Cap.2-Un giorno impresso negli annali

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Erano cambiate molte cose, da quella famosa sera in cui Sirius Black era stato ufficialmente adottato dai Potter in quel famoso vicolo e sinceramente il ragazzo non poteva essere più felice di così, sentiva di appartenere finalmente a qualcosa e che qualcuno davvero fosse interessato a lui non come l'erede di un cognome, ma come una persona.

Con quei pensieri si svegliò la mattina del 31 Agosto, il sole stava già filtrando dalle tende spesse della camera e l'unico fascio di luce puntava proprio sul suo viso che non abituato alla luce si storceva in buffe espressioni, con i postumi di una sbronza della sera prima, ma non una di quelle che aveva passato e vissuto all'inizio dell'estate, una di quelle che a tempo debito avrebbe raccontato ai suoi figli come la sbronza più epocale vissuta insieme a quelli che ora sembravano corpi ammassati e messi nelle peggio posizioni sotto le coperte dei letti della camera riservata a loro nel Maniero dei Potter, che insieme al ragazzo erano chiamati "Malandrini".

Non si ricordava molto della sera prima, ma sapeva solo che dovevano aver fatto qualcosa di veramente folle, più del solito in effetti , visto i lividi violacei che apparivano sulle gambe e sulle braccia del giovane, aveva la schiena dolorante come se una banda formata da troll e ippogrifi ci avesse ballato sopra e le gambe che fino a qualche minuto prima erano ripiegate accanto al petto ora erano stese e intorpidite, si maledisse, maledisse il cornuto del suo amico James e la scorta interminabile di alcolici babbani e non del signor Potter da cui i Malandrini avevano attinto ampiamente quella notte.

Si ricordava in modo chiaro e nitido quale fosse il motivo che li avesse spinti a ridursi in quelle condizioni, Remus era appena tornato dall'America, dove lui e sua madre erano stati ospitati dalla zia che si era trasferita lì per lavorare al ministero della magia americano, il MACUSA, che loro ,dopo che Remus all'arrivo in Inghilterra si era rifugiato al maniero Potter in uno dei suoi soliti attacchi di frustrazione dopo che passava troppo tempo con la madre che lo rimproverava anche quando non faceva niente, avevano rinominato BATUSA, e questo aveva riportato un po' di ilarità sul volto magro e un po' scavato di Lupin, aveva dovuto affrontare le ultime due lune piene da solo e la cosa non aveva giovato alla figura esile del ragazzo, era alto e aveva la carnagione pallida, i capelli color miele, a differenza di quelli James, erano pettinati in maniera maniacale dal loro proprietario che aveva sempre la paura che se qualcosa della sua persona fosse sfuggita al suo occhio vigile e fosse stata fuori posto, la gente avrebbe potuto scoprire il suo losco segreto, ecco perché passava ore la mattina davanti allo specchio, da un occhio esterno avresti potuto dire che quello fosse l'atteggiamento di un vanitoso, ma quando conoscevi a fondo Remus sapevi che era la persona più lontana dal vantarsi, si odiava, odiava come doveva dipendere dalle persone, odiava il suo crudele destino, odiava dover reprimere ogni desiderio o emozione per una ragazza perché era un mostro e non poteva rovinare un altro essere umano come aveva fatto con sua madre che da quando quella sera aveva lasciato la finestra aperta e il suo piccolo Remus era stato morso da Fenrir Greyback era diventata paranoica e infelice, non lo aveva detto mai a Remus, ma lui sentiva quando la madre lo accoglieva in casa dopo aver fatto ritorno da Hogwarts che, invece della signora Potter che sembrava sprizzare gioia da tutti i pori quando lo vedeva, nella sua voce c'era pura tristezza e angoscia nel vedere il figlio licantropo tornare per tre mesi, cioè tre lune piene a casa e doverlo accudire, era per questo che aveva deciso che fino all'inizio della scuola avrebbe accettato l'invito a stare dai Potter sarebbe stato un bene per lui, che sarebbe sennò caduto in depressione, e per sua madre Hope che avrebbe finalmente tirato un sospiro di sollievo e ciò lo si notava da come lo aveva guardato negli occhi color mogano prima di spedirlo al Maniero Potter.

Con una lentezza quasi meccanica e innaturale quegli occhi ambrati si spalancarono e cominciarono a correre per tutta la stanza tentando di ricordare e di non ricadere in sonno profondo causato dal mal di testa lancinante e il bruciore di stomaco che lo stavano massacrando, cercò di ricordare cosa fosse successo la sera prima ma l'unico ricordo fu l'etichetta dell'ennesima bottiglia di un alcolico non ben definito che veniva passata da James a Sirius, da Sirius a lui, da lui a Peter e frasi sconnesse del tipo

Accio rinascitaWhere stories live. Discover now