Tetsutetsu x Reader

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Numero di parole: 9157

Esatto. Non scrivo OS, ma papiri lunghi più dell'elenco delle mie paranoie. Il che la dice lunga sulla situazione.
Buona lettura! ^^'

In linea col nuovo regolamento di Wattpad i personaggi sono da intendersi come maggiorenni;

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Le lettere scorrevano velocemente sotto ai miei occhi, divorate avidamente pagina dopo pagina.
Non ero mai stata una persona particolarmente amante del chiasso e quando potevo preferivo starmene per conto mio nella stanza del mio dormitorio. Con a farmi compagnia un romanzo sempre diverso, rigorosamente preso in prestito dalla biblioteca della scuola.
Quella sera mi stavo dilettando nella lettura di un grande classico che per mesi avevo valutato di iniziare, scoraggiata dalla lunghezza e dal poco tempo che sapevo di poterci dedicare, ma adesso che lo avevo tra le mani non riuscivo più a staccarmi dalla lettura. Era come una droga.
Il cellulare, posto sul mio comodino, mi avvisò di un nuovo messaggio con una breve notifica sonora, simile al cinguettio di un piccolo uccello.
Di solito non lasciavo i miei libri per nulla al mondo, ma per quella notifica in particolare quasi caddi dal letto per la foga di afferrare il mio telefono.
Quella che avevo sentito era infatti una notifica personalizzata, usata per distinguere i messaggi di una persona in particolare da quelli di tutti gli altri.

Silver, 18:33:
"Sei libera? Ho bisogno di parlare con te... posso venire nella tua stanza?"

Era un messaggio del mio migliore amico e mio compagno di classe, nonché mio primo amore. Praticamente dalla bellezza di otto anni, un numero non da poco, considerando la mia età di appena diciotto.
Leggendo quel messaggio sospirai affranta.
Normalmente scoppiavo dalla gioia ogni volta che mi cercava, ma quando mi scriveva cose del genere poteva esserci solo una spiegazione dietro.

Me, 18:34:
"Non dirmi che riguarda ancora lei...
Tetsu, per quanto tempo vuoi farti prendere in giro da quella ragazza? Non ne hai ancora avuto abbastanza?"

Silver, 18:36:
"Dai, per favore, non farmi la predica... posso parlarne solo con te, lo sai. Allora? Posso? Per favore, fammi venire da te."

Mi lasciai scappare un nuovo sospiro, questa volta più pesante ed esasperato di quello precedente.
La storia era molto semplice: da diverso tempo, molti più mesi di quelli che avrei voluto, Tetsutetsu si era preso una sbandata pazzesca per una ragazza di una classe accanto, iniziando a fare di tutto per farsi notare da lei e compiacerla.
Lei, che era una ragazza molto furba, aveva colto la palla al balzo per rigirarselo per bene come un calzino. Praticamente sfruttandolo e prendendolo solo in giro, anche se lui non voleva capirlo.
Ad esempio approfittava di lui per farsi pagare lo shopping o le uscite, prosciugando il poveretto di tutto il suo budget settimanale. Tetsutetsu era infatti un ragazzo molto ingenuo e dal cuore buono, tanto che non era mai stato in grado di capire quando qualcuno si approfittava di lui. Specie adesso che aveva la mente annebbiata dalla sua infatuazione e credeva di essere in qualche modo corrisposto.
Io dal canto mio ero molto arrabbiata, ma anche molto dispiaciuta per lui, in quanto lo ritenevo immeritevole di un trattamento tanto brutto e scorretto.

Me, 18:39:
"Va bene, vieni, ma bada di non farmene pentire."

Silver, 18:40:
"Ti adoro. Dammi cinque minuti e arrivo."

Tetsutetsu parlava solo a me di quella situazione, essendo l'amica più cara che aveva.
Ovviamente era ignaro dei miei sentimenti per lui, quindi non sapeva quanto soffrivo ogni volta che mi parlava di lei e dei sentimenti che provava.
Soffrivo soprattutto vedendolo infelice e succube della situazione. In quanto se proprio non potevo averlo allora volevo saperlo felice, cosa che non stava succedendo.
Mi lasciai andare all'ennesimo sospiro frustrato, alzandomi lentamente dal letto per poter sistemare quei pochi oggetti che non erano al proprio posto.
Piegai alla bell'e meglio qualche vestito tristemente accatastato sulla sedia della scrivania e riposi nello scaffale apposito qualche volume lasciato nei posti più disparati.
Infine mi piazzai davanti allo specchio, scacciando con un gesto una sbavatura di mascara sotto la palpebra destra e pettinandomi velocemente i capelli con le dita.
Poi mi spruzzai del profumo e mi buttai sul letto, cercando di assumere la posa più naturale possibile.
Il ragazzo arrivò da me nei tempi promessi, presentandosi con una perfetta faccia da funerale.
Avevo tolto la sicura dalla porta, così da permettergli di entrare come suo solito senza bussare e senza troppe cerimonie, eppure quel giorno se ne restò sull'uscio. Ritto e rigido come un animale impagliato.
<<Beh? Hai intenzione di restartene lì fermo tutto il santo giorno? Entra e chiudi la porta>> gli suggerii.
Lui eseguì come un automa e capii da me: quel giorno doveva essere peggio del solito, soprattutto considerando l'urgenza con cui si era piombato da me.
<<Tetsu? Che succede?>> chiesi, iniziando davvero ad essere preoccupata.
Mi arrabbiavo molto con lui, siccome cercavo di fargli aprire gli occhi rispetto alla situazione, ma a volte vederlo così triste faceva crollare la mia facciata dura.
Il ragazzo non aprì bocca, ma si accomodò al mio fianco, accostandosi a me e poggiando la fronte sulla mia spalla.
Quando faceva così poteva significare solo una cosa: aveva bisogno di essere coccolato e rassicurato. Proprio come un bimbo piccolo.
Di solito mi mostravo molto dura con lui, ma vederlo così fragile mi inteneriva, tanto che finivo col cedere ogni benedetta volta.
Infatti lo avvolsi tra le mie braccia, iniziando ad accarezzare lentamente la sua testa, avendo cura di passare dolcemente le dita tra i fili argentati che erano i suoi capelli.
Ero molto delicata durante simili gesti, soprattutto perché il ragazzo era solito fare nodi. Nodi che sciolsi lentamente, passandoci le dita in mezzo.
Le mani del ragazzo risalirono lentamente lungo la mia schiena, aggrappandosi al tessuto del maglioncino che indossavo quel giorno.
<<Perché mi tratta così? Ho qualcosa che non va?>> chiese il ragazzo, parlando per la prima volta da quando aveva messo piede nella stanza.
Mi si strinse il cuore al suono della tristezza e dell'insicurezza che trasudavano dalle sue parole e dal suo tono di voce. D'impulso accostai le mie labbra in direzione della sua guancia, lasciando un bacio all'altezza dello zigomo.
Tetsutetsu arrosì immediatamente, così come succedeva ogni volta che usavo con lui un approccio un po' più intimo, sicuramente a causa della sua timidezza in materia.
A causa del suo quirk spesso veniva considerato come un ragazzo indistruttibile e intoccabile, ma dentro era tutto l'opposto che fuori. Poteva indurire il suo corpo, ma il suo animo restava tenero e fragile.
Era davvero un ragazzo puro e dai sani principi, che in classe cercava sempre di aiutare e di incoraggiare gli altri. Teneva molto a tutti noi ed era sempre sincero con tutti, proprio per questo meritava solo il meglio.
<<Non hai nulla di sbagliato, fidati se te lo dico>> lo rassicurai <<non devi abbatterti solo perché una ragazza non ti tratta come meriteresti.>>
<<Vorrei poterlo credere>> confessò, rannicchiandosi maggiormente contro il mio corpo, alla ricerca di ulteriore calore e contatto.
<<Tetsu, mi fa male vederti così. Perché non la lasci perdere? So che sei un ragazzo testardo, ma non credi sia giunto il momento di guardare altrove?>> proposi:
<<Altrove dove? Non piacerò mai a nessuno. Ho un quirk banale e un aspetto strano>> spiegò lui <<nessuna mi amerà mai.>>
A quelle parole gli piazzai una sonora sberla sulla testa, facendolo lamentare dalla sorpresa spiacevole e dal dolore.
<<E questo perché? Mi hai fatto male, sei cattiva>> chiese lui, scostandosi leggermente da me per massaggiarsi il punto colpito dalla mia mano. Aveva un'espressione sul viso davvero contrariata e buffa, ma non ero nella situazione di ridere della questione.
<<Perché stai sparando un sacco di fesserie e non ti sopporto quando dici sciocchezze del genere. Non hai un quirk banale, né tantomeno un aspetto strano>> gli spiegai <<alle medie piacevi a un sacco di ragazze, così come qui, non fingere di non ricordartene.>>
L'espressione del ragazzo si addolcì leggermente e perse un po' del broncio da poco acquisito, tornando a poggiarsi sulla mia spalla.
<<Tetsu... lasciala stare, lo dico per te. Sai che ti voglio bene e che desidero solo il meglio per te. Quindi lasciala, dimenticala...>>
La mia era quasi una supplica, dettata sia dalla mia preoccupazione, sia dai miei brucianti sentimenti per il ragazzo.
<<Ma non ci riesco. A me piace, quindi come posso fare?>> chiese.
La voce del ragazzo tremava e sembrava trattenersi molto per non piangere, così come stavo cercando di trattenermi a mia volta.
Ero indiscutibilmente innamorata di lui e sentirlo professare dei suoi sentimenti per un'altra ragazza era sempre un boccone molto amaro da mandare giù e da digerire.
Tuttavia in quel momento la mia priorità era solo ed esclusivamente lui, quindi ingoiai l'enorme groppo che avevo in gola e mi sforzai di apparire positiva.
<<Troveremo un modo, Tetsu, te lo prometto. Ti starò sempre vicina e ti aiuterò ad essere felice>> promisi al ragazzo, baciandolo sulla nuca.
Lo sentii borbottare qualcosa in merito alla mia espansività e sorrisi, baciandolo di nuovo sullo stesso punto.
Tetsutetsu diventò rosso come un pomodoro e scoppiai a ridere, seguita a ruota da lui.
Quello spense un po' il malumore del ragazzo e cambiò l'atmosfera della stanza.
Passammo il resto del tempo a guardare un film per permettergli di distrarsi e pensare ad altro, ognuno tra le braccia dell'altro. Senza staccarci fino alla fine.

My secret || MHA lemonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora