Draco non ricordava un rientro a Hogwarts più deprimente di quello. C'era stato un silenzio innaturale mentre gli studenti erano entrati nella Sala d'Ingresso e poi nella Sala Grande. A scortarli, e Malfoy non ricordava di essere stato più felice di vederla, c'era la McGranitt.
Era talmente bello vedere una cosa che era rimasta come al solito che quasi non notò l'espressione tesa della professoressa. Eppure era innegabile visto il suo pallore e la sua innaturale rigidità.
-Troverete le cose un po'... cambiate.- disse loro prima di farli entrare, e gettò un'occhiata alle sue spalle. Seguendo il suo sguardo Draco vide una donnetta bassa e tarchiata che li guardava e che aveva registrato vagamente come Mangiamorte. -Vi devo chiedere di essere prudenti e soprattutto disciplinati. Non date a nessuno la ragione di punirvi, chiaro?-
Gli studenti si guardarono, chiaramente allarmati e sembrava che la McGranitt volesse aggiungere altro ma non potesse.
-Bene. - disse alla fine. -Entrate nella Sala Grande per il discorso del nuovo...Preside.- sembrò quasi che rischiasse di finire soffocata nello sputare via quella parola.
Entrarono scompostamente nella Sala e Draco si diresse automaticamente verso il tavolo di Serpeverde.
-Ciao.- disse vedendo i suoi compagni di Casa. Blaise Zabini gli fece un cenno, gli altri stettero in silenzio.
Non prometteva niente di buono.
Tiger e Goyle lo guardavano con un'aria così assorta da sembrare dolorosa.
Tuttavia non ci fu tempo di approfondire, perché Piton si era alzato e il sommesso mormorio si spense quasi all'istante.
Il suo discorso fu breve e secco e nessuno osò applaudire. A malapena si respirava nella Sala che fino a pochissimo tempo prima era piena di vita e del rumore di centinaia di normali adolescenti.
Quando la cena ebbe fine ci fu il rumore di centinaia di panche che venivano scostate mentre i loro occupanti si alzavano e si dirigevano in massa verso le ampie doppie porte. Draco non poté non notare che attirava l'attenzione un po' di tutti.
I Serpeverde lo evitavano, adesso ne aveva la certezza, mentre i Grifondoro lo guardavano con aperta aria di sfida. Il resto degli studenti lo fissava con sospetto di sottecchi ma quando lui si voltava abbassavano tutti il capo atterriti. Provava la strana sensazione di essere al centro di un palco dove il pubblico non tirava un fiato ma si limitava a fissarti. Uno zoo, ecco, pensò Draco soddisfatto di aver trovato l'espressione giusta. Ogni tanto era capitato che guardassero Harry così per via della sua cicatrice o per altri motivi ma Draco non ricordava che gli avesse mai detto quanto fosse spiacevole essere oggetto di quel genere di attenzioni.
Ad ogni modo tirò dritto senza guardarsi intorno finché non raggiunse la penombra del sotterraneo.
-Purosangue. - esclamò lo studente in testa alla fila dei Serpeverde e la parete che aveva davanti scivolò per far posto a un ampio passaggio.
La Sala Comune si aprì a Draco con tutto il bagaglio di ricordi ad essa collegata e pensò distrattamente che quella era la prima volta che ci entrava senza che ci fosse anche Harry.
Il camino, le poltrone, le vetrate, tutto aveva un'aria un po' sinistra che Draco non aveva mai notato. Ma forse dipendeva dal suo stato d'animo.
-Credo che andrò a letto. - disse a nessuno in particolare.
-Vengo con te. - gli disse Blaise e Draco tirò un sospiro di sollievo nel sentire qualcuno della sua Casa rivolgergli la parola.
Salirono le scale in silenzio e raggiunsero finalmente la tranquillità del dormitorio.
-Dobbiamo parlare.- gli disse Blaise con un tono urgente che Draco non gli aveva mai sentito. Chiuse immediatamente la porta e lo guardò negli occhi fermamente.
-Mi stai per dire perché mi trattano tutti da appestato?- chiese Draco stancamente.
-Già.-
Blaise si sedette sul suo letto, di fronte a quello di Draco, mentre quest'ultimo sedeva sul suo. Si scrutarono per un po', forse chiedendosi da che parte iniziare.
-Ci sono un sacco di figli di Mangiamorte qui, lo sai?- disse infine Blaise.
-Sì.- rispose Draco. -Qualcuno di loro fa avanti e indietro a casa mia.-
-Bè non sono per niente contenti di te.-
-Cosa? E perché?-
-Perché sanno che sei amico di Potter, Draco. Non lo negare.- lo ammonì, perché Draco sembrava allarmato e pronto a ribattere. -Vi conosco da quando abbiamo undici anni, non sono certo un idiota. Nessuno può fingere così bene.-
Draco stette in silenzio e Blaise continuò: -Vi ho visti io stesso quando vi siete presentati, vi ho visto scappare in giro per il castello mille volte, vi ho visto litigare e riappacificarvi. È chiaro che siete stati grandi amici. Il problema è che è chiaro anche per tutti gli altri.-
-Potter se n'è andato! Cosa vogliono che faccia? Che lo ammazzi?-
-Probabilmente.-
Draco impallidì a quelle parole.
-Ma molti tra loro pensano anche che tu sappia dov'è.- continuò Blaise.
-Ma non è vero! Blaise ti giuro... -
-Non devi convincere me, Draco. Anzi, non devi convincere nessuno, solo... sta attento. Non sei molto popolare al momento.-
Dovettero interrompersi perché sentirono dei passi lungo le scale.
Blaise e Draco si allontanarono e si concentrarono su altro, come se non si fossero scambiati nemmeno una parola mentre entravano Flitt, Tiger e Goyle.
Draco li guardò un po' sorpreso, poi ricordò che Theodore Nott aveva intrapreso la carriera di Mangiamorte a tempo pieno e che Harry era chissà dove.
Si mise il pigiama senza guardare nessuno ma sentiva gli sguardi di Tiger e Goyle che cominciavano a farlo sentire a disagio. Tirò le tende verdi intorno al letto e ci sparì dentro.
Tornare a scuola non si dimostrava idilliaco come aveva sperato. Continuava a rimuginare su ciò che gli aveva detto Zabini.
Cosa vogliono che faccia? Che lo ammazzi?
Probabilmente.
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Il Grosso Errore del Cappello Parlante-2a parte: La Guerra è Guerra
FanfictionDopo essere cresciuti insieme come fratelli le strade di Harry e Draco si separano: uno alla ricerca degli Horcrux, l'altro a servizio di Voldemort. La guerra è finalmente arrivata e Draco deve affrontare il risultato delle sue scelte. Seconda Parte...