Il cacciatore si risvegliò in una radura che non aveva mai visto prima: gli alberi erano spogli ed il cielo era scuro, coperto da rovi neri che si intersecavano in modo da creare una corazza naturale a quello spazio cupo.
Aureus si era addormentato su un cespuglio verde smeraldo, i cui quadrifogli lo avevano difeso dagli spuntoni di crescita rapida.
Indossava un'uniforme che non aveva mai visto fino ad allora, la quale aveva, in corrispondenza del cuore, uno stemma raffigurante un cerchio, che conteneva a sua volta una circonferenza di raggio minore, dalla quale partivano dodici segmenti di uguale distanza che mettevano in contatto i perimetri delle due superfici circolari.
Le rette nell'emblema brillavano di luce propria, come se fossero costituite da luce incandescente.
Il giovane provò a toccare il misterioso sigillo impresso sulla divisa, ma un forte dolore al petto lo travolse come una gelida bora durante una mattina estiva.
Iniziò a gemere ed a cacciare forti lamenti dalla bocca per il dolore e non riusciva a placare i propri muscoli, i quali tremavano incondizionatamente con un impulso adrenalinico costante.
Una scintilla penetrò nella sua mente come un'alabarda nell'armatura di un guerriero: se la sofferenza precedentemente fosse stata forte, in quel momento sarebbe stata atroce.
Un susseguirsi di immagini sbiadite si manifestò nella sua testa: si trovavain mezzo ad una folla infinita di cui non poteva riconoscere i volti, né i tratti somatici.
Poi il vuoto.
Si sentì cadere in un pozzo senza fondo. Da quanto tempo era in picchiata? Secondi, minuti, ore, giorni?
Il tempo si era fermato, ma nel suo sistema nervoso una clessidra si girava e rigirava all'impazzata facendo da metronomo ad un ritmo senza armonia, né note.
Infine, sbatté a terra contro una superficie liscia e fredda; era in un posto completamente buio dove si ergeva come una colonna una culla di legno che ondeggiava sul pavimento accompagnata dal suono di un carillon.
Il ragazzo, non avendo cosa fare, si avvicinò al mobile bambinesco. Durante il suo percorso, le immagini si intensificarono e divennero pian piano crude e violente, mentre la melodia emessa dallo strumento musicale si stava traslando in un rumore assordante.
Finalmente, giunse alla sua destinazione, finché non udì un pianto disperato tutt'intorno a sé.
Di chi erano quelle lacrime? Sembrava un bambino, ma non poteva esserne certo. Così, decise di cercare la misteriosa culla.
Un'ombra gli toccò la spalla ed egli si voltò di scatto. Perse i sensi e cominciò a ricadere nell'oblio, vagando in un mare tempestoso all'infinito.
- Chi sei? perché lo stai facendo? Pensi di potere cambiare? Reputi che ci sia una vita oltre la sopravvivenza? Da quanto sei in viaggio? - queste mille voci assillavano la sua mente fragile.
La morte era una concezione che, in base al pensiero comune, rappresentava nel più dei casi un passaggio a vita migliore.
Tuttavia, ciò accadeva quando nella propria vita si avesse dato tutto ciò di cui si fosse in possesso: lo scopo degli esseri umani era dare un significato alla propria esistenza.
Qualora si finisse in una dimensione situata tra il mondo terreno e l'oltretomba, ci si sarebbe ritrovati in un luogo isolato, impercettibile ed irraggiungibile dal semplice individuo, il limbo.
- Prendere l'iniziativa significa giocare tutto se stesso in una singola occasione e sperare che i tuoi sforzi diano l'esito sperato. Quando una vita umana è in pericolo, lì, devi decidere se sia il momento di dare la tua forza per una causa. Sei tu a creare un codice cavalleresco: ogni legge o regola che senti è falsa, spetta a te la sua interpretazione, tocca a te attribuirle una valenza. La tua attitudine su quest'argomento dimostra la persona che sei e che intendi diventare. - questa voce maschile risuonò nella sua testa come un orologio a pendolo a mezzanotte.
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TOD: Atto I - Shadow may come.
FantasyCorreva l'anno 828 nell'impero derundiano. Diventare un cavaliere non era solo un obiettivo per i giovani imperiali: rappresentava una vera e propria evoluzione mentale. Qui, in tale contesto politico e sociale, si articolò la figura di un fanciullo...