Giorno 6

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Il sole sorge su un nuovo giorno e trova Donghun e Chan ancora svegli ad aspettare una persona che forse non tornerà più, questo pensiero li ha sfiorati parecchie volte durante la notte. Nessuno dei due accetta questa soluzione, hanno provato a chiamarlo ma Junhee ha spento il telefono dopo la quinta chiamata. Non sanno, dove sia e questo li preoccupa, si chiedono se abbia mangiato, se stia bene. Vogliono vederlo per dirgli che non pensavano tutto quello che hanno detto, erano solo arrabbiati, gelosi e volevano ferirlo, fargli sentire il loro stesso dolore. La gelosia che li ha corrosi dall’interno è esplosa nel peggiore dei modi.

Lo squillo del telefono di casa li fa sussultare, Chan corre a rispondere. “Pronto!” lo fa con un po’ troppa enfasi, ma il suo entusiasmo sparisce quando riconosce la voce dell’idraulico che si occupa delle tubature del loro bar. “Sì, ho capito. Arriviamo” sospira sul punto di piangere di nuovo, ma la voce delle bambine lo ferma. “Chi era al telefono?” chiede Lu con braccio il suo peluche preferito. “Era Junhee oppa?” continua Pan, arrampicandosi sulle gambe di Donghun. “Era il signore che sta aggiustando il nostro bar, vuole parlarci, quindi dopo dobbiamo andare” il tono di Chan è piatto, senza emozioni, prende Lu per mano portandola al tavolo in cucina, raggiunto da Donghun e Pan. “Facciamo colazione. Chiederemo alla ragazza di fronte se può controllare le bambine, mentre siamo fuori” Donghun, riflette ad alta voce per avere l’approvazione degli altri.

“Fate le brave e ascoltate ciò che lei dice” Donghun si raccomanda di nuovo con le bambine. “Non preoccuparti oppa, andrà tutto bene” è ironico il fatto che siano proprio due bambine a cercare di consolare due adulti. “Bene. Erica, ci metteremo poco, è questione di minuti. Va bene?” Donghun guarda dispiaciuto la ragazza che ha dovuto disturbare per questo imprevisto. “Non preoccuparti Donghun. Giocheremo un po’ insieme. Vero, ragazze?” le due bambine annuiscono sorridendo per non far preoccupare i due uomini.

Quando restano da sole, Erica propone alle bambine di disegnare insieme e insegna loro le basi del disegnare. “Studi all’artistico?” chiede Lu interessata a ciò che la ragazza sta dicendo. “Sì, piccola. Ti piace disegnare?” Lu annuisce senza smettere di lavorare sul suo disegno. I soggetti sono sei di cui tre uomini, una donna e due bambine. “Da grande voglio fare l’artista! Questi sono Donghun oppa, Junhee oppa, Chan oppa, la mamma, io e Pan” la piccola Lu illustra il suo disegno con orgoglio, mentre Erica sorride intenerita. Lo squillo del telefono di casa interrompe l’atmosfera, Erica si alza per andare a rispondere seguita da Pan. “Pronto, sono Erica, abito di fronte. Con chi parlo?” Pan cerca di sentire la voce al di là della cornetta, ma senza riuscirci. “Pan, conosci un certo Byeonkwan? Vuole parlare con te” la bambina annuisce subito sorridendo, prende la cornetta che è più grande del suo viso. “Oppa dimmi!” urla entusiasta. “Ciao piccola. Ascoltami attentamente, tra poco Junhee sarà a casa, ma sta per fare qualcosa di sbagliato, ha bisogno che lo fermiate. Tu e Lu non dovete farlo uscire da casa” da un lato Pan è felice che Junhee ritorni a casa, ma le parole di Byeonkwan non la rassicurano. Non vuole che Junhee se ne vada per sempre, Donghun e Chan non riuscirebbero a sopportarlo.

“Dimmi cosa dobbiamo fare oppa!”

Pan ha informato Erica e Lu su ciò che Byeonkwan le ha detto a telefono. Riprendono a disegnare nell’attesa che il loro obiettivo arrivi. Passa un’ora, stano quasi per perdere le speranze quando la porta d’ingresso si apre e Junhee entra guardandosi intorno. “Junhee oppa!” le bambine gli corrono in contro e si aggrappano alle sue gambe per impedirgli di camminare. “Donghun e Chan sono dovuti andare al bar e mi hanno chiesto di far compagnia alle bambine. Adesso che sei tornato, posso andare nel mio appartamento. Mi sono divertita molto con voi bambine” senza aspettare una risposta da Junhee, Erica saluta in fretta le bambine e corre fuori chiudendo la porta.
Succede tutto velocemente, Junhee non ha il tempo di parlare che resta solo con le due bambine. “Junhee oppa, vuoi lasciarci da sole?” Lu mette il broncio stringendo la presa sulla gamba a cui è aggrappata. “Sono venuto solo a prendere delle cose, prima di andare richiamo Erica. Non vi preoccupate” le bambine non hanno intenzione di lasciar la presa sulle gambe di Junhee. “Non riesco a camminare bene, scendete” Junhee piagnucola, mentre cerca di raggiungere la stanza che ha condiviso con Donghun e Chan. Trascina i piedi tenendosi alle pareti del corridoio che porta alle stanze da letto. Arrivato alla sua meta, cerca di far staccare le bambine dalle sue gambe, riuscendoci. “Junhee oppa” Lu lo chiama, mentre lei e la sorella si fermano vicino alla porta. “È arrivato il momento di affrontare i tuoi problemi” chiudono la porta, lasciando Junhee sbalordito dalle loro parole e resta immobile finché sente il rumore della chiave che chiude la porta. “Non è divertente, aprite!” Junhee inizia a battere i pugni sulla porta, in un vano tentativo di aprirla. “Donghun oppa e Chan oppa apriranno la porta. Un’ultima cosa, oppa, abbiamo chiuso anche le finestre. Non vogliamo che tu vada via” Pan batte il cinque alla sorella, mentre camminano verso il salotto per continuare a disegnare.

Un quarto d’ora dopo, Donghun e Chan tornano a casa trovandola silenziosa. “Erica perdonaci, ci abbiamo messo più tempo del previsto” Donghun parla mentre entra nel salotto, accorgendosi che attorno al tavolino ci siano Pan e Lu da sole. Pan si alza mettendo una chiave nella mano di Donghun. “Junhee oppa è tornato, l’abbiamo chiuso in camera per questo Erica è andata via” Chan prende la chiave dalle mani di Donghun e corre ad aprire la porta, subito seguito dal maggiore. Junhee non ha il tempo di reagire che il minore lo stringe in un forte abbraccio, uno di quelli che toglie il fiato. Donghun chiude la porta, avvicinandosi ai due. Il maggiore fissa i suoi occhi, che in quel momento sono più tristi del solito, in quelli sconvolti di Junhee. “Hyung non andartene di nuovo” Chan nasconde il viso, ormai bagnato, sotto il mento di Junhee, mentre Donghun ne accarezza il viso. “Sai quanto ci hai fatto preoccupare? Non pensiamo davvero quello che abbiamo detto ieri, eravamo solo arrabbiati e gelosi” l’ultima parola è sussurrata dal maggiore, che spera di non essere sentito. Junhee, invece, lo sente forte e chiaro come una goccia d’acqua che cade nel lavello quando la casa è immersa nel silenzio. “È così hyung, noi vogliamo che i tuoi occhi siano puntanti solo su noi e nessun altro” Chan esce dal suo nascondiglio con il viso rosso, asciuga le lacrime di Junhee che è rimasto a corto di parole. “Noi ti amiamo così come sei, anche un po’ stupido” ridacchia Donghun, contagiando tutti.
Chan è il primo a smettere di ridere, fermandosi a fissare le labbra di Junhee. “Hyung, posso…” a metà frase decide di non chiedere e lasciarsi andare all’istinto. Chan bacia Junhee, lentamente, cercando di trasmettergli tutti i suoi sentimenti, quelli che lui non riesce a rappresentare con le parole e che ha soppresso per anni. Le sue labbra si muovono delicatamente su quelle di Junhee, che inizialmente resta fermo, ancora sconvolto, ma poi prende il controllo del bacio. Quando Chan si allontana per riprendere fiato, Donghun si avventa sulle labbra di Junhee. Il bacio di Donghun è più aggressivo di quello dato da Chan e Junhee non può far altro che soccombere al controllo del maggiore. Le labbra di Donghun si muovono velocemente, intrappolano quelle di Junhee, gustandone il sapore dolce. Junhee si allontana affannato e con le labbra rosse, mentre Donghun e Chan sorridono. “Ci dispiace di averti trattato male” Chan inizia a lasciargli piccoli baci sulla mascella, provocandogli brividi lungo la schiena. “Mi dispiace di essere stato uno stupido” Junhee chiude gli occhi godendosi le coccole che gli sta riservando Chan.
Qualcuno bussa alla porta della stanza e due voci rompono il silenzio. “Avete fatto pace? Junhee oppa non se ne andrà, vero?” le bambine aspettano pazientemente che qualcuno apra la porta. Donghun lascia entrare le bambine che sorridono, vedendo i tre uomini felici. “Bene, adesso che tutto è risolto possiamo mangiare? Ho fame” dice Pan scatenando le risate di tutti. “Andiamo a cucinare” Donghun prende in braccio la bambina affamata andando in cucina, seguito da tutti gli altri.

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