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Sono le otto di mattina e mi sono appena svegliata. Mi sistemo velocemente per scendere nella sala da colazione dell'albergo. Mi metto una tuta grigia e mi acconcio i capelli in una coda di cavallo. Una volta arrivata nella sala, prendo una ciotola, ci metto un po' di frutta, dopodiché mi siedo in un tavolo libero e ordino un caffè. Mentre aspetto la mia bevanda, disattivo la modalità aereo e leggo i messaggi di Whatsapp. È Tiffany:

Non ci credo, ha trovato dei biglietti per una mostra

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Non ci credo, ha trovato dei biglietti per una mostra.  Adesso chiedo a Chase se gli va di venire con me, dal momento che Tiffany è riuscita a recuperare un biglietto anche per lui.

  Adesso chiedo a Chase se gli va di venire con me, dal momento che Tiffany è riuscita a recuperare un biglietto anche per lui

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Ha accettato! Sono troppo contenta. Devo essere al meglio per l'appuntamento. Arriva finalmente il mio caffè e dopo pochi minuti lascio il locale.
Decido di uscire un po' per fare due passi in questo isolato. Il marciapiede è affollato, pieno di gente con ventiquattr'ore in mano, che corre velocemente tra la folla. Gente che sta facendo jogging, che porta a spasso il cane e innamorati mano nella mano. Io penso di far parte del gruppo di persone che giro a zonzo spensierate. Faccio qualche passo e mi farmi davanti ad un vetrina di un negozio di vestiti. Esposto, c'è un vestito mozzafiato. È bellissimo, arriva fino alle ginocchia ed ha un color lavanda. È un abito stupendo. Mentre fantastico davanti alla vetrina di quel negozio, mi sento Audrey Hepburn in colazione da Tiffany. Quello sí che è un bel film. Proseguo per pochi altri  isolati e poi torno in albergo verso le undici. Devo iniziare a prepararmi per l'appuntamento, voglio fare colpo su Chase. Penso di averlo capito, mi sono innamorata di Chase. È disponibile, simpatico e dolce con me. Probabilmente quella sera mi ha invitato a mangiare fuori solo per fare contenta una fan. Magari voleva fare un regalo ad una delle tante ammiratrici e tra tutte ha scelto me. Non vuol dire che sia interessato, se siamo usciti qualche volta. Sicuramente ha accettato il mio invito per pietà. Comunque non devo perdermi in chiacchiere, c'è tanto lavoro da fare su questa brutta faccia. Entro in doccia, quando esco è passata un'ora buona. Un'ora sprecata a pensare alla mia misera vita, al mia situazione sociale, a piangere perchè mi è venuta la cellulite ed a pensare a come vestirmi. Forse avrei dovuto provare quel bellissimo vestito lilla, ma il cartellino indicava un prezzo troppo eccessivo per le mie tasche. Esco velocemente dalla doccia e inizio ad asciugare i miei lunghi capelli rossi. Li odio, mi fanno schifo, non solo il colore, ma anche la loro forma: sono crespi, mossi, nè lisci nè ricci. Cerco sempre di migliorarli facendo la piastra. Una volta fatta la piega, li lascio sciolti e mi trucco. Metto un po' correttore, provo a tracciare una linea di eye-liner, (senza riuscirci) mi applico il mascara sulle ciglia e un rossetto rosa sulle labbra. Mi accorgo che sono quasi le due di pomeriggio, quindi decido di darmi una svelta. Esco dal bagno con indosso solo l'accappatoio. Guardo nella mia valigia e dopo un po' riesco a trovare il capo perfetto: un vestito che mi arriva alle ginocchia, con il corpetto aderente, ma la gonna morbida, color carta da zucchero.
Mi metto i miei adorati anfibi, per smorzare tutto sto romanticismo che ho addosso. Prendo la mia borsetta ed esco dalla camera. Prendo velocemente una metto per arrivare al Guggenheim. Sono ovviamente in ritardo e spero che Chase non mi stia aspettando.
Dopo circa mezz'oretta arrivo davanti al posto di appuntamento. Tiffany mi vede e mi viene incontro. È bellissima, ha un abito elegantissimo, nero, semplice:
-Ciao Tesoro!- esclama abbracciandomi. 
-Ciao!-
-Dov'è il tuo principe azzurro?-  mi guardo intorno e mi accorgo che non c'è Chase.
-Non lo so, spero arrivi.-
-Lo vuoi aspettare?-
-Io lo aspetto una decina di minuti, tu entra!-
-Ok, ma non perderti la mostra. Ne vale la pena, te lo assicuro!-
-Va bene a dopo!-
-A dopo Tesoro!- si volta ed entra in quel grande edificio.
Sono davanti aspettando il mio "appuntamento". Vibra il cellulare, è arrivata una notifica su Whatsapp:

 Vibra il cellulare, è arrivata una notifica su Whatsapp:

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Non può venire... voglio piangere, ma non posso -si rovinerebbe il trucco-. Chissà cosa diamine dovrà fare con Avani. Io lo sapevo che mi stava solo prendendo in giro. Spengo il cellulare ed entro nella galleria d'arte.
È un lungo corridoio con due muri bianchi ai lati. Su questi muri sono appesi tutti i quadri dell'amico di Tiffany. Cammino lungo il corridoio e li osservo: sono molto belli, caratterizzati dalle sfumature di bianco, nero e grigio. Ricordano lo stile steam punk, uno dei miei preferiti!
In fondo alla galleria corridoio vedo Tiffany che sta parlando con un ragazzo molto alto e magrissimo, con i capelli neri e la pelle abbronzata. Indossa un elegantissimo completo blu. È molto bello. Tiffany mi vede e mi fa cenno di raggiungerla. Mi incammino verso di loro:
-Allora Blake volevo farti conoscere questa mia amica, nient'altro che mia collega: Eva!- esclama lei presentandomi a lui.
-Piacere Blake.- si presenta cordialmente a me porgendomi la mano. Io ricambio la stretta di mano:
-Piacere Eva.- ribatto.
-Non sei delle parti vero? Non ti ho mai vista - mi domanda.
-In realtà no, io sono italiana.-
-Ah ok... cosa ti porta qui?-
-Il lavoro di mio padre, dovró restare per un bel po'!- esclamo.
-Wow! Comunque cosa ne pensi dei miei dipinti?- mi chiede.
Li ha fatti lui?! Sono bellissimi.
-Sono molto belli! Complimenti!- mi congratulo con lui.
-Grazie! In ogni caso se vuoi uno di questi giorni se ti va prendiamo un caffè da qualche parte.-
-Blake è occupata!- lo ammonisce Tiffany, che intanto aveva ascoltato tutta la conversazione.
-Davvero? Scusami!- dice lui amareggiato
-Tranquillo è Tiffany che ha una fervida immaginazione- le do un'occhiata via e lei mi guarda con sguardo malizioso. -Non sono occupata. Quando vuoi dammi un "trillo".- gli lo tranquillizzo. Lui mi porge il cellulare e digito il mio numero di telefono.
-Ok!-
Guardo l'orologio attaccato al muro e mi accorgo che il tempo è volato. Decido di tornare a Brooklyn.
-Ragazzi mi piacerebbe trattenermi una per altro tempo, ma è tardi ed io vivo a Brooklyn. Devo andare!-
-Ah capisco! Allora ci vediamo?- mi chiede Blake.
-Ok... Tiffany a domani.- la saluti scoccandole un bacio sulla guancia.
-Ciaoo!- mi saluta lei a sua volta.
Esco e me ne torno in albergo.

Tour boy⚡️| Chase HudsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora