6. io sono un demone

3 1 1
                                    

Le due ragazze iniziarono il loro cammino, era ancora giorno, erano partite dopo pranzo ma, essendo nella stagione che noi chiamiamo primavera, il sole sarebbe stato alto ancora per delle ore.
Avevano deciso di indossare abiti comodi e freschi, i più semplici che avevano anche se era facilmente intuibile in ogni caso che erano abbastanza ricche.
Didi portava una leggera gonna di cotone, una morbida blusa rosa e le scarpette da passeggio. Aveva i capelli legati in una coda e la borsa per il libro degli incantesimi che per quanto grande, non era così pesante come sembrava.
Heilyn, di cui ancora non vi avevo servito di una descrizione fisica, decise di indossare dei pantaloni scuri, una semplice camicia bianca e le scarpe da allenamento, accompagnati da un mantello verde scuro con il cappuccio, forse per abitudine. I suoi lunghi capelli mossi e neri erano intrecciati in uno chignon ordinato dal quale uscivano solo alcune ciocche viola, la pelle chiara e gli occhi verde smeraldo la rendevano davvero bella. Portava al collo una sottile collana con il ciondolo d'oro, un vecchio regalo dei suoi genitori dal quale non si separava mai, e la sua lucente spada, decorata con piccole pietre di giada verde. Aveva anche la borsa con cibo e medicazioni, un po' pesante ma sopportabile.
Lilly controllò di nuovo la mappa per assicurarsi che la strada fosse giusta ma sulla mappa non era indicato il sentiero, solo i regni, i fiumi, i monti e gli eventuali villaggi non umani.
Heilyn era stata educata molto bene, essendo la primogenita che sarebbe succeduta al trono: era una principessa che con grazia danzava un valzer ma poteva anche trasformarsi in una guerriera pronta a proteggere il regno e la famiglia. Era stata allenata da suo padre in persona, era molto brava con la spada e da qualche tempo aveva iniziato a provare a fare degli incantesimi che non le riuscivano molto bene.
Camminavano verso nordest in direzione del regno di Revlin, a un certo punto Didi fece una giusta osservazione.
- Scusa Lilly, ma perché prendiamo dal bosco? Potremmo aggirarlo dalla costa, no? Così è più sicuro. -
- Non è detto che dalla costa ci siano meno pericoli e poi dobbiamo seguire questa strada per trovare quello che ci serve.-
- E cosa stiamo cercando?-
- Beh... è una pietra magica.-
- Wow! -
Alla piccola Didi si illuminarono gli occhi al sentire quelle parole. Lilly però era preoccupata perché non sapeva cosa l'aspettava e di certo non poteva rivelare tutta la verità alla cuginetta. Magari qualche bugia avrebbe potuto tranquillizzarla fino al ritorno, Didi era ancora piccola e non era necessario che sapesse tutto. Sarebbe stato meglio se anche lei non avrebbe saputo, pensò la ragazza.
Continuarono per alcune ore allontanandosi sempre di più dalla loro casa e per passare il tempo parlavano.
- Senti Lilly, vorrei farti una domanda.-
- Dimmi-
- Tu e Cedric siete fidanzati?-
A quella frase la ragazza rimase sorpresa e non seppe subito cosa rispondere.
- Cooooosa? Che dici! - urlò stridulamente - Magari...- sussurrò poi.
- Quindi ti piace?- continuò
- Beh, in realtà... -
- State bene insieme, sai. -
- Mamma non approverebbe mai. - continuò un po' demoralizzata - Voglio dire, è molto carino, si, ma è il figlio del fabbro, mica un principe. E tu sai com'è fatta la mamma... Io devo essere una perfetta principessa e diventerò una grande regina quindi non posso permettermi di "abbassarmi a quel livello", come disse lei una volta.-
La ragazza sospirò, almeno non pensava a quella sera e a suo padre.
Poi decise di rigirare la frittata.
- E a te? C'è qualcuno che ti piace?- domandò alla bambina ma lei la liquidò con un superficiale gesto della mano.
- Io sono ancora piccola, ho solo nove anni. Non mi interessano queste cose.- rispose con aria superiore. Le due risero.
Sembrava solo una passeggiata tra gli alberi ma era l'inizio di un lungo viaggio.
Poi ci fu silenzio. Il fruscio del vento che attraversava gli alberi. Gli uccellini che cinguettavano. Il sole che si preparava a calare.
Quando sentirono un rumore debole.
- Cos'è stato?- chiese Didi
Lilly cercò di rassicurarla dicendole che era solo il vento, lo sentirono di nuovo.
Fruscio. Rumore di rami spezzati.
Non potevano essere state loro due, erano ferme e non c'erano rami lì intorno.
- Lilly, ho paura.- disse la bambina.
- Dai Didi, siamo in un bosco, è normale sentire rumori del genere.-
Poi ci fu silenzio di nuovo. Foglie che cadono.
- Scusa Lilly...-
- Sono solo foglie.-
- Ma non siamo in autunno.-
Didi aveva ragione ad avere paura. Presto anche a Heilyn venne una strana sensazione.
- Lilly, mi sento come se...-
- Se ci stessero guardando.-
La ragazza si alzò delicatamente e piano portò la mano sull'elsa della spada, coperta dal mantello che indossava. Sentirono un rumore metallico, come di una spada sfoderata, e una risata più simile a un ghigno.
- Chiunque tu sia, vieni fuori!- impose coraggiosamente Heilyn.
Davanti a lei non c'era nessuno. Non un'ombra. Non un minimo rumore.
Lilly incoraggiò nuovamente la persona misteriosa a farsi vedere. Niente. Evidentemente si stava divertendo a prenderle in giro e spaventarle, del resto era quello che faceva adesso: assaliva i viaggiatori, li derubava e continuava a vagabondare tra la foresta e i regni circostanti.
《Ho ancora una strana sensazione》si disse la ragazza, preparandosi a un possibile scontro.
E proprio quando stava per rilassarsi, credendo che si fosse lasciata solo suggestionare, una strana figura comparve tra gli alberi dalle particolari foglie blu, per le quali la Foresta degli Spiriti era così famosa. Ma c'era qualcos'altro per cui era conosciuta, e di certo non erano dei gentili e accoglienti osti.
La creatura avanzò e le ragazze videro ciò che non avrebbero voluto vedere.
- Lilly, un tengu! È vivo, esistono davvero!- gridò la povera bambina.
- Non so cosa sia un tengu ma io sono sicuramente peggio.- disse quella creatura. Sorrideva con un ghigno spaventoso e divertito alla vista di due povere umane timorose. A lui piaceva quando si spaventano così, lo faceva sentire potente. - Io sono un demone!-
Nell'assoluto silenzio, quelle parole fecero eco.《Io sono un demone.》, aveva sentito bene. 《"Demone", ha detto.》
Lilly si sentiva impaurita ma doveva mostrarsi coraggiosa per Didi, per suo padre, per il regno, per la sua stessa vita. Aveva fatto molti progressi con la spada ultimamente ma non era sicura di essere in grado di contrastarlo.
- Cosa vuoi?-
- Oh tranquille, voglio solo divertirmi un po'. Sapete, è così noioso stare qui da solo.-
Davanti a loro si stagliava una creatura tanto lontana da loro quanto vicina. Più lo guardavano e più agitava i loro animi. Sembrava davvero spaventoso, lì fermo nella penombra degli alberi.
Ma ricordate, non sapete niente di come possa essere davvero, non si conosce mai qualcuno fino in fondo.
Aveva la pelle di un rosa innaturale contornata da capelli bianchi e scompigliati, le dita affusolate con dei lunghi artigli, delle orecchie elfiche e dei profondi occhi nero intenso, sul viso contratto in un'espressione maligna e prepotente. I vestiti constavano di un paio di scarponi un po' consumati, larghi pantaloni militari con grandi tasche ai lati e una cintura con gli agganci per reggere spada e pugnali. Indossava una specie di canotta nera sgualcita, come se avesse combattuto con qualcun altro prima, e aveva avvolti dei strani nastri viola intorno alle braccia, dalle spalle ai polsi. Il suo viso era seminascosto nell'oscurità di un cappuccio ma si vedevano bene i riflessi lucenti degli occhi e la bocca sorridente in modo demoniaco, direi. La mano destra era già pronta sulla spada, appena sfoderata.
Didi si nascondeva ancora dietro la cugina finché lei si decise a sfoderare l'arma ordinando alla bambina di nascondersi con il libro. La piccola obbedì correndo verso un albero pensando intelligentemente di arrampicarsi.
Lilly era abituata a combattere ma solo per allenarsi e solo con il padre. Non usciva spesso dal regno e quelle volte che lo faceva era sempre un viaggio in carrozza per giungere facilmente in un altro regno. Era la prima volta che si trovava da sola a combattere nel bosco contro un demone. Avrebbe voluto che suo padre le consigliate cosa fare, come attaccare, come difendersi ma era arrivato il momento nel quale dimostrare la sua forza.
《Va bene, vediamo se sono serviti veramente questi anni di allenamento.》
Fece un sospiro e si mise in posizione di difesa, dando per scontato che il demone attaccasse per primo.
E così fu.

La corona del re [in pausa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora