3. per salvare mio padre

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-Tu devi aiutarmi.- affermò quasi come un ordine.
-D'accordo. Che posso fa...-
-Un ciondolo-
Lilly conosceva benissimo la strada dal giardino del castello all'officina del fabbro, sarebbe riuscita a percorrerla anche con l'oscurità della notte. Andava spesso da Cedric, anche solo per saltare le noiosissime lezioni di etichetta regale e storia, soprattutto per questo. Ma anche per ammirare i suoi "stupendi bicipiti" all'opera, lui che modellava il ferro come un vero artigiano, avvolto nella calda aria del fuoco vicino mentre lei restava a fissarlo come un'idiota e sussultava ogni volta che Cedric voltava lo sguardo, sentendosi gli occhi addosso, e le sorrideva. In realtà, quella era una sensazione che il ragazzo conosceva bene, era molto popolare tra le ragazze del regno e in fondo, per quanto modesto potesse essere, gli piaceva. 
-Vuoi un ciondolo?-
-Si per... per me. Deve essere bellissimo, magnifico, strabiliante.-
-Va bene potrei farlo con...-
-Oro. Deve essere regale.-
-Regale?-
-Si da re.- e a quelle parole il ragazzo cercò di capire il motivo della richiesta ma non ne poteva essere certo.
《Vuole che le faccia un ciondolo da re per ricordarsi di suo padre, probabilmente. Oh che cosa dolce! O magari vuole regalarlo a lui.》
Ma le intenzioni della ragazza erano ben altre: quel ciondolo sarà come un amuleto che porta sventura e sfortuna a chi lo indosserà.
-Hai un'idea di come lo vuoi? Non so un...disegno?- subito lei gli mostrò il disegno di un amuleto stupendo, il cordoncino intrecciato elegantemente e il ciondolo ovale con una cornice d'oro ondulata. All'interno lo stemma della loro famiglia, due spade incrociate contornate da una corona di alloro, al centro una piccola pietra di giada, verde e lucente. Il disegno era ricco di dettagli ma Cedric non era sicuro di riuscire a far un amuleto così raffinato.
-Bene, allora ripasserò al tramonto-
-Al tramonto? Ma mi ci vorrebbe almeno una settimana!-
-Lo so e mi dispiace ma sarebbe troppo tardi-
-Vedo cosa posso fare- sospirò
-Guarda, ho un'idea: tu prenditi il tempo che ti serve, rendilo irresistibile, poi lo presenti al palazzo come un regalo per il re prima che... che morisse e vedi chi lo conserverà e chi lo indosserà. Mi raccomando, è di vitale importanza!-
-Come vuole lei, principessa-
《Speriamo che almeno così possa riconoscere questo famoso e sconosciuto straniero.》
Lilly si era decisa e aveva le idee più chiare adesso. Sapeva cosa fare e in quel momento sarebbe andata dal suo insegnante inventore nonché mago di fiducia, il Signor Varnèl.
-Ne sei proprio sicura?-
-Si-
Lilly rispose con tutta la sua forza e finché ne avrebbe avuta ancora, aveva deciso di salvare suo padre. 
Il Signor Varnèl era il suo precettore preferito, le insegnava danza e lei adorava ballare. Si divertivano molto, che fossero seriosi ed eleganti balli da sala o scoordinati movimenti su una delle canzoni che ascoltavano i ragazzi. Inoltre lui era un inventore geniale e il mago più improbabile, esperto e brillante che lei conoscesse, peccato che avesse deciso di tenere nascosti e inutilizzati i suoi poteri dopo la Grande Guerra.  
Adesso il Signor Varnèl la guardava dubbioso con i suoi occhi ancora giovani e verdi, non era completamente d'accordo nell'insegnarle la magia, aveva provato sulla propria pelle quanto pericolosa potesse essere, ma alla fine acconsentì e iniziò spiegandole le basi, sperando di non dover andare troppo nel dettaglio e pentirsene.
-Devi prima sapere che esistono più tipi di magia: le maghe e i maghi, umani che praticano la magia degli elementi e le streghe e gli stregoni, che la praticano ma per scopi maligni. Poi esistono gli àuguri o aruspici, nati con un collegamento spirituale con la magia e la natura, che predicono il futuro. Ci sono anche i majisyen, quindi streghe e stregoni che utilizzano anche la magia voodoo, con i quali bisogna stare attenti. Infine i più pericolosi.- 
Arrivati a questo momento della spiegazione sembrava esserci un'aurea cupa intorno al Signor Varnèl, che esitava nel raccontare alla ragazza quell'ultimo punto. Fece un bel respiro e le parole gli uscirono involontariamente. Era un ambito che lo turbava anche se ormai non lo toccava più da molto tempo, era l'ambito in qui era più esperto proprio per esperienza, quasi mai positiva.
-Si, e...?-
-E... Si chiamano Bondye (cioè dio in creolo, la lingua originale dei maghi voodoo) : sono degli umani che hanno imparato la magia degli elementi e quella voodoo, le hanno mescolate aumentando l'intensità della loro forza vitale e sfruttate per creare incantesimi sempre più potenti e malvagi. Insomma, la loro vita è collegata alla magia oscura non perché siano nati così, ma perché hanno forzato questo collegamento diventandone il più delle volte schiavi. È la forma di magia più potente a questo mondo ma è anche la più pericolosa, si rischia davvero la morte. Molti di questi esseri sono malvagi, non fidarti di loro e sta' attenta perché possono mutare forma e mostrarsi anche con le sembianze di persone a cui tieni. - Era difficile per lui pronunciare quelle parole e si augurava di non perdere la fiducia di Lilly quando avrebbe dovuto dirglielo.
-Ma si possono resuscitare persone con la magia degli elementi o con la magia oscura?-
-Tesoro non capisco perché mi stai chiedendo questo, ma posso purtroppo dirti che puoi farlo solo con la magia oscura e prestando sempre molto attenzione.-
L'inventore divenne scuro in viso, più di prima, abbassando lo sguardo, come se stesse pensando a un particolare e doloroso momento della propria vita, come se quello appena detto potesse far riaffiorare vecchi ricordi che non voleva gli tornassero in mente.
-Altre domande?- chiese cercando di risollevarsi e pensare ad altro.
-Si, due: quindi lei esattamente a quale fazione appartiene?-
-Io no pratico più la magia da anni, non saprei come classificarmi.- disse in tono dolce.
-Si ma prima, quando lo faceva, a quale gruppo apparteneva?- Il Signor Varnèl non voleva raccontarle quello che era in passato ma si trovò costretto, in un modo o nell'altro sarebbe venuta a saperlo. Fece un altro grande respiro e rispose in modo diretto.
-Io appartenevo al gruppo dei  Bondye-
La ragazza si spaventò un po', si alzò dalla sedia e si ritrasse indietro automaticamente. Aveva dato per scontato che lui fosse un mago, semplice e buono, invece era proprio il contrario. Ora capiva vagamente perché aveva abbandonato la magia e perché fosse così incerto nel parlarne: non voleva farlo sapere a lei, la principessa, una ragazza brava e gentile.
Deglutì e pose la seconda domanda sedendosi di nuovo, anche lei avvolta da una sottile aurea nera invisibile ma percettibile ugualmente.
-E se io...- si sentiva un po' insicura adesso ma non voleva tirarsi indietro - Se io volessi essere come lei?-
-No! Non devi!- urlò contro Lilly spaventandola ancora. Le tremavano le mani ma cercava di guardare fisso negli occhi il suo insegnante che accortosi della reazione impulsiva chiese scusa.
-Perdonami piccola se ti ho fatto paura ma stai tranquilla, con me non devi averne. Io... volevo dire che non è necessario che ti trasformi in un mostro. Sei ancora una bambina e...-
-Domani avrò sedici anni, sono pronta.-
-No, non farò di nuovo lo stesso errore.-
-Lei deve fidarsi di me. Io l'ho sempre fatto e lo sto facendo anche adesso che so cosa era.- 
La ragazza non gli credeva fino in fondo, o forse non voleva credergli, ma non avrebbe lasciato che a causa di gente malvagia, che magari ora non c'era più, il suo insegnate e amico si sentisse quel grande peso sulle spalle e si incolpasse di tutti gli errori commessi.
-Lei non è un mostro, è cambiato, è una brava persona, ma non significa che non lo fosse sempre stata anche prima. Senta, io sono venuta qui anche per un altro motivo: lei deve aiutarmi.-
E così un po' malinconica la ragazza raccontò tutto di suo padre, dell'inganno dell'amuleto, gli spiegò che lei aveva intenzione di salvare Moon e Meredith ma non sapeva ancora come. Chiese al Signor Varnèl se conoscesse qualcosa o qualcuno che potesse aiutarla e sentito il fatto sul re, la sua mente si collegò a una cosa che poteva salvare il regno.
-Ci sarà strada da fare, tesoro- disse preoccupato con fare paterno, -E non è un viaggio sicuro, potresti incontrare nemici, creature magiche poco comprensive, tribù che ti faranno arrosto.-
-Voglio andarci, per salvare il regno, per salvare mio padre.-
-Riposa allora, domani partirai.- 
Era tardi ormai, il sole era calato e le strade quasi svuotate. Si sorrisero e la ragazza fece per uscire per tornare a casa, quando si voltò.
-Signor Varnèl, - lui studiò i suoi tratti delicati contratti in un'espressione decisa e sicura.
-grazie.- 

La corona del re [in pausa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora