"Zia, sto andando al lavoro! Ti serve qualcosa dal fornaio?" grido a pieni polmoni dalla porta d'ingresso, so per esperienza che zia Clara è un po' dura d'orecchie e anche se si trova appena nella stanza accanto, la stragrande maggioranza delle volte non sente quando le parlo.
Ascolto i suoi passi strascicati sul pavimento della cucina, venire verso la mia direzione.
"Hai detto qualcosa tesoro?"
Eccola! "Si zia, ti ho chiesto se ti serve qualcosa dal fornaio..."
"Ma non ti sei già fermata ieri e anche l'altro giorno?"
Arrossisco un po' -no, è impossibile che lo sappia...-
"Beh, ci passo davanti per andare al lavoro, quindi..." le dico alzando le spalle, dando alle mie parole un tono casuale.
"Ah, va bene, allora... puoi prendere quei fantastici biscotti ripieni alla crema? Chiedi il vassoio intero, stasera passa di qui tuo fratello e sai che ne va matto!"
"Certo, cosa fatta!" mi giro per andarmene, quando la zia mi richiama.
"Ah, e Claudia... se ti piace qualcuno lì, perché non glielo dici e basta? Va bene ogni tanto, ma avere la dispensa piena di pane e biscotti mi sembra un po' esagerato..." mi fa l'occhiolino e un sorriso sornione.
Ritorno a imporporarmi le guance, ma decido di negare anche davanti all'evidenza " ma no zia, che dici? Non c'è nessuno... te l'ho detto, è di strada..."
Mi guarda da sopra i suoi occhiali, increspando le labbra "mmmh... sono sorda, non cieca..."
Non le rispondo, giro i tacchi ed esco di casa.
***
Sono fuori dal negozio del fornaio, la mano sulla maniglia della porta, i miei occhi scrutano l'interno con ansia, possibile che oggi non ci sia? No, invece è lì, come ogni mattina da 5 mesi a questa parte... il mio cuore fa una piccola capriola al solo pensiero di lei, la ragazza più dolce e carina che abbia mai visto... il fatto è che lei non sa che esisto! Non ho mai avuto il coraggio di parlarle... girovago per il negozio, aspettando sempre che lei sia impegnata a servire un altro cliente, per avvicinarmi al bancone per il mio turno. Oggi non fa eccezione: aspetto pazientemente un suo collega, lascio l'ordine dei biscotti per questa sera al mio ritorno dal lavoro ed esco.
Eccomi qui, una ragazza di 26 anni alle prese con una cotta da liceale! Scuoto piano la testa e mi incammino sul marciapiede, fortunatamente ho un lavoro vicino casa e posso arrivarci comodamente a piedi in 10 minuti.
"Ehi attenta!" Sento una voce urlare dietro di me e mi volto.
Succede tutto in una manciata di secondi, ma il tempo sembra dilatarsi all'infinito, e ogni dettaglio è chiaro e preciso ai miei occhi. Vedo un Suv nero venire verso di me a velocità sostenuta, sbalzando incontrollabile sul marciapiede, il conducente è un uomo di mezza età, ha entrambe le mani sul volante ma una tiene ancora il cellulare -probabilmente non avrà nemmeno chiuso la telefonata- penso. Alcune grida di avvertimento per spostarmi, -no troppo tardi-, uno stridio di freni e poi un colpo sordo.
Lì distesa sul cemento, non sento freddo né dolore -bene- penso, -se qualcuno mi dà una mano ad alzarmi posso anche andarmene al lavoro- provo a muovermi ma non succede nulla... che mi sia rotta una gamba? un braccio? Ok, calma, ora chiedo aiuto... ma non emetto nessun suono... il panico si impadronisce di me, inizio ad iperventilare, il respiro è superficiale, il cuore... no aspetta! Non c'è nessun respiro, non c'è nessun battito di cuore! io... sono morta!
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UNA SETTIMANA ANCORA
ChickLitClaudia è una ragazza di 26 anni come tante altre, conduce la sua vita con la solita routine: casa, lavoro, e spiare lei, la ragazza per la quale ha una cotta. Ma un giorno il fato ci mette lo zampino.