Gradino dopo gradino la luce della lanterna svelava un altro tratto di scala. Il buio dilatava il tempo di quella discesa quasi dovesse giungere nel ventre degli inferi. Un altro verso straziato reclamò la sua attenzione. Affrettò il passo. La luce della lanterna ondeggiò fino a mostrare un altro arco oltre il quale si apriva uno spiazzo di terra battuta. Niente più gradini.
Saul Klinge si ritrovò in un antro ricolmo di botti, grosse forme di formaggio allineate su lunghe assi di legno e una ressa di salumi che penzolava dalle travi di un basso soffitto. Se quello era l'inferno se non altro non ci si pativa la fame.
Il gemito che aveva sentito si era sciolto in una serie di singhiozzi soffocati che lo chiamavano come il canto di una sirena morente. Percorse tutta la lunghezza della cantina finché non si ritrovò di fronte a una porta da dietro la quale proveniva un suono di pianto.
Il Cacciatore picchiò forte il pugno contro la massiccia superficie di legno. «Chi c'è lì dentro?»
«Aiuto!» Una voce di fanciulla, irruvidita dai singhiozzi. «Aiutatemi vi prego!»
«Chi siete?»
«Sono Friederika, Friederika Krüger, in paese mi chiamano tutti Frieda. Sono la figlia di Barthel, il locandiere.»
«L'uomo che si fa chiamare Bär?»
«Sì signore, vi prego aiutatemi a uscire!»
«Come siete finita lì dentro?»
«Mio padre, signore, è impazzito. Mi ha rinchiuso a morire qui dentro. Vi prego, vi supplico, liberatemi.»
Klinge serrò la mascella con rabbia. Forse era stato troppo pietoso nel non voler eseguire subito la condanna a morte dell'uomo che aveva tentato di pugnalarlo. «Non temete, avrete presto libertà e giustizia.»
Osservò la porta che era di solido legno rinforzato da bande di ferro. Si chinò ad esaminare la serratura alla luce della lanterna. Non c'era in realtà alcuna serratura, solo due anelli, uno che sporgeva dalla banda di metallo che bordava il legno, l'altro conficcato nella pietra del muro, vi passava una solida catena tenuta chiusa da un grosso lucchetto.
Nella luce incerta scorse qualcosa che si avvitava attorno alla catena come il viticcio di un rampicante. Si trattava di un rosario. Un feticcio inutile, di per sé, legato a rafforzare la catena per pura superstizione. Eppure...
Le voci che si inseguivano in tutta la regione e che erano giunte fino a lui erano delle più varie e fantasiose: donne capaci di cavalcare le loro scope durante le notti di plenilunio, creature mostruose che si aggiravano nelle selve, giovinette che scomparivano al calare delle tenebre e ricomparivano all'alba cambiate nell'indole, voci e urla e gemiti animavano i boschi, echi di riti antichi e invisi al cielo. Scorgere i barlumi di verità nelle favole scure riportate da contadini e taglialegna era arduo, ma anche questo rientrava nei compiti e nelle capacità di un buon Cacciatore. E lui era il migliore.
«Mio buon signore vi prego!» La voce tremava, incerta.
Saul Klinge percorse i grossi grani di legno con la punta delle dita. Un rosario attorcigliato a una catena non indicava nulla se non il timore ignorante di chi l'aveva messo lì. Arrivò a sfiorare il crocifisso incastrato dietro il lucchetto. Tentò di tirarlo fuori e la luce cadde di taglio sul metallo brunito. Gli occhi del Cacciatore vennero attirati da segni che non aveva scorto prima.
Avvicinò la lanterna. Il ferro era inciso grezzamente, forse con un punteruolo o un coltello, forse con un bulino usato da mani inesperte, ma ciò che era stato tracciato portava in sé una grande conoscenza.
Le linee si incrociavano a formare una stella dai contorni intricati. La stella era inscritta in un cerchio. All'esterno del cerchio il ferro era graffiato a formare dei gruppi di lettere: DN, LHM, YHWH
Involontariamente trattenne il fiato. Un sigillo. Per rinchiudere chi è dentro. Per proteggere chi è fuori. Non solo sciocca superstizione, ma conoscenza. E potere.
«Signore vi prego...»
Klinge lasciò ricadere croce e lucchetto. Inspirò profondamente e sollevò in alto la lunga spada.
«Sto arrivando.»
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HEXENJÄGER - Il Cacciatore di Streghe
HorrorGermania, diciassettesimo secolo, un piccolo villaggio circondato dalla grande foresta. Chi è l'uomo che giunge all'imbrunire portando con sé due spade? Qual è il suo nome? Quale la sua missione? E perché la locanda del paese è completamente deserta...