-7-

121 7 1
                                    


La Stanza delle Necessità divenne una bella isola felice dove parlare liberamente o leccarsi le ferite. Fuori dalla Stanza però, le cose non andavano affatto bene.

Le angherie (se andava di lusso) o le torture (se si veniva alle brutte), erano all'ordine de giorno, e Draco si sentì quasi in colpa a pensare che, nonostante questo, fosse la prima volta che si sentiva così bene a scuola da quando lui e Harry avevano preso strade diverse.

Neville e Ginny, capi indiscussi di quella combriccola di disperati sovversivi, ne combinarono tante da rischiare la reclusione totale nella Stanza, o avrebbero dovuto pagare con qualcosa di più che una punizione brutale.

Il giorno fatale, pronosticato da Neville la prima volta che Draco era entrato nella Stanza, avvenne quando Neville stesso liberò dalle catene una ventina di studenti spauriti rinchiusi nei sotterranei e diede alle fiamme l'enorme Manifesto di Superiorità Magica che era stato appeso nella Sala d'Ingresso.

Draco dovette ammettere che il suo fu un gesto di vero coraggio.

Era in Biblioteca quando successe, accerchiato da non meno di dodici Tassorosso del quinto e settimo anno, la sua scorta per quel giorno.

I Serpeverde li guardavano truci di tanto in tanto, ma a parte questo vennero lasciati relativamente in pace.

-Tu l'hai visto?- gli chiese a bruciapelo un Tassorosso che ricordò chiamarsi Ernie McMillan. -Tu-Sai-Chi?- specificò, ma non ce n'era bisogno perché Draco aveva capito perfettamente a chi alludeva.

Gli altri Tassorosso si misero in ascolto, e Draco esitò. Continuò a consultare Mille Piante e Funghi Magici per un po', tant'è che Ernie pensò che non gli avrebbe risposto.

-Sì.- si risolse a dire alla fine. Non alzò lo sguardo dal libro, ma i Tassorosso notarono che continuava a fissare lo stesso punto della pagina.

-E... com'è?- sembrava che Ernie non volesse davvero sapere la risposta.

Draco alzò finalmente gli occhi. Cercò le parole per descriverlo. Doveva parlare dei suoi freddi occhi rossi da serpente? Del modo in cui ti guardava, frugandoti anche l'anima? Del modo terribile in cui si arrabbiava, dal modo in cui ti faceva desiderare di essere morto piuttosto che deluderlo? -Spaventoso.- mormorò infine, e trovò questo aggettivo indegno del caleidoscopio di emozioni che Voldemort poteva provocare in qualcuno. -Un mondo in cui vincerà lui non vale la pena viverlo.- aggiunse e pensò che fosse vero, anche se si impediva di pensare al dopo. Se ci sarebbe stato un dopo.

Si diffuse un tremito spaventato intorno al loro tavolo.

-Ma Potter ce la farà, non è vero?- intervenne una ragazza con una lunga treccia bionda. -Riuscirà a fermarlo?-

Le nocche di Draco sbiancarono mentre stringeva il bordo del volume più del dovuto.

-Non lo so. Me lo auguro.- disse con sincerità.

-Deve mancarti molto.-

Draco guardò la ragazza con la treccia, sorpreso e notò che lei l'aveva guardato con intensità per tutto il tempo. -Io... sì certo. È il mio migliore amico.-

Queste parole gli lasciarono una strana sensazione mentre le pronunciava e dopo una breve riflessione capì che era la prima volta che ammetteva questa innegabile verità ad alta voce. Aveva sempre celato Harry Potter, persino a casa sua, ma ora che aveva scelto la sua parte, sentì che non doveva più nascondersi. La sua vita gli veniva restituita. 

-Bè se servirà lo aiuteremo.- disse deciso un altro Tassorosso. -Combatteremo al suo fianco se dovremo.-

Gli altri annuirono con una solennità silenziosa.

Il Grosso Errore del Cappello Parlante-2a parte: La Guerra è GuerraWhere stories live. Discover now