Capitolo VII: Un patto

95 9 4
                                    

Passarono ore è finalmente il primo giorno di scuola stava per giungere al termine. La classe di Ink, Dream e Blueberry era composta da moltissimi esseri umani e mostri provenienti da diverse Au, non tutti però si erano presentati a scuola inoltre molti erano ripetenti ed altri erano cosi bravi nello studio che erano avanti d'anni con gli anni scolastici.

l'ultima ora era quella di educazione fisica

X: «Qualcuno può andare a posare i palloni mentre io chiudo la palestra?» chiese Miss Undyne, la professoressa di educazione fisica, nessuno rispose, nessun alunno aveva voglia di prolungare più del dovuto la propria presenza a scuola.
Miss Undyne: «dannazione allora andr-»
Ink: «vado io, nessuno problema» dopo il ritardo la mattina gli sembrava il minimo recuperare così

Ink prese la rete che conteneva i palloni che aveva utilizzato con i suo compagni per allenarsi ed andò nel terrazzo della scuola, è li che vi erano gli armadietti dei professori di ginnastica e le diverse attrezzature per i corsi pomeridiani, "certo che è un posto molto scomodo da usare come ripostiglio, ci credo che Miss Undyne è rimasta così felice di vedere qualcuno che si sia proposto di portarli -_- " 
Arrivato nel terrazzo notò che non c'era nessuno, tutti gli alunni erano impegnati nelle proprie classe, perciò intorno a lui c'era molto silenzio

Ink: «è proprio un posto tranquillo» commentò Ink
C'era un leggero vento, l'aria era fresca, Ink posò a terra i palloni per appoggiarsi un po' alla ringhiera del terrazzo  e riposare un po', sospirò profondamente

Troppe cose erano successe in quella giornata, Ink non vedeva l'ora di ritornare a casa, riposarsi e pensare a come risolvere il problema delle fiale rubate da Nightmare, ma adesso non ci voleva pensare, dopo ore di ansia e studio voleva un attimo di pace

"Mi è venuta in mente un idea per un disegno»

Osservò per un po' il panorama, in lontananza vide la palestra della sua scuola, un edificio a parte, vide i suoi compagni di classe che si stavano preparando per ritornare a casa. Non lontano dalla palestra c'era il giardino, li si riuniva il club di giardinaggio, vide che cerano moltissime piante, si capiva che era un posto accudito con passione, rimase ad osservarlo per un po' dopodiché andò in direzione degli armadietti, posò nuovamente a terra i palloni, in modo da avere le mani libere, giro la maniglia dell'armadietto ma niente, non si aprì era chiuso a chiave

Ink: «dove ha detto Miss Undyne che teneva le chiavi?... oh accidenti alla mia memoria» Ink si guardò in torno sperando di vederle da qualche parte, il suo sguardò finì in tavolo in lontananza, vicino alla porta che conduceva alle scale del terrazzo, con sopra un sacco di oggetti
Ink: «Questo terrazzo è proprio disorganizzato, forse sono lì»
mentre stava raggiungendo il tavolo però un pallone lo colpì ai piedi
Ink. «Cos..» si girò di scatto «ah... sarà il vento»
Ink prese il pallone e raggiunse il tavolo
Ink: «Ma che diamine» la maggior parte degli oggetti che aveva visto sopra al tavolo adesso erano a terra, anche se leggermente stranito Ink si inchinò per raccoglierli, c'era una campanella, la stessa che vide nel suo incubo, Ink iniziò a tremare
Ink: «N-Nightmare... Sei tu?» 

quante probabilità c'erano che fosse Nightmare? molte in realtà, in fondo quella stessa mattina Fell gli aveva detto che Nightmare avrebbe iniziato a frequentare la sua stessa scuola, o magari era il vento, o qualcun altro che gli stava facendo o ancora-

Nightmare: «Si Ink, sono io» come non detto, Ink rimase pietrificato era la voce di Nightmare,  la riconobbe subito, improvvisamente si sentii di nuovo agitato, come un paio di ore prima
Ink: «C-cosa vuoi da me?» non ricevette nessuna risposta
Ink: «CHE CAZZO VUOI DA ME BASTARDO LO VUOI CAPIRE CHE NON HO LA TUA CAZZO DI ROBA E POI PERCHÉ NON MI DICI DIRETTAMENTE DI COSA SI TRATTA»

Ink sentiva i disgustosi occhi di Nightmare addosso, non aveva il coraggio di girarsi, sapeva che dopo essersi voltato sicuramente Nightmare l'avrebbe colpito, Nightmare non colpiva quasi mai i suoi nemici alle spalle, adorava vedere i loro volti terrorizzati, quindi non si voltò ed iniziò a correre dirigendosi verso la porta di uscita, aveva il respiro soffocato, affannato,  anche se la strada non era lontana aveva il fiatone, raggiunta la porta per uscire, giro la maniglia per aprirla e...

Fino alle 14:47 -Una Errorink Story-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora