Capitolo 5

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//Nathan

-Allora Nathan- mormora Hitchinson -che ci fai qui?- mi chiede

Vorrei fargli presente di non avergli concesso il permesso di darmi del tu, ma dalla sua faccia è palese che lo abbia fatto apposta.

-Devo parlare con Margot- sottolineo il nome della ragazza e un'espressione infastidita compare sul suo volto.

-Ti ha già detto tutto ciò che sa- replica freddamente

-Come fai a saperlo?- chiedo sorridendogli

-La conosco-

-Allora magari dovrei parlare con te, Michael?- gli domando

Assottiglia lo sguardo e mi indica il posto davanti al suo.

-Parliamo- risponde incrociando le braccia al petto

Mi siedo e lo guardo.

-Quali erano i tuoi rapporti con Tracy Davies?-

Dritto al punto, bravo Nathan.

-Eravamo amici, la conosco ormai da un paio di anni-

-Come vi siete conosciuti?-

-Suo padre è entrato in affari col signor Addens, il padre di Margot, così loro si sono avvicinate e l'ha presa sotto la sua ala protettiva-

Non posso fare a meno di notare il sarcasmo velato nelle sue parole.

-Nessun tipo di astio tra voi?-

Mi guarda e capisco immediatamente che lui sa che io so.

E io so perché Meredith Sanders ha cantato come un uccellino, subito dopo averci provato spudoratamente con me.

-Niente di serio. E' stata con il mio ex ragazzo, sono passati ormai dei mesi, non mi interessa più da molto-

-Sicuro?- -Sì-

-E perché non me lo hai detto subito?- insisto

-Non mi sembrava rilevante- ammette e pare sincero

-Dove eri nel momento in cui Tracy è morta?-

-Te l'ho già detto, ero con Margot- mormora

-Risposta sbagliata- replico sogghignando -Margot mi ha detto che eri con un amico di tuo padre- continuo

Si gratta la nuca e sospira.

-Non è così-

-E dove eri?-

-Io mi vedo con una persona, ero con lei. Margot non lo sa, volevo parlargliene ma le cose mi sono sfuggite di mano- ammette

Mi irrigidisco.

-Quindi suppongo tu non glielo abbia detto per non ferire i suoi sentimenti- dico e non posso controllare il tono leggermente disgustato

Tradirla sotto al suo naso e poi dormirci insieme la sera stessa.

-Cosa?- chiede confuso guardandomi -perché dovrebbe ferire Margot?-

-Voi due- indico la camera da letto nella speranza che capisca e lui in risposta scoppia a ridere
-E' come se fosse mia sorella, la conosco da un'eternità- risponde scuotendo la testa

Alzo un sopracciglio e lui mette le mani avanti.

-Ammetto che la scena di prima poteva essere fraintendibile ma no, non è come pensi. Avevo bisogno di stare con la mia famiglia, e lei è l'unica a farne parte- risponde

-Perché non glielo hai detto?-

-Ha tanti problemi, non volevo farle carico anche delle mie stupide avventure, soprattutto se queste mi creano non pochi problemi con la società a cui appartengo-

-Capisco- mormoro


//Margot

Dopo una doccia veloce cerco di rendermi presentabile, ma quando mi guardo bene allo specchio capisco che il trucco non è riuscito a sistemare le pesanti occhiaie.

Sbuffando lego i capelli in una treccia bassa e indosso un paio di jeans e una camicetta.

Prendo la borsa ed esco dalla stanza, ciò che vedo mi lascia a dir poco sorpresa.

Michael e Nathan parlano e ridono.

Ridono insieme.

Mi prendo qualche secondo per osservare l'agente e deve accorgersene perché volta la testa verso di me e mi sorride alzandosi.

-Ti piace ciò che vedi?- sogghigna

-Ho visto di meglio, Nathan- replico e lui ridacchia

Michael scuote la testa con un mezzo sorriso sulle labbra.

-Rimani quanto vuoi, spero di tornare per l'ora di pranzo- gli dico mentre indosso la giacca

-Ci vediamo quando torni, non credo di avere voglia di andare dai miei- risponde

Annuisco e faccio cenno all'altro di andare.

-Beh ci vediamo- lo saluta il mio amico

L'agente alza la mano della sua direzione e sparisce oltre la porta d'ingresso.

Lo seguo e quando entriamo in ascensore cala uno strano silenzio.

-Non era con un amico di suo padre- dice dopo poco

Cerco di non mostrarmi sorpresa, ma lo sono.

Mi ha mentito.

-Suppongo vorrà raccontartelo lui- continua

-Quindi ha un alibi?- domando

L'importante è che gli succede nulla.
A prescindere.

Rimane interdetto e mi guarda

-Non dovresti farmi questa domanda- dice e nel suo tono sento un leggero rimprovero

Mi giro completamente verso di lui.

-Ma te la sto facendo- lo guardo negli occhi

-Ce l'ha. E tu?- mi chiede

Sorrido leggermente ma non rispondo ed esco dall'ascensore.

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