1.

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Ventisei.

Ventisette.

Ventotto.


Era da più di due ore che Harry si trovava nello scantinato di casa sua.

Scantinato che un po' alla volta, nel corso degli anni, aveva adibito a piccola palestra con alcuni degli attrezzi più semplici e indispensabili per potersi allenare quotidianamente e soprattutto quando e quanto voleva senza così doverne frequentare una.

Si allenava ogni giorno da anni ormai, da quando era solo un ragazzino troppo piccolo per quella cruda realtà in cui si era ritrovato catapultato dovendo quindi tirarsi su le maniche per diventare 'uomo' prima del tempo, affrontandola cercando di uscirne sempre a testa alta, dimenticando e a volte nemmeno assaporando ciò che gli sarebbe spettato se avesse vissuto come un comune ragazzino della sua età. Aveva iniziato a doversi difendere a tredici anni, dando qualche calcio e qualche pugno per allontanare i classici bulli della situazione che lo infastidivano, e con il tempo aveva preso ad allenarsi per poter difendere meglio se stesso ma per difendere soprattutto le sue donne di casa. Di anni ora ne aveva ventisei, era diventato un uomo a tutti gli effetti e la situazione non era cambiata di una virgola: viveva ancora nello stesso quartiere malfamato di Chicago, nel South Side, in una di quelle casette a schiera che sembravano dover crollare da un momento all'altro ma che si sostenevano l'un l'altra non si sa con quali forze; viveva con sua mamma e sua sorella, il ricordo del padre era ormai lontano e sbiadito, quasi cancellato, non avendo più avuto sue notizie da quando la madre di Harry l'aveva sbattuto fuori di casa dopo l'ennesimo litigio e l'ennesima alzata di mani nei suoi confronti; l'unica cosa che era mutata nel corso degli anni era che ora di quei calci e pugni ne aveva fatto una fonte di guadagno, si allenava quotidianamente per combattere poi clandestinamente con lo scopo di vincere una cospicua somma di denaro.


Trentadue.

Trentatré.

Trentaquattro.


Aveva la mente svuotata da ogni pensiero, come spesso accadeva quando si allenava, concentrato soltanto sulle ripetizioni che silenziosamente stava contando e sul movimento che le sue braccia stavano facendo per sollevare il bilanciere con i trenta chili per parte che vi aveva inserito prima di iniziare. Nel silenzio totale che regnava nella piccola stanza, interrotto soltanto di tanto in tanto da qualche respiro che usciva più vigoroso di altri, Harry osservava i suoi muscoli tendersi e pomparsi ogni volta che le sue braccia andavano prima giù e poi su, osservava le gocce di sudore che scorrevano lente sulla sua pelle candida, soddisfatto del lavoro che anche quella mattina stava facendo.


Trentotto.

Trentanove.

Quaranta.


"Hazza, luce dei miei occhi, il tuo migliore amico è qui per te. Pronto per iniziare l'allenamento di oggi?"

Harry si lasciò scappare uno sbuffo divertito tra un sollevamento e l'altro perché si, regnava il silenzio totale, ma questo prima che un biondo ossigenato facesse capolino giù per le scale dello scantinato urlando come un pazzo.

Niall era il nome di quella testa bionda, sempre iperattivo e incapace di stare fermo o zitto.

Era il migliore amico di Harry praticamente da sempre.

Niall abitava esattamente dall'altra parte della strada e la loro amicizia era nata un giorno di più di venti anni prima quando proprio il biondo aveva per sbaglio lanciato la palla in faccia al riccio mentre usciva di casa. Si erano quasi presi per i capelli inizialmente, uno arrabbiato perché 'Mi hai colpito in faccia brutto scemo!' e l'altro innervosito e convinto di aver ragione perché 'Mica è colpa mia se ti trovavi nella traiettoria della palla, potevi spostarti!', ma da quel momento erano diventati indivisibili, inseparabili, costantemente presenti uno per l'altro anche a costo della loro vita se mai fosse stato necessario. Cosa da non escludere, quest'ultima, considerando che il loro quartiere non era famoso per la sicurezza o la vita per bene, anzi, oltre la povertà anche la criminalità negli ultimi anni aveva raggiunto livelli mai visti prima: tra gang rivali, bande di ladri, sparatorie in mezzo alla strada in piena giornata, drogati che si ammazzavano per un grammo in più di polvere bianca o che venivano ammazzati per debiti non saldati, c'era da aver paura ad uscire di casa.

Fucked Heart Boxing Club  ||  Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora