio, per la maggior parte, ma la cosa più interessante sono queste>> e prese a sventolarle dei fogli davanti agli occhi.
<<Di cosa si tratta?>> chiese Chloe
<< Di email. Emma le aveva stampate per portarle alla polizia forse, perché si tratta di minacce>> rispose Dan, avanzando delle ipotesi.
Chloe prese i fogli e cominciò a leggerne il contenuto.
" Sei una meretrice! Non rovinerai la mia vita. Non avrai ciò che è mio. Morirai. M.B"
e ancora "Al rovescio. È tutto al rovescio ma tu vuoi comunque quello che è mio e morirai. M.B"
<< M.B?>> domandò Chloe?
<< Sì, deve essere il mittente della lettera che si è firmato con le sue iniziali>> suggerì Dan.
<< Sappiamo qualcosa sul proprietario dell'indirizzo email da cui sono partite le email?>> domandò speranzosa la detective
<<L'indirizzo appartiene ad un certo Carlos Gonzalez, che ovviamente non esiste>> dichiarò il detective Espinoza.
<<Mmmmhm io lo conosco un Carlos Gonzalez>> affermò all'improvviso Ella, inserendosi nel discorso.
<< L'ho conosciuto a Las Vegas e aveva un negozio di Tacos. Ne preparava di buonissimi e avevano un profumino da svenire>> continuò la coroner, che ad un tratto chiuse anche gli occhi e cominciò ad immaginarsi il profumo di ciò che stava descrivendo.
Chloe e Dan la guardavano spiazzati.
<<Ah ragazzi! Quello sì che era cibo. E non sono la sola a dirlo. L'ultima volta che ci sono stata, ero con Lucifer e anche lui ...>> all'improvviso Ella spalancò gli occhi e guardò Chloe temendo di aver pronunciato un'offesa gravissima.
Chloe sussultò, soprattutto per la reazione di Ella nel pronunciare il nome di Lucifer. Era così evidente che stesse ancora male per lui? Che fosse ancora così ossessionata dalla sua presenza a tal punto da sentirlo nella sua mente? Chloe scosse il capo e sorrise ad Ella, per rassicurarla sul fatto che stesse bene. A quel punto Dan si schiarì la voce e disse: <<Ehm Chloe, c'è dell'altro>>
<<Cosa?>> chiese sollevata la detective all'idea di cambiare argomento.
Dan le passò delle fotografie e Chloe nel guardarle a bocca aperta.
<< Erano in allegato alle e-mail>> spiegò Dan mentre scrutava Chloe intenta a fissare l'oggetto delle foto.
Davanti agli occhi della detective, almeno una decina di Emma Lype, posavano in lingerie in pose sexy e sguardi ammiccanti. Chloe non capiva. Emma e Samantha non disegnavano biancheria intima. Perché quelle foto? Certo avrebbe potuto realizzarle per farne un uso privato, per inviarle a qualche fidanzato, ma perché qualcuno avrebbe dovuto inviargliele di nuovo, come allegato di un testo contenente una minaccia? E soprattutto, questo aveva a che fare con il suo omicidio? E che cosa significava la frase "È tutto al rovescio"? Cosa era al rovescio? Mentre Chloe cercava di trovare delle risposte ai suoi interrogativi, qualcosa la distrasse. Un risolino per la precisione. E nell'individuarne la fonte, Chloe chiuse gli occhi e alzò il capo inspirando forte, in segno di esasperazione.
"Detective, permettimi di dirti che questa è una delle vittime più interessanti con le quali abbiamo lavorato" prese a farneticare con tono mellifluo e malizioso, la voce nella mente di Chloe, mentre indugiava sulle foto sexy.
<<Che ne pensi Chloe?>> chiese Dan
<<Non lo so>> rispose cauta la detective, cercando di scrollarsi di dosso la presenza del Lucifer immaginario.
<< Mi domando in che modo una donna della sua posizione, possa essersi trovata sotto scacco e ricattata o minacciata da qualcuno, con queste foto>> ammise Chloe e mentre stava per aggiungere qualcos'altro, fu di nuovo interrotta da una risata maliziosa. Di scatto, la detective voltò il capo a destra, perché era convinta che fosse partita da lì la risata, pronta a fulminare quella specie di Diavolo che stava cercando di esasperarla.
"Detective perdonami!" continuava a sghignazzare il finto Lucifer
"Tu hai descritto Emma come una donna di una certa posizione, ma è riduttivo! Andiamo, guarda questo splendore. Sono migliaia le posizioni che è in grado di prendere questa meraviglia". Ok. Era ufficialmente fuori di testa. Lui, cioè lei. Lui era pazzo ed era nella sua testa e quindi di conseguenza era pazza anche lei.
<< E del testo delle e-mail, cosa
ne pensi?>> chiese Dan, distraendola dal suo delirio interiore.
<<Non lo so>> ammise Chloe.
<<Non riesco a capire cosa possa voler significare la frase 'È tutto al rovescio'. È come se qualcuno lamentasse il fatto che il posto occupato da Emma, spettasse in realtà a qualcun altro. Mi verrebbe da pensare a Samantha ma...>>
"Puah" la interruppe di nuovo la voce irritante che le rimbombava nel cranio.
"Samantha non avrebbe avuto il fegato di ucciderla. Non ha mai preso una decisione in vita sua. Ha creduto di farlo, ma in realtà a tessere le fila di quella tela che era la sua insulsa vita, era sempre stato suo padre". Un attimo, cosa? Ma certo "M.B". Uscì all'improvviso dall'ufficio e corse alla sua scrivania in cerca della pratica "Lype". Con l'indice scorse rapidamente in cerca dell'informazione che le serviva.
"Emma Lype, socia di Samantha Bullock" e su quest'ultima c'era scritto: " Samantha Bullock, figlia di Grace Stafford e Michael Bullock".
"M.B"... "È tutto al rovescio". Emma che prende il posto che per diritto spettava a Samantha
<< Dan >> urlò così forte Chloe quando rientrò nell'ufficio,  che il suo ex marito ed Ella sobbalzarono.
<<Ho bisogno che analizziate i filmati di video sorveglianza del negozio di Emma e Samantha dell'ultimo mese>>
<< Cerchiamo qualcuno in particolare?>> chiese efficiente Dan.
<<Sì. Michael Bullock, il padre di Samantha. Non credo abbia raccontato tutta la verità>>.
Dan annuì con convinzione e lasciò l'ufficio. Ella approfittando di essere rimasta sola con Chloe, si avvicinò a lei e le disse: <<Mi dispiace per prima, non volevo reagire così, ma insomma, io pensavo che magari non nominandolo, Luci... beh insomma lui, sarebbe andata meglio>>
<<Ella, non preoccuparti! Ti ho già detto che non c'è nessun problema>> e per essere più convincente, assunse un'aria beffarda e aggiunse bisbigliando al suo orecchio << E poi, a voler essere sincere, non baciava nemmeno bene>>. Ella sorrise rincuorata e contenta di quella confidenza palesemente finta, e si avviò all'uscita. Chloe la seguì, ma non prima di essersi buttata un'occhiata alle spalle dove vide il finto Lucifer a bocca aperta e lo sguardo contrariato che mormorò indignato "Sono il re delle tentazioni! Un mio bacio e ti senti in Paradi... ah, lascia stare".

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 05, 2020 ⏰

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