Capitolo 7

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Sto aspettando alcuni colleghi del lavoro al tavolo del pub, stasera mi sarei svagata un po' dai pensieri che hanno occupato la mia mente nelle ultime 24 ore, avrei bevuto un po' e cantato... sicuramente avrei bevuto più di un po' per riuscire a cantare dopo, ma questa è un'altra storia...

Arriva Zoe con tre amici a ruota, e decidiamo di fare il primo giro di shots, così mi alzo e vado al bancone per ordinare.

"Claudia?"

Mi giro di scatto, riconoscendo la voce "Diana! Ehi ciao!"

"Sei qui da sola?"

"Ehm, no, sono qui con alcuni amici... tu, sei con mio fratello?" Mi sporgo per vedere se in giro c'è Corrado.

Arrossisce un po' "No, a dir la verità sto aspettando alcune amiche..."

Proprio in quel momento, arrivano da dietro di me due ragazze che non mi notano e vanno subito ad abbracciare Diana, scusandosi del ritardo.

"Ragazze! Finalmente, alla buon'ora! Altri due minuti e vi piantavo in asso!"

Mi schiarisco un po' la gola "Bene Diana, meglio che torni al tavolo..." dico.

A quel punto entrambe le sue amiche si girano verso di me, squadrandomi.

La più bassa delle due mi fa un sorriso e tende la mano per presentarsi "Ciao, sono Giulia", così mi presento anch'io "piacere, Claudia".

Ora è il turno dell'altra ragazza, che mi porge la mano "ciao Claudia, io sono Giorgia... hai davvero un nome bellissimo" mi dice in tono basso; non me l'aspettavo e arrossisco chinando un po' la testa, ma non riesco a non sorridere del complimento "grazie..."

Sento Diana schiarirsi la gola "Ok, noi andiamo...ciao Claudia, ci vediamo"

"Ok, ciao ragazze, piacere di avervi conosciuto"

"Piacere mio, Claudia" sento dire la sua amica Giorgia, e mentre se ne va mi lancia occhiate maliziose.

***

Siamo qui da un po' e al nostro tavolo abbiamo una bella varietà di bicchieri vuoti da indurre a pensare che siamo abbastanza ubriachi... no, ma ci siamo vicini! Zoe si alza e mi tira con sé verso il palco, chiediamo al Dj la nostra canzone preferita e con i microfoni in mano iniziamo a cantare. Io ho una voce decente, ma Zoe è stonata come una campana! Nonostante questo cantiamo con passione, senza dover guardare le parole sullo schermo, questa canzone la conosciamo a memoria. Così il mio sguardo vaga per la sala poco illuminata, ma noto subito gli occhi di Diana puntati su di me, sul suo viso un ghigno divertito. Sento nel petto una vampata di calore e l'alcol fa il resto, così per dare enfasi alla canzone, mi butto sulle ginocchia e canto a squarciagola; Zoe, naturalmente alticcia come me, copia i miei movimenti e sembriamo due deficienti inginocchiate sul palco.

Finita la nostra esibizione e ricevuti gli applausi e i fischi dal pubblico, torniamo al nostro tavolo in mezzo alle risate generali.

***

Che serata! Sono fuori nel parcheggio del pub, le chiavi della macchina non vogliono entrare nella portiera per sbloccarla. Sento dei passi dietro di me, ma non sono per nulla preoccupata di girarmi per vedere chi può essere, sono veramente incazzata, ora le chiavi mi scivolano di mano. Fanculo!

"Ti vedo in difficoltà, vuoi una mano?" Ora mi giro, stanno chiaramente parlando con me.

"No grazie, Giulia" parlo lentamente, chinandomi a riprendere le chiavi.

"Giorgia"

"Ops, scusa..." mi rialzo e mi gira la testa, rido un po', ok è probabile che io sia ubriaca...

"Dai, è meglio se ti diamo un passaggio... vieni con me" e mi afferra con decisione la mano.

La macchina è poco lontano, dal finestrino del conducente vedo il viso di Diana guardarmi con aria seria, Giorgia le spiega la situazione e senza tante cerimonie mi fa cenno di salire. Giorgia mi fa scivolare sul sedile posteriore poi si siede vicino a me, molto vicino a me, guardandomi con un sorrisino, appoggiando casualmente la sua mano sul mio ginocchio.

"Allora Claudia, come mai vi conoscete, tu e Diana?"

Sto per rispondere, quando da davanti Diana mi interrompe "sono amica di suo fratello" e mentre parla mi lancia uno sguardo strano attraverso lo specchietto retrovisore, capisco di dover tenere la bocca chiusa.

Ma Giorgia non sembra intenzionata a mollarmi "Sei una ragazza davvero carina sai? Ce l'hai già un ragazzo?"

Beh questa è una domanda facile "No..."

"Quanti anni hai?"

"Ne ho 26... tu?" Diana mi dà un'occhiata dallo specchietto.

"Davvero? Cavolo, ne dimostri meno... li porti davvero bene! Io ne ho 21" mi dice, ora la sua mano è salita un po', posizionandosi a metà della mia coscia.

"Ok, Giorgia, scendi... siamo a casa tua" arriva la voce monocorde di Diana dal sedile anteriore.

Giorgia mi tende un foglietto con un sorriso malizioso "questo è il mio numero, Claudia... non perderlo, mi raccomando" e facendomi l'occhiolino scende dall'auto. Guardo il foglio e poi alzo gli occhi, Diana mi sta fissando dallo specchietto.

Distoglie subito lo sguardo e fa ripartire l'auto "Ora porto a casa Giulia e poi andiamo da te..."

Non mi ero nemmeno accorta che sul sedile del passeggero c'era la sua amica addormentata, "ok" dico sistemandomi meglio sul sedile posteriore.

Mi ero assopita un po', quando la sento parlare "Quindi hai 26 anni... pensavo fosse Corrado il più vecchio di voi due..."

"No, sono io la sorella maggiore... comunque la tua amica ha ragione, li porto davvero bene!"

Lei sbuffa e mi lancia il solito sguardo attraverso lo specchietto, poi mi chiede "E a me? Quanti anni mi dai?"

"Ahi, domanda tranello! Sono già un po' ubriaca, non puoi approfittare di me in questo modo!"

"Dai, non mi offendo..."

"Le ultime parole famose..." sospiro e poi le dico serafica "21"

"L'hai pensato perché essendo amica di Giorgia, dovrei avere la stessa età? O è stata una valutazione imparziale?"

"Cosa sei? Una psicologa? Cavolo... la prima..." dico sbuffando.

Lei ride e in quel momento sento un po' di farfalle nello stomaco "sbagliato! Ne ho 24, come tuo fratello..."

"Ah, vedi... anche tu li porti bene..."

Dopo poco arriviamo a casa di Giulia, Diana la scuote un po' finché non si sveglia, lei ci saluta e barcollando entra in casa.

"Vuoi salire qui davanti?" Mi chiede Diana.

"Arrivo" scendo dall'auto ed entro subito dopo accomodandomi sul sedile del passeggero.

"Mi spiace per Giorgia, se ti ha messo a disagio... è un po' appiccicosa"

Scrollo un po' le spalle "Fa niente, non mi ha disturbato affatto..."

"Non ti facevo un tipo da karaoke..." mi guarda un attimo con un sorrisino sul viso, poi ritorna alla strada.

"Neanche io... ma dicono che l'alcol fa miracoli!"

Ride, e per la seconda volta sento ancora farfalle svolazzare.

In uno slancio di stupidità, continuo "Sai, io e mio fratello abbiamo una cosa in comune... quando ti ho vista per la prima volta, cinque mesi fa, in quel negozio... anche per me è stato un colpo di fulmine..."

Lei gira la testa con uno scatto improvviso, fissandomi per qualche secondo, poi rivolge di nuovo gli occhi alla strada.

Vedo che cerca ogni tanto di parlarmi, ma muove un po' la bocca senza che ne esca nessun suono. Mi rendo conto di averla messa in imbarazzo "Diana, non devi dire niente... capisco..."

Arriviamo a casa mia in un silenzio teso, la saluto e lei fa altrettanto, senza più guardarci negli occhi.

UNA SETTIMANA ANCORADove le storie prendono vita. Scoprilo ora