La spada di Heilyn le era stata regalata proprio dal padre, contrastando il volere della madre che mirava a creare una regale immagine della perfetta principessa. Victorius l'aveva fatta forgiare come lei l'avrebbe apprezzata, conosceva molto bene i suoi gusti, passavano spesso il tempo insieme quando era piccola. Lilly era sempre stata legata più al padre che alla madre e forse proprio questo l'ha resa più "incline ad essere così selvaggia", come diceva Astrid, e anche se "le signorine non giocano con le spade", lei avrebbe benissimo potuto entrare nell'esercito, con ancora un po' di addestramento, certo. La sua era un spada elegante, con una comoda impugnatura rivestita di cuoio, una solida lama decorata con delle incisioni e un frammento di giada verde incastonato nel pomolo: era semplice e raffinata, ma non per questo più potente. Quella del demone invece sembrava una spada rubata a un ingenuo mercante che sfortunatamente si è trovato a fronteggiare questo demone: ben equilibrata, non vistosa, abbastanza affilata ma tenuta male, sporca e quasi vecchia. Era la tipica spada medievale, niente di particolare ma nelle sue mani faceva comunque paura. Credo che qualunque arma nelle sue mani potesse fare paura, anche una forchetta.
- Bello il tuo giocattolino- disse lui avvicinandosi - Ma il mio lo è di più!-
E sgancio un pesante colpo.
Lilly cercò di schivarlo, con coraggio si oppose ai fendenti della creatura. Era forte, più del normale, ed era sicuramente più esperto.
- Che fai, scappi, principessa?-
Lui tirò un fendente, poi un altro. Era determinato, quando iniziava non lo fermava più nessuno.
- Andiamo, non voglio farvi male, voglio solo le vostre borse...d'accordo, forse potrei farvi un pochino male, ma del resto vi sto facendo un favore, vi sto rallegrando la giornata con un po' di attività!-
Lilly cercava di evitare di avvicinarsi troppo al demone ma lui non le lasciava lo spazio per attaccare. In quei brevi attimi in cui si trovavano a distanza ravvicinata, lei notava segni e tratti nuovi come un'inquietante cicatrice lungo la guancia destra, proprio sotto l'occhio, come se fosse stata scavata da un pericoloso pianto. Notava che indossava una collana con una medaglietta in metallo dove c'era vagamente inciso qualcosa, o ancora che nei suoi occhi mancava quel tipico scintillio umano che... Ma certo che manca, lui non è mica umano. A questo pensiero Heilyn non fu tanto sorpresa, l'aveva confessato lui stesso di essere un demone, ma la cosa turbava lo stesso la ragazza.
- Su, non fate quelle facce! Non vi sto mica minacciando ragazze, anche se potrei benissimo farlo.-
Stava riuscendo a contrastarlo, avrebbe potuto anche vincere se si fosse impegnata di più, ma Heilyn ebbe un attimo di esitazione quando Meredith si sporse troppo e cadde dall'albero. La ragazza si voltò per controllare che Didi stesse bene e in quell'unico momento di debolezza il demone la spinse con le spalle al muro.
Furono secondi tremendi. Sembravano durare anni. L'ansia, la paura, la preoccupazione, la delusione s'insinuarono troppo rapidamente nella mente di Lilly, appena sedicenne. Il demone l'aveva fatta indietreggiare contro un albero, le teneva la punta della spada rivolta appena sotto il mento. Lui rideva di gusto a vederla perdere ma non si divertiva così tanto. 《Perché non attacca? Perché non cerca almeno di difendersi?》pensava lui.
Lei era immobile, paralizzata non tanto per paura, ma piuttosto immersa nei suoi pensieri, mentre cercava di non far trapelare alcuna emozione, cercava di mostrarsi dura e pensava a cosa fare per uscire da quella situazione.
- Dai, mi sto già stancando, fa qualcosa! Attacca, avanti! O non vorrai che...- cercò di stuzzicarla ma lei non si faceva influenzare da quelle stupide intimidazioni.
- Ehi, perché non rispondi? Sei sorda?-
A quel punto neanch'io saprei descrivere precisamente ciò che successe, fu come un flash, un lampo di luce verde, forse magia, che accecò per qualche secondo tutti. Il demone in particolare, colto impreparato, arretrò con gli occhi chiusi perdendo il suo vantaggio.
Adesso era Lilly il predatore.
- Cosa mi hai fatto, strega! -
- Sta' zitto schifoso mangia uomini! Sei solo un ripugnante assassino!- gli urlò, guardandolo dritto in faccia.
L'effetto durò per poco, la creatura si era già ripresa ma per quanto non volesse darlo a vedere, sapeva di essere in svantaggio adesso.
- Hai finito i tuoi giochetti di luce? Meno male, non so cosa avrei fatto. Sai, odio perdere.- disse quelle due parole con un sorriso spaventoso, ancor più del precedente.
- Basta, ora si fà sul serio. -
- Finalmente! - esclamò - non vedevo l'ora.-
Ebbe solo qualche secondo per concentrarsi. Il demone non l'avrebbe aspettata, questa volta partì lei in attacco.
Sferrò un colpo mettendoci tutta la sua forza rimasta e lui andò indietro di qualche passo.
Era scatenata. Menò un fendente, poi si abbassò, poi un altro, un colpo a sorpresa.
- Ti stai impegnando, così si che mi posso divertire!-
- Sei sicuro che sarai tu a ridere alla fine?-
Il demone s'imbestialì, non sopportava di essere inferiore a un'insulsa umana, ma l'insulsa umana stava mostrando maggiore tenacia rispetto a prima. Era come se fosse stata scossa da un raggio di elettricità, si sentiva piena di energia e con tutti i sensi risvegliati. Fece ciò che doveva: dare una bella lezione a quel bambino troppo cresciuto che giocava ancora ad essere il più forte.
- Te la prendi sempre con tutti? Che bambino cattivo! Non ti hanno insegnato le buone maniere, o eri già una bestia da piccolo? - Ora era Lilly la prepotente che se la prendeva con gli altri, ma a fin di bene, doveva pur difendersi.
Avanzò con la spada ben impugnata, poi attaccò. Sganciò un fendente, un altro, cercò di ferire il demone, per quanto difficile fosse. Piano la situazione si stava rivoltando e Lilly iniziò a credere di avere davvero delle possibilità di vittoria. Fece una finta distraendolo anche se l'altro avrebbe potuto essere troppo sveglio per accorgersene, cosa che non successe, riuscì a crearsi uno spazio in cui praticare un perfetto affondo. Lui tentò di difendersi lanciandosi in colpi di spada improvvisi. Esitò per riequilibrarsi e in quell'attimo, come fece precedentemente lui, Lilly ne approfittò per disarmarlo. Si sorprese di tale bravura, pensò che fosse finita e abbassò la guardia, il punto è che lui stava solo passando il tempo, si divertiva.
- D'accordo te la dò vinta, ora dammi la borsa e me ne vado.-
- No.- rispose secca, - la borsa non andrà da nessuna parte con te. Prima di tutto chiedi scusa a me e...-
- Come? Cosa devo fare? Ho capito male, puoi ripetere?-
- Hai sentito benissimo. Fallo, è un ordine.-
- Si certo, dalla regina di Stupidilandia! Senti, finiamola qui, mi date quella e me ne vado.-
- Io conosco quelli come te. Ammetto che ti immaginavo un po' diverso come demone, ma so che cosa siete capaci di fare. Voi sapete solo saccheggiare i regni, incendiare i villaggi di poveri innocenti e uccidere gli abitanti. Voi siete una specie terrificante, siete dei mostri. Magari avevano ragione, magari è stato il vostro esercito a colpire gli altri. Magari l'avete iniziata proprio voi questa infinita guerra.-
- Adesso basta!- ringhiò il demone e con tutta la sua statura di quasi due metri, raccolse la sua forza rimasta per prepararsi a un attacco, con o senza spada.
- Cerchi questa?- si beffeggiò di lui Lilly con aria altezzosa e si lanciò in attacco prima che potesse farlo lui. Lo spinse a terra e lo immobilizzò, una gamba delicata attorno al busto, l'altra piantata sull'erba. La lama pochi millimetri sotto il mento, appoggiata sul sottile collo rosa intenso. Il respiro affannato di entrambi, gli occhi vivi, un inquietante sorriso sulle labbra della ragazza e la capigliatura spettinata con alcune ciocche che le ricadevano sul viso, uno sguardo pieno di sentimenti contrastanti e una strana aria di malinconia aleggiavano intorno al demone.
- Finiscimi! Dai, muoviti finché ne hai la possibilità. Uccidimi!-
Heilyn non vedeva più quell'idea di mostro che si era creata col tempo, ma piuttosto qualcosa di diverso, di nuovo, di umano. Il tono sempre arrogante e la sua potenza apparente erano traditi dagli occhi che emanavano una certa debolezza e quasi un dolore interno. Un animo tormentato dal passato stonava con la giovane età del ragazzo, forse diciassettenne.
- Avanti uccidimi! Non ti farai prendere dalla paura proprio ora!- Lilly non disse niente, spostò leggermente in avanti la spada e comparve una file linea rosso scurissimo sul metallo ancora splendente.
- Che intenzioni hai? Vuoi lasciarmi andare o vuoi farla finita? Sbrigati!- trasse un profondo respiro, - Ti prego, metti fine a tutto.- La sua voce rotta era stranamente tenue e calda.
Heilyn fu presa da una sensazione particolare dentro. Era indecisa ma voleva fare la cosa giusta così, con grande sorpresa da parte dei presenti, lo guardò nei suoi occhi profondi, allentò la presa e lentamente si mise in piedi. Sbalordito, anche se non lo dava a vedere più di tanto, il demone si alzò a sua volta e rimase in silenzio per un po'.
Lilly poté finalmente respirare con calma e rilassarsi ma non appena si voltò verso la cuginetta, sentì una fitta al fianco. Si toccò il lato sinistro e le sue mani si impregnarono di sangue, le girava vorticosamente la testa, poi non sentì più la terra sotto di sé. Svenne prima che potesse dire la sua unica domanda 《Perché?》.
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La corona del re [in pausa]
FantasyEra normale per un demone pensare quella semplice cosa: umani uccidono demoni, demoni uccidono umani, ovvio no? No, per niente. Perché non sono tutti uguali, né demoni né umani. Lilly, ora ha sedici anni e, pronta o no, dovrà affrontare un viaggio...