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Harry Potter era molto lontano.

Non vedeva un insediamento umano da mesi e la sua ricerca si stava rivelando più faticosa del previsto.

Aveva il supporto dell'Ordine, è vero, e Lupin faceva davvero tutto ciò che era in suo potere per aiutarlo, ma nonostante ciò Harry non si era mai sentito più sconfitto e solo di così.

Era avvenuto tutto ad una velocità allarmante: un attimo prima tutto era più o meno normale e lui passava il tempo tra Ginny e Draco, quello dopo si trovava da solo, al freddo in una foresta sperduta lontana dal mondo.

Non abbastanza lontana però, perché l'influenza di Voldemort si sentiva fin lì.

Il medaglione di Serpeverde, uno degli Horcrux che si era trovato a dover cercare, gli ticchettava fiocamente sul petto e la sensazione non era delle migliori.

Con quello al collo si sentiva tanto vicino a Voldemort da dargli i brividi.

Il peggio doveva ancora arrivare però.

Harry aveva intuito vagamente che si doveva essere sotto Natale e tra una cosa e l'altra (preparare la tenda, procurarsi da mangiare) stava pensando a Ginny che doveva essere a casa in quel momento e, anche se non avrebbe voluto, a Draco che doveva aver fatto lo stesso.

Chissà come se la passava? Ormai doveva essere diventato un Mangiamorte a tutti gli effetti.

Scacciò dalla mente l'immagine non richiesta di lui al fianco di Voldemort insieme a suo padre e a sua zia, con il Marchio in bella vista impresso a fuoco sul braccio e si concentrò su quello che stava facendo.

Dovette interrompersi presto però, perché più giù, in fondo al fiume, gli arrivavano delle voci.

Harry perdette il poco colore che gli era rimasto dopo i mesi a vagare senza meta con poco cibo a disposizione e corse via cercando di non farsi sentire. Era più facile a dirsi che a farsi perché il terreno era pieno di ramoscelli che si spezzavano a tradimento sotto le scarpe.

Quando sentì che non era più prudente muoversi, o lo avrebbero sentito, si nascose dietro a un grosso albero dalla corteccia scura e stette lì cercando di trattenere il respiro affannoso e tremando di freddo e paura.

Erano proprio Ghermidori, come aveva temuto.

Se si fossero decisi ad allontanarsi, Harry avrebbe potuto scivolare lungo il pendio alla sua destra e fuggire senza essere visto. Ma erano troppo vicini, non osava farlo. Non si sentiva nemmeno fisicamente in grado di reggere una fuga, quindi incrociò le dita e pregò che se ne andassero, che decidessero di non aver niente da fare lì, di...

-Hai sentito?-

Harry trattenne il fiato ma il danno era fatto.

Le foglie schiacciate sotto al suo peso avevano tradito la sua presenza.

Strinse la bacchetta.

*

Il Malfoy Manor non era molto decorato a Natale nemmeno in tempi più felici, figurarsi con la casa invasa di Mangiamorte.

Dobby avrebbe messo una ghirlanda anche addosso a Nagini se glielo avessero chiesto, ma comunque nessuno sembrava di umore festaiolo.

Draco, che pure non passava dei bei momenti a scuola nell'ultimo periodo, aveva pensato con terrore al momento del suo ritorno a casa e non si era sbagliato: l'atmosfera era più che cupa.

Ringraziando il cielo Voldemort era partito da qualche giorno per una missione e con un po' di fortuna Draco sarebbe tornato a scuola prima che ritornasse.

Il Grosso Errore del Cappello Parlante-2a parte: La Guerra è GuerraWhere stories live. Discover now