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Da un paio di minuti fissava la sua immagine nello specchio incrostato di salsedine.

Quel bagno in riva al mare era la perfetta unione tra mattonelle pallide di glauco e macchie rancide di umido, solo un paio di tegole scheggiate lo separavano da tazze disgustosamente abbandonate su cui banchettavano i peggiori batteri.

Non si ricordava nemmeno il motivo per il quale era entrato sotto quel tetto, ma in un certo senso tutto quel fetore e scarsa premura lo occupavano da riflessioni che preferiva rimandare ai momenti successivi.

Aveva scelto di far scorrere sui palmi solo la consolazione dell'acqua, il panetto di sapone vicino era soffocato da troppe alghe, almeno in quelle sperava e in null'altro che avesse simili sfumature floride.

-Non puoi stare qui tutto il giorno- continuava a ripetere alla figura precisamente specchiata -Oggi ti sei persino fatto più carino...- iniziò a tastare il nuovo taglio di capelli -...lo avrà almeno notato?- riportò basso lo sguardo.

Si appoggiò alla parete nel suo punto più lustro e cominciò ad annotarsi i suoi sguardi durante tutta la giornata -Il primo è stato sull'autobus, ma dopo si è girato a parlare con Namjoon, poi durante la raccolta, ma solo perché avevo schizzato Jimin con l'acqua gasata e...e poi basta-

Era davvero difficile attirare la sua attenzione.

Era ormai certo che non lo calamitava come il nettare con le api, ma dopo tutto, anche nei suoi errori, non gli era indifferente e chi non altri se Kim Taehyung, questo bramoso soggetto dei suoi pensieri.

Sentì scattare la maniglia della porta e il cuore prese a palpitare.

Quello era certo un bagno, ma chi se non uno della sua classe ne avrebbe usufruito, il sole stava tramontando e la spiaggia era deserta dei popolani.

-Oh sei tu, non pensavo ci fosse qualcuno qui- fece il suo ingresso con finto stupore.

Era difficile parlargli in classe e tanto meno incontrarlo per i corridoi durante l'ora di pausa, ma ora era addirittura da solo con lui in quella latrina.

-Potresti spostarti? Dovrei lavarmi le mani- il corvino richiamò a sé tutte le forze per non crollare in quel piccolo movimento.

Dov'era Jimin quando serviva? A sbavare dietro altri cazzi era l'unica più probabile risposta.

-Anche tu ti sei sporcato con quel corso di ceramica del cazzo?- domandò tenendo gli occhi sulle dita che roteavano sotto il getto d'acqua.

L'altro mormorò più un richiamo d'aiuto, simile a quello di un cane sotto le percosse del bastone tra le mani del padrone.

-Mi hai sentito? Jungkook...ti chiami così giusto?-

Che pessimo bugiardo, sapeva benissimo il suo nome, erano compagni di classe, almeno così sembrava.

-Sì- sibilò schiarendosi la gola e facendosi amica ancor più la parete.

Nel frattempo la luna tornava a baciare le stelle come suo solito in ogni immortale ciclo serale.

L'irrealtà dei fatti sembrava la giustificazione più ovvia, eppure quella era proprio la sua cotta che lo tormentava inconsciamente da ben tre anni.

-Non vai al falò in spiaggia?- lo guardò per la prima volta, indirizzandogli veramente tutta la sua più totale attenzione, nessun sbaglio o sceneggiata, ora lo vedeva solo come ci si guarda tra persone normali.

-No, io torno in hotel- quasi più perché glielo comandavano i buon costumi, che la sua volontà, si interessò anche ai suoi progetti -Tu?-

-Io sì, è bello. Non ci fanno mai fare nulla di interessante in queste gite di merda, perciò un po' di sballo tra di noi ci sta- si avvicinò, troppo.

-Che fai?- reagì d'istinto trovandoselo a un palmo dalle labbra.

-L'asciugamano, sei in mezzo- sorrise spazientito.

-Oddio certo scusami- traslò di lato in preda alla colpa.

-Tranquillo Jungkook, se volessi limonarti non farei così- avvolse i dorsi nel panno rugoso e rigido.

-Come scusa?- era sicuro di aver capito male o aver frainteso del tutto.

Il castano gli afferrò il braccio e lo alzò sopra il lavandino, che si mostrò incredibilmente resistente.

Fece scendere le mani fin sopra le natiche e gliele strinse con insana voglia -Farei così prima di limonarti- si leccò le labbra per poi fiondarsi sul corvino, il quale girò la testa.

Sentì il bacio posarsi sul suo orecchio e il castano infastidito gli prese il mento costringendolo a guardarlo -Perché fai così? Molti vorrebbero essere al tuo posto lo sai?- ricominciò daccapo.

-No, no Taehyung, non voglio- lo spinse verso un'asse di legno e attanagliato dalla paura di un bacio scappò.

-Jungkook torna qui...- lo inseguì fermandosi sugli scalini e poi voltandosi per la presenza scomoda di una ragazza, guarda caso la voce delle malelingue scolastiche -...Chaeyoung no, non farlo-



"Spero che questa nuova vkook possa piacervi. È una storia che volevo realizzare da un po' di tempo, ma vedetela più che altro come uno sfogo, non prediligo questo tipo di storie, ma molto più complesse e lunghe, è un racconto da leggere in una sera, qualcosa giusto di coinciso e diretto"
Buona lettura❤️

TAKOTSUBO (Vkook)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora