CAPITOLO VI: Hydra.

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- Dannata bestia, perché non crepi? -

- Zack, attento, alla tua sinistra! - urlò Isa.

Il guerriero respinse l'attacco d'ala invocando lame eteree dietro la sua schiena.

- Ti ringrazio, Isa. - disse fermamente il cavaliere alla compagna.

- Figurati. Terence, hai raccolto informazioni utili sul suo conto? -

- Sì, ho notato certi dettagli che potrebbero aiutarci in qualche maniera. -

- Esponici tutto ciò che hai avuto modo di osservare. -

Il soldato scienziato pose i propri occhi verso la gigantesca creatura che li aveva attaccati: sembrava un essere invincibile. Non dava cenni di affaticamento, sferrava attacchi continui all'impazzata; inoltre, la sua corazza di squame era talmente affilata che rendeva impossibile avvicinarsi senza subire dei colpi.

- Si tratta di un drago delle catene montuose occidentali, lo si può intuire dalle squame nere che lo contraddistinguono. Sembra avere leggere difficoltà a muovere la zampa posteriore sinistra: in quel punto la armatura che possiede è anche meno presente, ci converrebbe attaccare da lì. Il collo è la zona corporea che tende a coprire maggiormente, in quanto non ha alcun tipo di protezione in quella parte. Ma, per poterlo attaccare direttamente, dobbiamo prima farlo accasciare a terra, colpendo gli arti inferiori. -

- Dunque, effettueremo una manovra a tenaglia. - aggiunse lo stratega - Attaccando su due fronti diversi, faremo in modo che sia la bestia a tradirsi da sola, facendo forza sulla zampa e perdendo parte del suo equilibrio. È richiesta una grande rapidità per una mossa così rischiosa, tuttavia, è l'unica possibilità che abbiamo di annientarlo. Colpiremo da sinistra e da destra: io e Zack da un lato, Isa dall'altro. Il capitano si occuperà di tenerlo a bada frontalmente. -

- Quant'è la percentuale di riuscita, Terence? - domandò una figura appena giunta sulla scena.

- Capitano, potremmo riuscirci al 37.8%. -

- I numeri non sembrano proprio dalla nostra parte, ma, se è la nostra unica chance, allora agiremo così. - riprese il proprio discorso l'uomo da poco spuntato - Uomini, dispersione! -

Un cappotto di colore nero pece ricopriva l'addome ed il torace dell'individuo frappostosi tra i soldati; era alto ed aveva una corporatura snella, ma muscolosa. Dei pantaloni scuri di lino accompagnavano delle scarpe dello stesso manto della notte, le quali possedevano, sotto la suola, una serie di punte avvizzite, che venivano attivate premendo un pulsante presente all'interno della calzatura: il loro scopo era far sì che l'utilizzatore non avesse difficoltà a muoversi su alcuna superficie.

Il capitano di quei derundiani sembrava un tipo che sapeva svolgere in modo egregio il proprio mestiere: aveva una impassibile espressione seria sul volto e non aveva minimamente l'aria turbata. Dopotutto, egli era un soldato di élite, come lo erano anche i suoi compagni.

- È arrivato il momento di giocare, vero, mostro? - disse tra sé e sé.

Un sorriso beffardo accompagnava il suo lento avanzare. Vento, una forte folata di vento soffiò tra gli alberi vestiti di un verde acceso; una foglia si staccò dalle sue copie equivalenti e stava lentamente svolazzando verso l'umido terreno. Toccò terra dopo qualche secondo. Il capitano aprì gli occhi e si mosse a velocità supersonica.

I suoi movimenti erano quasi impercettibili all'occhio umano; ogni suo passo equivaleva a metri e metri di distanza: non era un tipo che scherzava. Nonostante la sua agilità, non aveva ancora sferrato un attacco, siccome non voleva abbassare la guardia.

Sarebbe stato il drago a lanciare per primo l'offensiva e lui avrebbe reagito evitando ogni colpo; stava solo tentando di confonderlo, in modo che la abominevole serpe perdesse la cognizione della effettiva posizione della sua preda. Quell'uomo era un diversivo e chi meglio di lui avrebbe potuto svolgere un compito del genere, viste le sue incredibili doti fisiche?

TOD: Atto I - Shadow may come.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora