Amanda.
"Puoi anche girarti eh! Stai tranquillo!" dico ridendo, mentre guardo Ethan seduto immobile dall'altra parte del letto che mi da le spalle.
Lo vedo scuotere la testa e ridere leggermente.
"Non volevo essere irrispettoso, ma avrei dovuto capire che non sei una troppo timida!" dice e si alza muovendosi verso la sua valigia. In ogni caso mentre mi stava dando le spalle io ho approfittato e mi sono cambiata indossando la canotta e i pantaloncini che uso per pigiama.
Mi muovo verso il comodino e mi tolgo gli orecchini posandoli su di esso. Vado verso il bagno con la mia piccola trousse e mi sciacquo la faccia. Mi lavo i denti e poi mentre mi asciugo il viso fisso Ethan dallo specchio del bagno.
Mi sta dando la schiena ed è vicino al suo lato del letto. Si sbottona la camicia e la fa scivolare giù dalle sue spalle. Osservo la pelle chiara della schiena. Vedo i muscoli tesi mentre si sbottona i pantaloni e li lascia cadere sulle sue gambe. Si volta leggermente per posarli nella sua valigia e io riesco a vedere la fossetta dell'ombelico, gli addominali tesi e le vene affioranti sui suoi avambracci.
Mi volto velocemente e prendo un respiro profondo. Credo di aver sottovalutato la bellezza di Ethan, non è niente male.
Quando torno in stanza ha indossato dei pantaloncini da ginnastica, che non pensavo avesse nel suo guardaroba così sofisticato, e la maglietta verde comprata al Sequoia National Park.
Ci guardiamo per qualche secondo e io sorrido.
Sento lo sguardo di Ethan addosso mentre mi muovo nella piccola stanza.
Sì, forse la cena per me non era stata così imbarazzante, ma questo è decisamente diverso.
Se Ethan fosse un mio amico probabilmente non mi farei problemi, ma lui è effettivamente uno sconosciuto ancora e questo rende la situazione tesa.Tiro il lenzuolo leggero dalla mia parte del letto e mi rannicchio. Il mio pigiama era adatto per le notti afose di San Francisco, ma qui essendo in mezzo alle montagne il clima è leggermente più fresco.
Anche se gli sto dando la schiena sono più che sicura che lui si sia steso sopra il lenzuolo. Il materasso si muove leggermente accogliendo il suo peso. Ethan spegne la luce e rimangono accese solo le abat-jour sui nostri comodini."A che ora vuoi partire domani?" mi domanda. Per un attimo mi sono scordata che questo non è un viaggio di piacere, ma di necessità. Ed Ethan sembra avere un'urgente necessità che lo richiede.
"Per le 9, possiamo fare colazione e poi ci mettiamo in viaggio." gli dico continuando a dargli la schiena. Osservo fuori dalla finestra e sospiro.
"Perfetto!" dice lui.
Ethan si muove e credo abbia preso in mano il cellulare. Infatti la luce del suo cellulare illumina leggermente la stanza. Continua a vibrare. Mi volto leggermente e lo osservo con la coda dell'occhio. Sta scorrendo con il dito sullo schermo, ma poco dopo sbuffa e riposa il cellulare sul comodino attaccandolo al caricatore.
Spengo la mia luce e poco dopo sento il lenzuolo tirarsi ed Ethan sistemarsi nel letto.
All'improvviso buio e in qualche modo mi sembra che mi manchi il fiato.Come sono finita a dormire con uno sconosciuto?
A parte il rumore dell'acqua del fiume, nella stanza si sentono solo i nostri respiri. Mi stendo sulla schiena e anche se non vedo nulla alzo il viso verso il soffitto.
"Cosa vuol dire Tehya?" mi domanda poco dopo Ethan.
Mi sorprendo che abbia captato anche quello dalla conversazione con mia nonna.
Ethan è molto educato e sulle sue, ma forse sotto sotto è curioso quasi quanto me.
Non rido mentre sento come prova a riprodurre la pronuncia della parola Cherokee, ma mi fa uno strano effetto sentirla pronunciata da lui.
La cultura Cherokee fa parte del legame tra me e mia nonna. È sempre stata una cosa che ci siamo tenute per noi. Nessuno era mai riuscito ad entrare nel nostro legame, neanche mia madre.
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Road Trip.
ChickLitAmanda, non è una ragazza come le altre. Da sempre non prova a piacere a nessuno, se non a se stessa. Non si sente meno bella perché ha la pelle più scura di tutte le sue compagne di scuola o gli occhi così neri da sembrare pece. È fiera di ogni su...