8 Sofia

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Anna non mi risponde, ha ferite sparse per tutto il corpo. Non l'ho mai vista in queste condizioni, tutto questo è molto confusionario, non so se riesco a reggere tutto. Non ci sono i suoi genitori, non c'è nessuno oltre Marco, questo mi scalda e mi distrugge il cuore contemporaneamente. Marco ha 29 anni, è molto più grande rispetto ad Anna, infatti la loro relazione non mi è mai sembrata adatta, se così la si può definire. Lui è troppo grande per lei, e ovviamente, non potrà mai essere una di quelle storie che durerà per sempre, anche se stanno insieme già da un anno e qualche mese; lei è davvero molto felice, sta bene, lui l'ho incrociato solo una volta mentre stavo andando a casa della mia amica, quindi non potrei giudicarlo, ma per me rimane ugualmente troppo grande e non so di cosa parlino, e non voglio scoprirlo onestamente. Marco è alto, muscoloso, ha la barba (ben curata, aggiungerei), occhi azzurri e dei capelli castani, ma non un castano comune, uno molto particolare: chiaro, con alcuni riflessi che sembrano biondi, sono lucenti e hanno un taglio davverto bello. Su una sedia vicino al letto di Anna ci sono due caschi da moto, quindi presumo che ne abbia una. Lo ammetto, da questa descrizione, Marco potrebbe sembrare davvero un bel uomo, ma c'è una cosa che non mi convince: non vuole per nessuna ragione che i genitori di Anna sappiano che sia fidanzata con lui. Non so per quale strano motivo, ma sicuramente non è una bella cosa. Anna purtroppo non bada molto a queste cose, dice che magari non sarà pronto per conoscere i genitori, ma andiamo, è un uomo di 29 anni, come può non essere pronto? Sto stringendo la mano alla mia amica e nel mentre, entra un'infermiera che dice di abbandonare gentilmente la stanza, in quanto devono pulire Anna dal sangue e successivamente farla entrare in un coma farmacologico. Quindi io, Tommaso e Marco usciamo; solo che io ho il viso rigato dalle mie lacrime scese non appena ho visto Anna. Tommaso mi si avvicina, avvolge il mio volto con le sue mani e lo avvicina al suo petto e mi sussurra che andrà tutto bene. Lo spero, Anna è una delle mie poche amiche fidate e se non potesse più tornare come prima, non so cosa farei. Sono molto stanca, non posso più stare qui, quindi avviso Marco e di aggiornarmi se dovesse esserci qualcosa di nuovo. Lui con un sorriso smagliante acconsente, poco prima di andare, ferma Tommaso e gli sussura qualcosa, ma non riesco a capire cosa fosse. Io e Tommaso usciamo, andiamo a guardare gli orari degli autobus e vediamo che non ne passerà uno prima delle 20, e sono solo le 18. Non posso aspettare quindi ho intenzione di chiamare mia madre, anche se vorrei evitare. Tommaso mi anticipa e dice he ha appena mandato un messaggio ad un suo amico, Andrea,  frequenta la nostra scuola, è all'ultimo anno e ha la macchina. Lo conosco solo di vista, ma è uno a posto. Mentre aspettiamo il suo amico, Tommaso decide di portarmi in un parco, poco lontano dall'ospedale, solo qualche minuto a pedi e, una volta arrivati, mi invita dolcemente a sedermi su una panchina. Ci sediamo entrambi e iniziamo a parlare e decide di raccontarmi un po' del suo passato, in poche parole, iniziamo a conoscerci.
<< Sai, forse quando mi hi conosciuto avrai pensato che sono il classico ragazzaccio, quello che si sente forte o qualcosa del genere. Ma ti posso assicurare che non è così. Come ti ho già detto mio padre non c'è più, ma questa non è stata una grande perdita visto che, comee già sai, mi ha abbandonato sin da subito. Mia madre mi ha detto che appena aver scoperto della gravidanza l'ha lasciata sola, a prendersi cura di me e, qualche mese dopo l'ha visto con un'altra donna incinta. Mia madre ovviamente non la prese bene, ma ora è in splendida forma, più o meno. Non ha mai provato a cercare un compagno, non ha mai voluto conoscere qualcun'altro, perchè credeva che quella sbagliata fosse lei e quindi non voleva rovinare la vita ad un altro uomo. Non posso giudicarla, anch'io mi sentitrei uno schifo se dovessi vedere mia moglie con un uomo che non sia io. Ne ho passate tante, ma non st qui a raccontartele, anche perchè voglio sapere qualcosa in più di te.>>
Wow, non pensavo tutto questo, Tommaso deve avere davvero un passato travagliato. Guardo il telefono per un momento e vedo che ho 20 chiamate perse da mia madre, dev'essersi preoccupata, ma non mi importa. Voglio scacciare via i brutti pensieri e, non appena finisco di pensare questo, mi arriva un messaggio da parte di Riccardo. Tempismo perfetto, direi. Decido di non leggerlo, non mi interessa. Ho dato troppa importanza ad una persona che, a quanto pare, non si è nemmeno degnata di portarmi un minimo di rispetto. Attualmente preferisco parlare con un buon amico come Tommaso, è davvero dolce. Quest'ultimo mi prende la mano e, poco dopo, mi accorgo che ho ripreso a piangere; probabilmente a causa di tutto lo stess che sto vivendo in queste settimane. Arriva Andrea, alla guida di una macchina nera e abbastanza grande. Tommaso si mette dietro con me e vedo che il suo amico ci lancia delle occhiatine e poco dopo mi asciugo il volto con le mie mani. Siamo arrivati al mese di maggio e ho delle maniche corte, ma c'è un po' di vento e ad un certo punto mi vengono i brividi. Andrea lascia me e Tommaso davanti, scuola, non so per quale strano motivo, ma dice che deve andare in un posto e non può portarci oltre. Non è un problema, non abito molto lontano, posso tornare a casa piedi. Arriva una soffiata di vento e ho ancora i brividi, Tommaso questa volta lo nota e si propone di darmi la sua felpa, giustificando la sua proposta dicendo che ha caldo, il che credo si impossibile, visto la bassa temperatura, ma apprezzo il gesto e ho davvero troppo freddo, non posso rifiutare. Una volta messa la sua felpa accenna un sorriso e si propone di accompagnarmi a casa. Mentre camminiamo per andare verso casa mia, parliamo e sento un forte legame tra noi; mi sembra di conoscerlo da una vita. Passano 10 minuti e arriviamo davanti al mio cancello, e, poco prima di entrare gli do un bacio sulla guancia e lo ringrazio. Lui rimane lì, fermo, mi tremano le gambe e torno indietro, gli do un bacio a stampo e mi dirigo nuovamente verso la mia porta d'ingresso. Poco dopo realizzo quello che ho fatto, cazzo, ma che avevo nel cervello? Ma a cosa stavo pensando? Non ragiono più, ho 4 chiamate perse da Riccaedo, entro in cadsa e mia madre non c'è. Sono sola, sono stanca, sono confusa e quindi decido di mettermi a dormire.
Il giorno dopo, mi sveglio e realizzo che è mezzogiorno e che ho saltato un altr giorno di scuola, mia madre ieri sera non è tornata, l'avrei sentita altrimenti. Guardo il telefono e, in aggiunta alle chiamate di Riccardo di ieri, ce ne sono altre 2 di Tomaso. Apro l'applicazione Whatsapp e note che ho un messaggio da un numero sconosciuto: sei una troia.  Non capisco, sonomolto confusa e stordita, vado in cucina e inizio a prepararmi qualcosa per pranzo.

Angolo autice:
lo so, scusate, non odiatemi, aggiornerò più spesso, ci proverò, più che altro.
un bacio,
Katy.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 11, 2020 ⏰

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