Capitolo 3

114 13 10
                                    

"Ehi!".

La voce del ragazzo sconosciuto rimbombò forte nella sala come un eco mentre Piero si dava alla fuga.

Con il cuore quasi alla gola per lo spavento il giovane si mise subito a correre e fuggì credendo di essere nei guai.

Chi poteva mai essere quello lì? Che cosa ci faceva? Che si trovasse lì per puro caso o...

Niente, non osò pensare oltre o meglio dire in quel momento non riusciva a pensare; era troppo preso a ripercorrere quei corridoi dove era passato prima per poi...

"Finalmente" si fermò come vide l'ingresso del palazzo e una volta alla porta tutto ansimante cercò di riprendere fiato.

"Se solo non mi fossi...".

"Ehi! Tu!".

Ancora una volta quel ragazzo.

Che cosa voleva? Perché lo aveva inseguito? Trasalì un poco.

Piero fece per afferrare il pomello del portone quando...

"Fermo!" gli fu ordinato ed in quell'istante non poté fare altro che ascoltarlo.

"Aspetta un momento!". Rimase così fermo e al vedere il giovane scendere le scalinate ed avvicinarsigli deglutì.

"Che cosa ci fai qui? Come sei entrato?".

"I-io ecco" balbettò per poi cercare una risposta ma non gli venne in mente nulla; un silenzio assoluto cadde fra i due, un silenzio che divenne imbarazzante quando ricevette un'alzata di sopracciglia e sguardo curioso e confuso dall'altro.

"Piero!".

Una voce li interruppe attirando l'attenzione dei giovani facendoli girare verso di sé e...

"Gian!" il poveretto tirò un sospiro di sollievo rivedendo l'amico e sorrise come per ringraziarlo per averlo appena salvato da una situazione scomoda.

"Eccoti finalmente! Ti ho cercato dappertutto" Gianluca, anche lui, sospirò felice nel ritrovarlo per poi aggiungere "grazie Ignazio per avermi aiutato".

Ignazio, ecco come si chiamava quel ragazzo che lo aveva inseguito.

"Voi due vi conoscete?" chiese lui appunto guardando il moro come alla ricerca di una spiegazione.

"Sì, Ignazio, lui è con me. È un mio amico, si chiama Piero".

Il ragazzo lasciò un "oh" stupito per poi tornare con lo sguardo sul giovane e come Piero si trovò di nuovo faccia a faccia con lui sentì il suo cuore sobbalzare.

Gli occhi, gli occhi furono la prima cosa che vide di lui e ne rimase colpito; occhi di color marrone erano i suoi e per un momento Piero credette di sentire un brivido scorrergli lungo la schiena. Averli su di sé era come sentire un improvviso calore avvolgerlo e non ne era affatto spaventato anzi tutto il contrario, lo rassicuravano.

Distaccò poi lo sguardo per poi notare che portava capelli corti anch'essi marrone scuro e della barba con tanto di baffi. Che dire, Ignazio aveva un certo fascino e di certo il suo fisico atletico e muscoloso lo aiutava... e Piero, be', ne cadde vittima.

"I-io ero solo rimasto indietro" cercò di spiegarsi.

"Ho perso Gian e poi, be', mi sono perso anche io di conseguenza" si portò nervoso la mano nei capelli per scompigliarli.

E poi silenzio che fu interrotto da un "scusami" da parte dello stesso Ignazio.

"Io comunque non volevo spaventarti, volevo solo ridarti questo" e gli porse il ciondolo proprio nel palmo della sua mano. "Ti era caduto quando sei scappato via".

Il mio inizio sei tu || Ignazio Boschetto x Piero BaroneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora