Capitolo 1

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Il vagone vuoto ed immerso nel silenzio.

In tutto il treno quello era l'unico e proprio lì ora c'era un ragazzo.

Solo, tutto solo, l'unica cosa a fargli compagnia nel suo viaggio era un giornale.

Comprato durante il lungo tragitto Piero – così si chiama il giovane – una volta tornato a sedersi affacciandosi al finestrino si era messo a leggerlo fino a quando all'ultima pagina i suoi occhi andarono a posarsi su un articolo.

Il titolo era grande, impossibile da non notare e fu proprio quello ad attirare la sua attenzione; non solo, quel pezzo occupava quasi tutta la facciata.

<< È viva! >> e sotto ad esso...

<< Ritrovata la principessa Anastasia >>.

Piero sgranò gli occhi stupito e curioso per poi leggere la notizia.

"L'unica superstite, uh?" disse fra sé e sé nel ripiegare poi il quotidiano appoggiandolo sul sedile a lato.

"L'unica" ripeté mentre si trovò ad aggiustarsi nel cappotto color nocciola e mettere le mani nelle tasche.

"Che storie" sospirò e nel taschino le dita andarono a toccare qualcosa il cui contatto con esse fu freddo.

Piero le tolse avvolgendo fra le dita quello che teneva lì dentro e una volta che lo ebbe in mano lo guardò.

Un ciondolo.

Un pendente in ottone color oro composto da gocce di smeraldi incastonati su una base di filigrana a mo' di foglie racchiudendo un fiore rosso con pistilli gialli.

Un medaglione ben ricamato, forse fin troppo.

Sicuramente non poteva essere una collana per una qualsiasi persona. Di chi era allora? Era forse un regalo?

Domande alle quali Piero non riuscì a rispondere purtroppo. Non lo sapeva e così si limitò ad osservare ancora una volta quella meraviglia di gioiello e come lo girò sul retro eccola lì la scritta dentro un disco di vetroresina.

<< per sempre assieme >>.

Un piccolo sorriso si formò fra le sue labbra mentre uno strano senso di malinconia gli prese il cuore e gli annebbiò la vista. Che cosa gli stava succedendo? Ma soprattutto perché? Ma anche lì non seppe rispondere.

Distolse lo sguardo dalla collana riponendola nella tasca per poi appoggiare la mano sul petto sentendo i battiti ora tornare normali mentre con l'altra si strofinò gli occhi per la stanchezza.

Chissà perché tutto d'un tratto si era sentito così al vedere il ciondolo.

Non volle pensarci, distolse la mente da ogni possibile pensiero e appoggiò la testa sulla mano e guardò verso l'esterno del finestrino.

Il treno, rimanendo sempre in quel paesaggio invernale, era uscito da tempo dalla foresta ed ora si trovava a correre lungo i binari che attraversavano una landa pianeggiante ricoperta di neve e adesso Piero riusciva a scorgere da non molto lontano degli edifici.

I primi edifici di una città, molto vasta ad immaginare.

Nel suo lungo viaggio il ragazzo oltre quel finestrino ne aveva viste di città, enormi anche, talmente vaste da mozzargli il fiato... come se non ne avesse viste in vita sua; quante? Aveva perso il conto.

Rimase in silenzio ad osservare la città all'esterno mano a mano che il treno si avvicinava sempre di più ad essa per poi inoltrarsi.

Sospirò. Che fosse quella la sua destinazione? Lo sperò, voleva terminare il suo lungo viaggio e arrivare finalmente a...

Il mio inizio sei tu || Ignazio Boschetto x Piero BaroneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora