//Margot
-Com'è che si chiama questo agente che vi deve interrogare?- chiede Luke dai sedili posteriori
Il suo divertimento, in questa faccenda, mi innervosisce.
-Nathan Johnson- ripete Michael sbuffando accanto a me
Quando arriviamo in centrale ed entriamo Luke si abbassa verso il mio orecchio.
-Eccitante- mormora
-Smettila- ringhio infastidita di rimando
Potrei ucciderlo con le mie stesse mani.
Nathan ci viene incontro con lo sguardo che saetta tra me e Luke e non posso fare a meno di sentirmi in colpa.
Per cosa? Non siamo niente io e lui, mi ha ignorata per un mese e quando si fa vivo pretende che sia tutto uguale a prima.
Ma prima cosa c'era? Nulla.
Metto a tacere la mia coscienza mentre Nathan ci fa cenno di sederci in sala d'attesa.
-Vieni con me- intima a Michael e senza degnarmi di uno sguardo se ne va.
Sbuffo mentre Luke allunga il collo per vedere oltre la porta.
-E' davvero fuori di testa questo posto. Come nei film-
-Luke non è un cazzo di gioco- sbotto
Mi guarda e si siede accanto a me toccandomi la gamba con una mano.
-Andrà tutto bene, non essere nervosa- mormora e mi sento una vera merda
-Non è questo Luke- sospiro -è che...-
Mi blocco.
Il primo pensiero che mi salta alla mente è che se la chiudo adesso potrebbe deporre contro di me.
Le lacrime mi salgono aglio occhi.
Sono una merda.
-Devo andare in bagno- dico e mi alzo in fretta
Una volta entrata chiudo la porta a chiave e chiudo gli occhi.
Devo calmarmi.
Non è momento, Margot.
Cosa farebbe papà? Scuoto la testa.Non ci devo pensare.
Riesco quasi a sentire la mia coscienza sussurrarmi che sono un'egoista, un'approfittatrice, una stronza, meschina e arrogante.
-Smettila- mormoro
Non so quanto tempo rimanga in bagno, con le gambe tremanti, gli occhi chiusi e il respiro corto, ma un leggero bussare mi riporta alla realtà.
Mi schiarisco la voce.
-Sì?-
-Margot?- la voce di Michael è come balsamo per le mie orecchie
Sospiro e stampandomi un sorriso in faccia apro, ritrovandomelo davanti preoccupato.
-Tutto apposto?- chiede a bassa voce accarezzandomi la guancia
Annuisco.
-Nathan vuole parlare con te- dice
-Certo- mormoro e lo sorpasso
Nathan è sulla soglia della porta della sala d'attesa e mi guarda con le braccia incrociate al petto.
Mi scruta leggermente dopo di che mi fa cenno di seguirlo con la testa.
Ci sediamo nel solito ufficio e sento come un déjà-vu
Sospira.
-Stai bene?- chiede poi assottigliando gli occhi
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Stoned
Teen FictionMargot Addens ha due obiettivi nella vita: terminare gli studi in Legge alla NYU e diventare indipendente da suo padre. I suoi piani vengono spazzati via dopo che una persona vicina a lei viene brutalmente uccisa. Nathan Johnson fa parte del distre...