05.

368 40 16
                                    

Amanda.

Quando Ethan esce dal bagno indossa nuovamente una camicia e dei jeans. La camicia è sottile e avvolge perfettamente il suo corpo longilineo. Ha i capelli sistemati all'indietro con del gel e i primi bottoni della camicia sono sbottonati.

"Il bagno è tutto tuo..." mi dice mentre va verso il suo cellulare e io annuisco. Apro il mio borsone ai piedi del letto e cerco qualcosa con cui cambiarmi. Trovo  un vestitino estivo verde e azzurro con le spalline sottili. Lo prendo insieme ad un asciugamano e mi chiudo in bagno.

Non avevo neanche dato un'occhiata al bagno e quando lo vedo mi chiedo come Ethan sia riuscito a non fare una smorfia disgustata, perché io non riesco proprio a trattenermi.

È piccolo e angusto senza neanche un finestrella. Le piastrelle bianche sono quasi gialle da quanto sono usurate. Mi chiedo quando sia stato costruito. Forse una ristrutturazione non farebbe male.

Scaccio questi pensieri e smetto di concentrarmi su queste cose futili. Io non sono così, non mi importa del lusso, basta avere il necessario. Accendo l'acqua e qualche schizzo mi bagna la pelle delle braccia. È già calda. Poso l'asciugamano e il cambio sul lavandino e poi mi spoglio lasciando cadere i vestiti sporchi e sudati ai miei piedi. Distendo un asciugamano piccolo dell'hotel per terra e poi entro nella doccia.

L'acqua è fin troppo calda, un toccasana per le mie gambe stanche, ma fastidiosa dato il caldo che fa fuori. Regolo la temperatura finché non è tiepida. Alcuni schizzi sono freschi e questo mix mi fa rilassare.

Mi lavo sciacquandomi per bene i capelli e massaggiandomi i punti doloranti del corpo. È stata una giornata strana. In realtà da quando mia mamma ha fatto quella telefonata è tutto diventato strano. L'idea di partire, di lasciare mia nonna mi ha fatto sentire strana fin da subito.
In più l'incontro con Ethan, ha reso tutto ciò ancora più insolito. Mia nonna Sheila ha sempre detto che sono curiosa, quasi impicciona ed è la verità.
Ora come ora mentre penso a lui al di là della porta mi chiedo chi sia, cosa faccia nella sua vita, per quale motivo sia finito a Fresno in California.
Sono tante le domande che mi pongo su di lui e forse lui su di me. Nonostante il poco tempo insieme ho capito molte cose su di lui. Ethan è composto, educato, determinato, ordinato e riservato.
Tutto ciò che io non sono.

Quando mi rendo conto di essere stata fin troppo sotto la doccia spengo l'acqua ed esco. Mi avvolgo nell'asciugamano e inizio ad asciugarmi, anche se il caldo afoso ha già quasi fatto sparire tutte le goccioline d'acqua sul mio corpo.

Passo la mano sullo specchio leggermente appannato e fisso il mio riflesso. Sposto i capelli bagnati su una spalla e scruto i miei occhi scuri.
Io e mia madre non ci assomigliamo molto, ma io sono la copia di mia nonna Sheila. Ce lo dicono tutti. La pelle color caramello, i capelli e gli occhi neri come la pece. I nostri tratti così simili.

Sorrido e poi provo ad asciugarmi malamente i capelli con il phon in dotazione dell'hotel. Provo ad accenderlo e non parte. Gli do qualche pacca e inizia a funziona. Non ha tutta questa gran potenza e dopo un quarto d'ora decido di lasciarli così come sono. I capelli mossi ad altezza spalle ricadono disordinati incorniciandomi il viso.
Indosso il vestitino che ho preso per questa sera e quando ho finito tiro un sospiro di sollievo. Sono felice di essere pulita e fresca finalmente.
Esco dal bagno e Ethan è fuori sul piccolo balconcino mentre parla al telefono. La finestra è chiusa e io sento in maniera attutita la sua voce, ma non capisco cosa sta dicendo.

Devo smetterla di farmi gli affari suoi. Mi muovo verso la mia valigia e recupero un sacchetto di plastica buttandoci dentro i vestiti sporchi. Indosso le mie converse nere e poi mi siedo sul letto.

Road Trip.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora