13 anni dopo l'epilogo, 15/09
Città di San Diego"Ma chi me lo ha fatto fare?" Penso, rimanendo a lungo fuori dalla porta di casa, sentendo già le urla assordanti da qui.
"Ma quelle sere non saremmo potuti andare al cinema?" Continuo a chiedermi, in silenzio, indeciso se aprire la porta o scappare via.
Il pesante borsone che tengo sulla spalla, però, fa sentire il suo peso e sono costretto a entrare dentro casa mia, dove, non appena metto un piede oltre la soglia d'ingresso, mi ritrovo catapultato a terra.
"Placca meglio lei dei miei avversari." Continuo a pensare, mentre una chioma scura mi finisce in faccia.
«Papi!» Avvolgo le mie forti braccia attorno al piccolo e fragile corpo di mia figlia e la stringo a me, dimenticandomi immediatamente di tutti i pensieri avuti fino a poco fa.
«Mi sei mancato!» Una piccola goccia fuoriesce dai miei occhi, emozionandomi per le parole della mia piccola Leyla e mi alzo in piedi, tenendola addosso a me. «E poi, devo tenerti lontano dalla cucina, ordini della mamma.» Mi sussurra all'orecchio e, anche se non riesco a vederla perché è del tutto nascosta dai suoi lunghi scuri, come i miei e quelli di Olly, so che sta sorridendo.
Il suo sorriso, tale e quale a quello di sua madre, è capace di farmi toccare il cielo con un dito e farmi sentire l'uomo più felice di questo mondo.Compio un paio di passi, dopo aver abbandonato il borsone a terra e chiedo a Ley il motivo, ma lei fa il segno della serratura sulla bocca e si mette a ridere quando io le faccio il solletico per farla parlare. Solo che, come sua madre, riesce a scapparmi in un battito di ciglia e va a nascondermi. Tiro un sospiro e riprendo il borsone, per poter andare a buttarlo in lavanderia, visto che, altrimenti, mi ritroverei con una moglie infuriata e una notte sul balcone per punizione.
"Almeno così Leyla non mi vede sbatterti a dormire sul divano." Ricordo che mi disse, al nostro primo litigio da genitori. Provai a protestare, dicendo che eravamo in pieno inverno e sarei morto di freddo, ma la sua unica risposta è stata lanciarmi addosso un paio di coperte calde e chiudermi la finestra in faccia.
Quando vuole, la mia dolce Olly sa essere veramente tremenda.
Salgo il primo gradino, ma mi fermo subito, perché un piccolo cucciolo di koala umano, chiamato comunemente Iris, mi impedisce di continuare.
«Papà!» Sorrido davanti a quei occhi scuri e a quelle guance rosse e piene che mi guardano con amore. Mi abbasso e prendo anche la mia secondogenita tra le braccia; le stampo un sonoro bacio sulla guancia che la fa ridere e la porto con me.
«Avete vinto, papi?» Mi chiede, mentre io sistemo le mie cose in maniera perfetta. Le sorrido, fermando un attimo i miei movimenti e osservando come i suoi occhi seguono tutto quello che faccio, anche il più banale.
«Certo, amore mio bello. Il tuo papà è il migliore, lo sai?» Annuisce alla mia domanda e si distrae guardando qualcosa oltre la finestra, seguo il suo sguardo e vedo del fumo nero salire per raggiungere le nuvole.
«Che cos'è, papà?» Chiede Iris, artigliandomi di nuovo la gamba come protezione; finisco velocemente di sistemare e prendo la mia piccola in braccio, pronto a proteggerla da tutto e tutti.
«Non lo so, piccola mia.» Rispondo e, nel frattempo, quasi volo per raggiungere il piano inferiore: ho un brutto presentimento.
«Perché no?» E alla prima domanda con la parola perché all'interno, smetto di rispondere a mia figlia, conoscendo questa fase della sua crescita, e la stringo maggiormente a me.
Che stai combinando, amore mio?
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Come una goccia d'acqua su un incendio [VERSIONE DEMO]
Teen FictionDISPONIBILE CARTACEO ED EBOOK - AMAZON O SUI SITI DI LIBRERIE COME FELTRINELLI E MONDADORI. VERSIONE DEMO --- Liv è una diciassettenne come tante - almeno all'apparenza. E' brava a scuola, frequenterà un college prestigioso e davanti a sé ha un fut...