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-Eva sbrigati faremo tardi!- mi sveglia mio padre dal mio sonno profondo.
-Papà, siamo in vacanza. Dove dobbiamo andare?-
-Volevo andare all'Empire State Building per fare una commissione.- da architetto è comprensibile che voglia visitare quei grattaceli, quando è a New York, ma io voglio dormire, sono solo le otto.
-Va bene andiamo, dammi un quarto d'ora per sistemarmi.-
-Ok, ma non minuto di più!- mi raccomanda. Io alzo gli occhi al cielo e mi dirigo verso il bagno.
-Eva sbrigati dobbiamo andare.-
-Papà cos'è tutta questa fretta?- mi spazientisco
-Noi siamo a Brooklyn e dobbiamo andare a Manhattan per visitare l' Empire State building.- conclude.
Mi vesto e usciamo dall'albergo senza fare neanche colazione. Che mafia.

Arrivati a Manhattan, chiediamo, a gesti, ai Newyorkesi le indicazioni per trovare sti cacchio di grattacieli, senza accorgerci, di averceli davanti.
Sono maestosi e luminosi, noi in Italia ce le sognano queste cose. Mio padre è intento a fotografarli da ogni angolatura. Io lo fisso, aspettando con ansia di andarcene.

Siamo a New York, perchè mio padre deve risolvere delle faccende di lavoro, che non mi riguardano, quindi mi ha messo in un aereo diretto senza chiedermi il consenso. Non fraintendetemi, io adoro New York, ma durante i viaggi di lavoro di mio padre non mi diverto mai. Lui è sempre indaffarato e non passiamo tantissimo tempo assieme.

-Eva, lo vedo che ti stai annoiando. Ti capisco è un ora che siamo davanti a questi grattacieli, ma io devo svolgere alcune cose di lavoro e non posso permettermi di lasciare questo posto. Ormai hai diciassette anni, vai a farti un giro al Mall qui vicino. Vieni ti do cinquanta dollari, guarda se c'è qualcosa che ti piace in qualche negozio. Ok?- mi dice d'un tratto mio padre. Io non credo alle mie orecchie.
-Davvero?- replico.
-Sì, davvero. Divertiti, ma non allontanarti troppo.-
-A dopo Pa'- lo saluto, scoccandogli un bacio sulla guancia.

Finalmente sono un po' libera. Come mi ha detto papà, c'è un centro commerciale poco lontano da qui, quindi mi dirigo verso l'entrata. È bello, grande, ma molto affollato. Chissá perchè c'è questo casino assurdo. Ci sono molte ragazzine che urlano. Le seguo, stanno salendo al piano di sopra: oh cribbio! Non ci posso credere! C'è uno striscione che indica un evento dei Lights out!
Ci sono tutti quei ragazzi che seguo su tik tok e che ogni giorno sogno di incontrare. Fantastico. Ognuno di loro ha una "bancarella" associata dove i fans hanno la possibilità di incontrare i loro idoli. Chissà se posso entrare anch'io. No Eva, non farlo, tanto sei troppo timida per chiedere ai tuoi idoli di fare delle foto con te.
Non ascolto la mia stupida coscienza e mi intrufolo dentro ad una fila, anche se non so dove porti. Mi sporgo leggermente e noto che davanti a tutte queste ragazze, si trova un ragazzo: è molto magro, in confronto a me è molto alto, ha due occhi di ghiaccio meravigliosi e un lungo ciuffo ribelle castano. È Chase.  Mi sto sentendo male.
Non c'è più nessuno davanti a me, a parte  quel ragazzo dal sorriso magnetico che ha le braccia aperte, pronto per abbracciarmi. Io timida mi avvicino a lui è lo abbraccio. La sua stretta è molto forte e rimaniamo incollati per un tempo indescrivibile:
-Ciao Bella, come ti chiami?- mi chiede lui.
-Eva.- gli rispondo.
-Non sei di qua vero?-
-No, vengo dall'Italia.-
-Sei venuta per l'incontro?-
-Ovvio!- Eva sei bugiarda e ruffiana.

Oh cacchio, non ho nulla da regalargli. Che cosa faccio? Sono in panico. Al polso ho un elastico per capelli di raso blu. Da quanto ho visto dai video degli incontri delle fan, loro gli danno sempre questi "cosi". Meglio di niente.

-Questo lo puoi tenere.- gli dico sfilandomi l'elastico dal polso.
-Ma grazie, sei molto gentile.-
-Figurati. Ciao.- gli dico intenta ad andarmene, ma lui mi afferra il polso.
-Senti, ti posso rubare qualche minuto dopo l'evento? Mi lasci il tuo numero?- ma che cosa sta succedendo? Chase Hudson vuole il mio numero di telefono?
- Certo.- mi da il suo cellulare e digito il mio numero.
Tutte le ragazze in fila mi stanno guardando male.
-Bhe, allora a dopo.- dico io inciampando quasi sulle mie gambe. Eva, come sei sbadata!
-A dopo!- mi saluta sorridente.

Mai potevo immaginarmi che potesse succedere una cosa del genere con il mio idolo. Mai.
Prima che le file diventino chilometriche, mi dirigo verso altre bancarelle.

Tour boy⚡️| Chase HudsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora