Cap III - APPUNTAMENTO CON LE STELLE

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<< Dici che accetterà?>> chiesi con tono preoccupato.
<<Perchè non dovrebbe?>> rispose Alessio.
<<Boh...la seconda uscita...al mare...da soli...forse potrebbe fraintendere!>> sempre io.
<<Ma smettila! Certo che accetterà>>.
Era il 9 agosto, chiesi ad Alessio di vederci per un caffè e ovviamente per trovare rassicurazioni che solo un vero amico può darti. Uscimmo presto quel pomeriggio, incuranti dell'afa che avvolgeva ogni singola parola che usciva dalle bocche. Ero troppo nervoso per restare a casa. Quel giorno cercavo il coraggio di invitare Giulia a vedere le stelle cadenti. La famosa notte di S. Lorenzo. L'idea era questa : Passarla a prendere, andare al mare, stendere i teli e stare sdraiati a guardare il cielo. Semplice no? Beh non per me. Non era mai capitata una cosa del genere. E se fraintendesse le mie intenzioni!? E se rifiutasse!? Erano comunque delle variabili da mettere in conto seppur qualche sera prima espresse la volontà di rivedermi. Per questo chiesi ad Alessio di vederci, almeno avrebbe potuto consigliarmi le giuste parole per un invito.

Dopo una breve passeggiata, finalmente ci sedemmo in un bar del centro, ovviamente all'ombra. Ordinammo da bere e iniziammo subito il discorso. Non ci volle molto per buttare giù un invito. Presi dalla tasca il mio telefono e cominciai a scrivere...
" Hey ciao! Stavo pensando che domani sera sarebbe bello andare al mare a vedere le stelle cadenti! Che ne pensi? "
<< Allora invio? >>
<< Che aspetti? Vuoi che si organizzi e ti dia buca!?>>
Non gli diedi il tempo di finire quello che stava dicendo che invia il messaggio è mandai giù di colpo la saliva.
<< Bravo! Ora dobbiamo solo aspettare la risposta >> disse Alessio.
È quella risposta, tanto attesa, non tardó ad arrivare...
"Sii bello! Fammi sapere per che ora!"

<< Facciamo per le 21 e 30? >>
<< Perfetto! >>
<< Però questa volta passo a prenderti io!! >>
<< Oook! >> Giulia era molto restia nel farsi venire a prendere. Non ne ho mai capito il motivo. Una volta mi spiegò che, in qualche modo, lo spostarsi da sola le dava un senso di autonomia che la faceva stare bene. In quell'occasione accettò.
Il pomeriggio finì con un giro perlustrativo del centro in cerca di qualcosa di carino da mettere la sera dopo. Ovviamente chiesi ad Alessio pareri su come mi stessero i vestiti scelti. Verso le otto tornai a casa per la cena. Le scrissi qualche messaggio per sapere come avesse passato il torrido pomeriggio. Come al solito parlammo molto e di cose diverse. Ogni tanto mi mandava qualche suo disegno per sapere come stesse venendo. Lei era una bravissima illustratrice, con matite e pantoni riusciva a tirare fuori l'anima dai personaggi che disegnava. Li ritraeva sempre in pose particolari e i soggetti erano figure strane, un mix tra figure mitologiche e androidi. Inutile dirvi che erano strepitosi.
Ogni messaggio, ogni parola, ogni singola virgola mi faceva capire ancora di più la persona che era dall'altra parte del telefono a scrivermi. Dopo vari discorsi, guardai l'orologio. Le cinque!
<< Beh...direi che è ora di dormire >> Le dissi.
<< Direi di sì!! >> Rispose ridendo.
Crollai in un sonno profondissimo. Forse neanche dormii quella notte tanta era l'agitazione e la voglia di rivederla.
Una volta in piedi, quella mattinata la dedicai ad un pò di esercizio fisico. Avevo da pochissimo smesso di fare arti marziali e avevo deciso comunque di continuare alcuni movimenti di stretching. Ovviamente non mancava il consueto buongiorno che le scrivevo e non mancava la sua tempestiva risposta. Non ricordo bene come passai il resto della giornata. Quello che ricordo bene fu la sera dell'appuntamento.
21 e 20 del 10 Agosto del 2012. Le scrissi che sarei passato per quell'ora a prenderla. Arrivai più o meno sotto casa sua e lei era già lì che mi aspettava. Le avevo portato un piccolo regalino. Sapevo che era fan della Marvel, così dalla mia libreria presi un volume che comprai qualche anno prima e glielo regalai. Mi accosto per farla salire. Giulia sali, ci salutammo, misi la mano dietro il sedile per prendere l'albo e glielo diedi.
<< So che ti piacciono gli Avengers, questo è per te! Sicuramente starà meglio nella tua libreria che nella mia! >>
<< Oh mio dio! Ma è bellissimo, non dovevi! >>
<< Infatti non dovevo, volevo! >>
L'espressione del suo viso faceva trapelare un senso di emozione, stupore, vergogna ma anche felicità. Le dissi che era il minimo per sdebitarmi del pensiero che mi aveva portato al primo appuntamento. Dopo i ringraziamenti vari, accesi la macchina e ci dirigemmo al mare. Arrivati dovevamo decidere se prendere la strada di sinistra o di destra. Dato che alla sinistra del lungomare era meno affollato e non c'erano chioschi, prendemmo quella via. In effetti era buio solo la luna illuminava la strada. Parcheggiai dopo diversi metri dalla svolta è scendemmo in spiaggia. C'era silenzio, solo il rumore della onde che si infrangevano sulla battigia ci facevano compagnia e interrompevano i lunghi silenzi che, inesorabilmente si creavano tra di noi. Stendemmo i nostri asciugamani vicini e ci sdraiammo con i nasi all'insù. Dopo qualche secondo di sospiri cominciai a parlare per togliere l'imbarazzo.
<< Ogni volta che guardo il cielo di notte, penso sempre a quanto sia vasto l'universo. Te ci pensi mai? >> Le dissi.
<< Si...e ogni volta rimango senza parole >> Rispose.
<< L'atmosfera è bellissima, è così calmo qui! >>
<< Vero... >> disse.
Da lì cominciammo a parlare del più e del meno senza accorgerci che pian piano stavamo sempre più vicini. In realtà io mi avvicinavo appositamente a lei. Quando se ne rese conto, forse inconsciamente o forse appositamente si distaccò un pochino. Quel gesto per me si tramutò in mille passi indietro. Avevo capito che probabilmente non aveva intenzione di starmi vicina in quel modo, in quel posto. Ci guardammo negli occhi, senza dire niente. Io ero pronto. Ormai ero lì, non potevo tornare indietro. Volevo baciarla. Volevo farlo con tutto me stesso. Mi avvicinai di posto, questa volta appositamente mai lei si spostò di qualche centimetro. Era fatta, aveva intuito il mio intento pensai di ricevere una bella sberla, invece no. Tutto rimase proprio com'era all'inizio. Io lei e il mare di notte. Abbandonai l'idea di baciarla e tornai sdraiato a guardare il cielo. Lei non disse una parola in merito, continuammo comunque a chiacchierare e a ridere proprio come se nulla fosse accaduto. Mi tranquillizzai e decisi che per quella sera andava bene anche così. Mi bastò quello. Mi bastò la situazione che si era creata. Era comunque molto piacevole starle vicino ed ascoltarla mentre parlava di lei. Trovavo tutto quello che diceva interessante, trovavo lei interessante e quello bastava. Tra me e me pensavo che, se avessi aspettato un altro momento sarebbe stato ancora più bello. Si fece l'ora di rientrare. Anche perchè la temperatura era scesa notevolmente. Risalimmo le dune sabbiose con molto timore visto il buio, una volta in macchina la riaccompagnai a casa. Mentre eravamo in macchina le dissi : << Scusami per prima, non vorrei che tu cambiassi opinione su di me... >>
<< Assolutamente no! >> rispose.
Convinto che ormai la figuraccia era passata, cominciai a raccontarle qualche episodio divertente. Le piaceva molto sentire le mie storie strampalate, anzi rideva proprio di gusto! Adoravo quando rideva e così, appositamente ne raccontavo a bizzeffe. Arrivati a casa sua facemmo per salutarci. << Notte allora... >> le dissi.
<< Notte a te e grazie per la serata! >> rispose.
Le feci un sorriso e la pregai di non ringraziarmi. Aspettai qualche minuto, il tempo di vederla entrare nel portone e salire prendendo l'ascensore. Sentivo una strana sensazione, dei colpetti all'altezza del petto. Era il mio cuore che batteva, batteva forte.
Era la notte del 10 Agosto del 2012. Ero felice.

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