Capitolo 8

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Eren

Mi alzo il busto a fatica, anche se il mio corpo sembra leggerissimo.
La superficie dove mi trovo è bianca, accecante, e fredda.
Mi accorgo di essere vestito di bianco anche io.
Mi guardo intorno.
Non vedo assolutamente niente.
Solo quel bianco accecante e fastidioso.
Mi alzo in piedi.
- C'è qualcuno?
Grido facendomi da megafono con le mani.
Non risponde nessuno, ma vedo qualcosa luccicare in lontananza.
Corro verso il bagliore.
Dopo quella che sembra un'eternità, raggiungo la fonte della luce: è uno specchio d'acqua.
Letteralmente.
È uno specchio fatto di acqua posizionato orizzontalmente di fronte a me.
Dopo averlo fissato immobile per dei minuti, allungo la mano verso la superficie.
Appena la punta del mio indice tocca il gelido specchio, esso diventa improvvisamente nero, completamente.
E neanche il tempo di realizzare cosa stia succedendo, che compare una figura vestita di nero che, a specchio, mi tocca la punta dell'indice con la sua.
Il ragazzo vestito di nero è identico a me.
Solo che io sono vestito di bianco.
- Come ti sei ridotto, eh, Eren... - dice il me stesso nero con voce beffarda.
- Chi sei tu? - chiedo serrando lo sguardo.
La sua bocca si allarga in un ghigno prima di rispondere in tono arrogante:
- Io sono te. Io sono la parte di te che hai creato tu. Il mostro. Colui che fa soffrire le persone. Colui che viene abbandonato. Ma la cosa buffa è che tutto questo mio essere è dentro di te, e sei stato tu a crearmi. Tu ti sei fatto allontanare, tu hai fatto soffrire le persone, tu hai sofferto a tua volta!!! - ride maligno - Osserva!!!
La sua mano afferra la mia e mi trascina attraverso lo specchio, nello spazio nero infinito.
Ad un certo punto, di fronte a me appare dal nulla un letto di ospedale.
Sopra di esso, il mio corpo in coma.
E di fianco... di fianco al letto, seduto, c'è Levi.
Levi mi sta tenendo la mano e la stringe forte.
È tanto tempo che non lo vedo...
Ha cambiato occhiali... Hanno la montatura d'oro... Attraverso le lenti posso vedere i suoi occhi blu scurissimi, lucidi.
Lo sto facendo soffrire...
Di nuovo...
Io che volevo morire...
E guardandolo lo voglio ancora di più...
- Levi - comincia a spiegare con cattiveria lacerante - Lui viene a trovarci tutti i giorni per quasi due ore, ormai continua a farlo da un anno. - quindi sono in questo stato da un anno... - Lui sta male a causa nostra. Soffre più di ogni altra persona al mondo. E la causa della sua sofferenza sei tu.
Il letto scompare insiememe a Levi.
- No... Levi...
Allungo il braccio verso il punto in cui si era manifestata la scena, ma una mano fredda rivestita da una manica nera me lo afferra, bloccandolo.
- Non puoi fare nulla. Rifletti, stupido me stesso. - dice gelido Eren in nero abbassandomi il braccio - Hai visto la scena, no?! Secondo te, dove ci troviamo noi, adesso?
Cazzo...
Io...
- Siamo... - cerco la risposta balbettando - Siamo... Sono confuso...
Mi arrendo.
- Ah...! - esordisce lui irritato - Sei davvero un idiota! Siamo nella tua mente, Eren. Ecco perché è così vuota... - ridacchia - Il tuo corpo è inerme su un letto dell'ospedale. E anche volendo, né io né tu potremmo fare qualcosa per cambiare la situazione fuori.
Porca miseria...
- Ci... - boccheggio - Ci dev'essere qualcosa che posso fare...!
- No. - mi stronca - Non c'è. E anche se potessi fare qualcosa, cosa faresti? Ti sei cacciato in questo casino da solo, hai ridotto così il tuo corpo, hai fatto male alle persone intorno a te, hai odiato il mondo che dovresti amare, hai rovinato la vita di chiunque ti avesse anche solo parlato, e per concludere in bellezza, hai sprecato così la vita che ti è stata donata, volendo farla finire prima del suo decorso, e fallendo miseramente nel tuo intento. Cosa pensi di poter fare, eh, Eren?! Come pensi di risolvere la situazione, tu che ogni cosa la hai sempre rovinata?! L'unico pensiero giusto che hai avuto è stato quello di ucciderti, ma non ci sei riuscito... Sei davvero inutile... Insignificante...
- No... Non è vero... Levi mi voleva bene... Hanji... Erwin...
- Ma secondo te! - continua alzando la voce per sovrastarmi - Loro hanno sofferto moltissimo a causa tua, secondo te dopo tutto quello che hai fatto, ti vorranno ancora bene?! O meglio, te ne hanno mai voluto veramente?!?!
- SÌ!!! - urlo piangendo - LORO SONO STATI SEMPRE GENTILI CON ME!!!
- Lo hanno fatto egoisticamente, per loro stessi. - spiega restando calmo, al contrario di me - Hanji veniva pagata per prendersi cura di te, e anche Erwin. E Levi...
- LEVI MI AMA!!! E NON HA DOPPI FINI!!! Lui non mi ha mai chiesto niente in cambio e non lo ha mai ricevuto...
- Questo non ti fa sentire peggio? - mi attacca - Il fatto di essere stato amato ma di non avere dato amore... Non ti dà fastidio, tutto ciò?
- Io...
Levi mi ama.
E io amo lui.
Prendo la parte malvagia di me per il collo e inizio a stringere sotto il suo sguardo spaventato e confuso.
- Io a Levi non solo ho dato il mio amore... IO GLI HO DATO IL MIO CUORE!!! Sei tu quello che non capisce nulla qui. Non io. È vero, ti ho creato io. Ma adesso non mi servi più, e le parti inutili vanno eliminate... IO VOGLIO AMARE IL MONDO, NON ODIARLO!!!
Stringo più forte.
Le sue mani cercano invano di togliere la mia presa.
- ... Asp... Aspetta!!! - gracchia senza fiato - Non ti ricordi di questo?!?! Lo hai dimenticato?!?!...
Intorno a me a sostituire il nero, si crea una stanza.
Una stanza fin troppo familiare.
Sento una porta aprirsi e richiudersi.
- Moccioso, sono a casa!!! Sai cosa devi fare, vero?!
L'uomo con gli occhiali e i capelli alle spalle si abbandona sulla poltrona accanto a me.
No... no...
Un frastuono di vetri infranti e un debole grido infantile giungono dalla porta aperta della cucina.
Mio padre si alza di scatto e corre a passi pesanti attraverso la porta.
- CHE CAZZO HAI COMBINATO, FIGLIO DI PUTTANA!!! TI HO SEMPRE DETTO DI PORTARE LA BOTTIGLIA CON DUE MANI!!!
- Papà, non l'ho fatto apposta...
- SILENZIO!!! - lo schiocco di uno schiaffo andato a segno e il pianto e le urla di un bambino - Ora senza fare storie girati e togliti la maglia.
- Papà... - prega il bambino in lacrime.
- SENZA FARE STORIE HO DETTO!!!
Silenzio interrotto solo dai singhiozzi del bambino.
Poi un rumore che speravo di dimenticare.
La sua cintura che scivola nell'aria per poi schiantarsi sulla mia schiena nuda.
Il pianto e le urla che ricominciano...
Le mie urla...
- Speravi di riuscire a dinenticartene, eh... - la stanza scompare e l'Eren malvagio mi provoca nella stretta della mia mano - Speravi di dimenticare la causa della mia creazione. Ma non è stato così. Questi ricordi sono indelebili nella tua memoria. Nella mia memoria! Sono quelli che non ti fanno dormire la notte, quelli che ti torturano dentro!!!
Stringo ancora di più il suo collo, facendolo diventare tutto rosso in viso.
- Se questi ricordi sono nella tua memoria - dico deciso - Allora è un motivo in più per eliminarti.
La sua bocca si apre lasciando colare della saliva e lasciando uscire dei versi di dolore.
La stretta delle sue mani sul mio polso  si fa sempre più forte, sempre più forte, sempre di più...
Fino a quando non diventa nulla.
Le sue gambe smettono di divincolarsi da tutte le parti.
Il suo petto smette di muoversi.
I suoi occhi sono vuoti.
Lascio la presa sul suo collo.
Il suo corpo cade come senza peso e si dissolve nel nero.
Immediatamente il nero si schiarisce pian piano fino a diventare bianco.
Sono di nuovo da solo, nella mia mente.





























Levi

Giorno 342.
Sono 342 giorni che Eren è in coma.
Sono 342 giorni che io mi reco in ospedale per visitarlo.
E sono 342 giorni che spero che lui si risvegli.
Hanji ha rinunciato a farmi mollare.
Io non perdo mai le speranze.
Non con Eren.
Così, anche oggi sono in macchina di Erwin per andare in ospedale.
Accosta e scendo, ringraziando Erwin.
Salgo al 3 piano.
Svolto a sinistra.
Poi a destra.
Conosco la strada a memoria, ormai.
Apro la porta.
Mi siedo accanto al suo letto, come sempre, dopo avergli dato un bacio sulla fronte.
Controllo i parametri sullo schermo.
Stabili, ma deboli, come ogni giorno.
Prendo la sua mano sinistra e la stringo tra le mie, stando attento a non staccare la flebo.
Non mi aspetto che lui ricambi la stretta.
Ma lo vorrei tanto.
Mi appoggio con la schiena al muro.
Chiudo gli occhi.




























Angolo autrice

Ok, il prossimo capitolo è davvero l'ultimo, lo giuro
Eheheheh

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