Alice Nella Pozzanghera

I

Non l'avresti mai capita e ora sta andando via, via.
Sciacquala via.

Mani che sfregano ossessivamente, per staccarsi la pelle e pulirsi dai peccati in una pozzanghera di fango.
Ossessivamente grattando via ogni briciolo di tristezza, ogni centimentro di pelle libera, in mezzo ad ogni dito. Gratta via col sangue sotto alle unghie. La pozzanghera si fa scura e non è più mattina.

Ed il cielo è pieno di stelle.
Gli angeli accendono una candela per ogni ferita che hai nel cuore, ed il cielo sanguina con te. Si riempie di cerini.

Il matto si dica stia ancora sotto la montagna.

Sì, il matto sta ancora sotto la montagna, tra le costole del tuo cuore. Seppellito dal gelo e dalla neve. Gioisce bene di non provare niente.

Ma tu soffochi nella tua incomprensione.
Spinge coltelli alla gola....

La lama puntava contro la gola della ragazzina. Tremava di terrore. Con la propria purezza stracciata in mille pezzi.
"Mi avete lasciata qui." diceva, "Mi avete lasciata qui!" urlava, e le lacrime lungo le guance e la rabbia nella voce che grida. Il dolore nel piccolo corpo innocente che si ritorce su se stesso.
Un unico punto bianco, nel buio più totale.

La lama alla gola per ogni dolore che soffochi e ringoi, come veleno, come sangue che rigurgiti dalle tue interiora e ti ostini a ringhiottire per non vederlo macchiarti le lenzuola.

Ma la pozzanghera sporca di cielo, riflette la miriade di stelle. Il cielo viola, notturno. Un ampio mezzo sorriso della luna.

Vuoi solo cadere nella pozzanghera, forse vuoi solo affogare nel cielo.

Vento freddo, brividi lungo la pelle, l'erba umida sotto ai tuoi piedi.
Oscurità sotto agli occhi, ombre di una luna viva intorno a te. Un mondo vuoto sotto al tuo sguardo dirama la propria eternità di montagne, boschi e pozzanghere in cui cadere.

Hai per caso voglia di cadere nei tuoi rimpianti? Nelle luci funebri della tua tristezza?
Vieni a trovarci.
Sotto la montagna si dice si trovi il matto.
E se l'hai lasciata sola sei uno di noi.