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Mi arriva una notifica da mio padre:

-Cosa dice tuo padre?- mi chiede con gli occhioni

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-Cosa dice tuo padre?- mi chiede con gli occhioni.
-Deve andare via per qualche giorno, sai il lavoro...-
-Bhe, almeno abbiamo la camera libera.- dice con fare malizioso.
-Chase...- lo sgrido ridacchiando.
- Sto scherzando.-
-Menomale.- ribatto io. Dalla sua faccia sembra un po' deluso dalla mia risposta.
-Ma tu quanto resti ancora a New York?- mi domanda lui.
- un mese. Voi?-
- Noi tra tre giorni partiamo, ma il tour è finito e potremo fare quello che vorremo. Io pensavo di stare ancora un po' qui, mi piace New York.-
-Davvero?- sono contentissima, almeno per questo mese non sarò da sola.
-Davvero, anche perchè non riuscirei a stare senza di te.- mi confessa tenendomi la mano. Nessuno mi ha mai detto una cosa così bella. Lo abbraccio. -In questi giorni mi sono accorta di quanto adori stare con te, mi metti sicurezza e gioia.-
-Sono contenta. Devi sapere che io a casa non ho amici, per i miei compagni di scuola sono quella stramba, talmente timida che pensano che me la tiri, invece non mi oso solo a socializzare. Queste cose non me le ha mai dette nessuno.-

È passato un po' di tempo da quella conversazione:
-Chase dove ci stiamo dirigendo?- gli chiedo incuriosita.
-Ci stiamo dirigendo verso il quartiere italiano, dove ci siamo dati appuntamento con i ragazzi.-
-C'è un quartiere italiano?- Domando ammaliata.
-Ebbene sì, si trova a ventiquattro minuti da Manhattan: Little Italy. È il quartiere dove vivevano gli italiani immigrati in America.-
-Wow, ce ne sono ancora di italiani?-
-Quasi nessuno, ma è pieno di bei ristoranti.-
-Non vedo l'ora di arrivarci!- esclamo.
-Non dovrai aspettare molto, siamo qui.- effettivamente, non mi sono accorta, ma davanti a me c'è il ristorante e i ragazzi:
-Eva!- mi saluta Payton, abbracciandomi. Ah vero, lui è molto affettuoso...
-Noi ci siamo già visti?- mi chiede Anthony. Peccato non si ricorda di me.
-Sí, ero all'evento. Probabilmente non ti ricordi di me, immagino che tu veda tutti i giorni davvero tante persone.- gli rispondo cordialmente. Lui rimane spiazzato.
-Ah, come ti chiami?-
-Eva.- ribatto porgendogli la mano. Lui me la porge a sua volta:
-Anthony.-  so perfettamente chi è lui.
-Lo so.-
-Già, eri all'evento, che stupido.- dice mettendosi la mano sulla fronte.
-Io quando sono sotto pressione faccio di peggio, stai tranquillo.-
Poi vedo un ciuffo biondo platino che si avvicina a me, è Noen:
-Hei, sei la ragazza che mi ha regalato la catena!- dice toccandosi la catenella che aveva al collo.
-Già. Ti piace?-
-Se mi piace? La adoro, è bellissima. Grazie!- esclama.
-Confermo, non se la toglie da due giorni, neanche per fare la doccia o dormire.- aggiunge Josh.
-Menomale.-
-Allora ragazzi ci andiamo a sedere?- propone Avani aggiungendosi a noi. 
-Ciao Avani!- la saluta Noen.
-Buona idea. Sto per mangiarmi un tavolo.- afferma Jaden.

Ci sediamo nel tavolo a noi assegnato. Accanto a me si siedono Chase e Anthony. L'aria è tesa e non sono l'unica che se n'è accorta:
-Cosa farete dopo questo tour?- domanda Jaden, spezzando il silenzio imbarazzante che si è formato.
-Io pensavo di andare a fare una vacanza al mare, mi piacerebbe andare a Honolulu.- risponde Avani soddisfatta.
-Bel programma, a me piacerbbe andare a sciare in qualche ghiacciaio in Alaska.- ribatte Josh.
- Io me ne vado in Europa.- afferma Payton.
-Io torno in California.- dice Noen.
-Tu cosa farai Eva?- mi chiede Jaden.
-Io dovrò stare ancora un mesetto a New York, poi me ne tornerò in Italia.-
-Ecco perchè  Chase vuole affittare un appartamento qui.- dice Payton prendendo in giro Chase.
-Mi sa che qualcuno qui si è preso una cotta.- Lo scimmiotta Josh.
-Può darsi...- gli risponde Chase, tenendo la mia mano.
-Ma stai zitto!- lo sgrida Avani spazientita.
-Qualcun'altro è geloso.- aggiunge Josh.
La cena prosegue tranquillamente. Avani mi ha tirato occhiatacce per tutta la serata. Io volevo farmela come amica, ma penso che il sentimento non sia reciproco.
Finito di mangiare, iniziano a progettare cosa fare:
-Bene ragazzi, che cosa facciamo?- chiede Payton.
-Andiamo in discoteca?- propone Jaden. - O al luna park.-
-Vada per il luna park!- esclama Josh.
-Io ragazzi devo tornare in albergo. Vi ringrazio per la serata, sono stata molto bene.-
-Speriamo di rivederci.- dice Anthony. Chase lo fulmina con uno sguardo.
-Ciao Eva, fatti sentire in questi giorni. Tanto il mio numero ce l'hai.- afferma Chase, facendomi l'occhiolino.
-Ciao grazie ancora!- li saluto.
-Ciao.- esclamano in coro.

Lascio il ristorante e mi dirigo verso la fermata della metropolitana. È tardi è i treni sono praticamente vuoti, quindi mi siedo e chiudo per un attimo gli occhi. Mi sveglia la voce robotica dell'autoparlante che annuncia la fermata di Brooklyn. Scendo, percorro pochi isolati. Stranamente c'è poca gente in giro, forse perchè è un giorno feriale e le persone sono più propense a uscire durante il weekend. Sono davanti al portone del mio albergo. Vado dalla receptionist e ritiro la mia chiave per entrare in camera. Salgo le scale ed entro in camera. La prima cosa che faccio è buttarmi nel letto, è un momento di goduria assoluta, poi sorriso e ripenso ai momenti trascorsi oggi pomeriggio con Chase. Se ci penso, ancora non ci credo. È troppo bello per essere vero. Decido di alzarmi dal letto dopo dieci minuti buoni. Mi dirigo in bagno per darmi una sciacquata al viso, ai denti e per mettermi dei vestiti comodi per dormire. Accendo un po' di televisione, che mi tenga compagnia: stanno riproducendo una puntata di How I Met Your Mother. Lo adoro. Cerco qualcosa da stuzzicare dentro al mio zaino, dove c'è la mia riserva di cibo. Sfilo un pacchetto di patatine fritte, lo apro e mi stendo sul letto. Forse avrei dovuto andare con loro al Luna Park, mi sarei divertita di più rispetto a guardare serie tv sul letto mangiando patatine. Pazienza, non voglio stressare Chase, deve stare anche con i suoi amici.
Qualcuno bussa alla porta, mi alzo controvoglia e vado ad aprire:
-Ciao.- mi saluta Chase con un sorriso smagliante.
-Ciao, cosa vi fai qui?- gli chiedo stranita, da questa visita.
-Ecco, penso che tu ti sia dimenticata qualcosa...- dice mettendo una mano in tasca e sfilando il mio cellulare.
-Oddio, non mi ero accorta di averlo dimenticato. Grazie.- gli dico abbracciandolo.
-Di nulla.-
-Aspetta, perchè non sei al luna park con i tuoi amici?-
-Preferivo portarti il cellulare.-
- Ma non dovevi, dovevi andare a divertirti.-
-Stai tranquilla.-
-Bhe, accomodati nella mia umile dimora.- gli dico. Lui si siede su una poltrona in un angolo della stanza.
-Vuoi qualcosa da mangiare?- gli domando afferrando lo zainetto con le cibarie. -Allora qui abbiamoi Reese's, gli Skittles, altre caramelle, patatine, popcorn...- elenco tutte le cibarie nello zainetto.
-No, grazie. Potrei prendere un bicchiere di acqua? Per raggiungerti mi sono fatto la maratona di New York.-
-Già, immagino. Te lo vado a prendere.-
-Tranquilla faccio da solo. Dove sono i bicchieri?-
-Ce ne dovrebbero essere alcuni nello zaino.- prende lo zaino sfila i bicchieri di carta, una bottiglia di acqua e ne versa il contenuto in un bicchiere. Finito di bere, butta il bicchiere nel cestino sotto la scrivania:
-Posso metterti accanto a te?- domanda con un filo di voce.
-Certo.- rispondo facendogli un po' di spazio nel letto. Lui rimuove le scarpe, si siede vicino a me e mette un braccio intorno al mio collo. Passiamo tutta la serata a: ridere, mangiare a guardare serie tv. Sono stati momenti tranquilli e piacevoli. Verso mezzanotte e mezza ci salutiamo e lui lascia l'albergo. Sono stata molto bene con lui, è simpatico, dolce e premuroso. Eva, non ti starai mica innamorando. Come potrebbe volere una come te? Giá, non cu sto troppo a pensare, mi stendo sul letto ripercorrendo quello che è successo, poi mi addormento.

Tour boy⚡️| Chase HudsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora