Chapter 4: echo

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Eco [è-co]

Nome, plurale echi

1. Un suono risentito vicino alla sua sorgente dopo che questa è stata riflessa

2. Qualsiasi ripetizione o imitazione, di idee o opinioni o altre cose

Affondando nel sedile tra Calum e Luke, Ashton concentrò le energie sul cercare di non vomitare su tutti i sedili di pelle della Jeep. Quel Michael lì davanti stava guidando come un maniaco, all'incirca una ventina di chilometri orari all'infuori del limite di velocità, e ciò non aiutava Ashton. Voleva chiedere cosa gli stesse succedendo (perché a quel punto, sapeva solo che era colpa di quei ragazzi, e qualsiasi cosa gli stava accadendo stava cucinando e mescolando ogni cellula del suo corpo contemporaneamente), ma aprire la bocca non era un'opzione contemplata.

L'unica cosa che tratteneva Ashton dall'autocombustione in quel momento era la mano di Calum sul suo collo, il pollice si muoveva in cerchi sulla nuca in modo rilassante. Asthon cercò di rendere il respiro regolare in base al movimento. Una parte di lui era imbarazzata dal fatto che la sua pelle fosse scivolosa a causa del sudore, ma all'altra non poteva fregarne meno e lui non avrebbe neanche voluto che gli fosse importato. Era comunque l'unica cosa che riuscisse a tenerlo sul pezzo. 

Il tocco di Calum smise di funzionare nell'esatto momento in cui Ashton poté vedere la casa nella radura attraverso il finestrino di Luke. Come una pentola che bolliva, il suo sangue raggiunse il punto di ebollizione e un' incredibile scossa di energia fece contrarre i suoi muscoli. Il bisogno di uscire dalla macchina, di muoversi, sovrastò Ashton e lui scattò fuori dalla macchina, esattamente di fianco al fianco di Luke. Non seppe come riuscì ad aprirla. Debolmente, poté sentire Calum chiamarlo, ma era tutto annegato del pulsare del suo sangue nelle vene. Prima di sapere cosa stesse facendo, Ashton raggiunse il centro della radura. 

Il primo osso che si ruppe fu quello della gamba, bloccando efficacemente la sua corsa. Con un guaito, cadde. Atterrò sul fianco, faticando ad appoggiarsi sulle mani e le ginocchia. Il dolore contrasse i muscoli e attraverso la nebbia gialla che gli offuscava la vista, vide Calum, Luke e Michael davanti a lui. La macchina era stata lasciata in mezzo alla strada, tutte le portiere aperte.

Ashton aspettò che l'avessero raggiunto prima di parlare. Non era sicuro di avere altre occasioni. "Cosa sta succedendo?" chiese pietosamente, pregava loro di dirglielo.

La sua voce era affaticata, uscì come urlo, anche se non era sua intenzione. Il suo petto stava diventando sempre più stretto secondo dopo secondo. Sentiva come se il suo cuore fosse stato sul punto di esplodere fuori dal torace da un momento all'altro.

"Ashton" il suo nome venne fuori dalle labbra di Calum come un gemito, l'onnipresente calma rassicurava solo il suo tono di voce, non l'intensità con cui parlò. Ashton ne era grato. Calum lo stava trafiggendo sia con lo sguardo che con la voce e questo dava ad Ashton un punto a cui aggrapparsi, qualcosa a cui reggersi. "Ashton guardami. Cosa ricordi della prima notte in cui ci siamo visti?"

E Ashton volle davvero urlagli addosso. Sembrava per caso nello stato di parlare di quello in quel momento? Ma il tono di Calum aveva di nuovo quel senso di autorità, rendendo impossibile ad Ashton di disobbedirgli a quaunque cosa Calum gli stesse chiedendo.

"Michael, Luke" spinse Calum . Dalla coda dell'occhio, vide i due ragazzi svestirsi dietro Calum. Poi i muscoli di Ashton si contrassero così forte che l'osso si spezzò di netto, il rumore fece capovolgere lo stomaco di Ashton. Si sforzò di respirare attraverso il dolore. Doveva rispondere alla domanda di Calum. "Lupi, c'erano lupi, uno dorato e uno color sabbia, poi un terso e il quarto..."

You Are The Moon That Breaks The Night (italian traslation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora