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Continuai a spingere dentro quel corpo esile e solido disteso sul mio letto.
Il rossetto rosso fuoco della bionda aveva macchiato le lenzuola bianche e linde che avevo appena fatto cambiare.
Le gocce di sudore toccavano ogni millimetro del mio corpo ma questo non mi impedì di continuare a sbattermi quella ragazza.
Avevo dimenticato il suo nome e il suo volto.
I miei occhi vedevano solo il suo culo sodo fare avanti e indietro sul mio sesso.

« Zayn fermo, non ne posso più » disse dopo l'ennesimo orgasmo.
Ignorai le sue parole e continuai a spingere questa volta un po' più forte di prima, incurante del dolore che avrei potuto provocarle.
Pensavo solo al mio dolore, alla mia anima in fiamme, ai ricordi che si manifestavano ogni volta e mi annebbiavano la mente.
Quando non ne potei più fuoriuscii dalla bionda facendogli ricadere il fondoschiena sul letto.
Presi la maglietta che avevo gettato a terra prima e andai in bagno pronto per entrare nella vasca.

Dovevo lavar via tutto l'odore di sesso che avevo addosso, cominciai a passarmi la spugna color sabbia sui miei addominali scolpiti,
mi spostai sui bicipiti doloranti e poi sui pettorali.
Insaponai per bene i capelli con lo shampoo al cocco e poi uscii fuori da quella vasca che si era fatta già troppo stretta.

Dopo esser uscito dal bagno sperai davvero con tutto il cuore che la bionda se ne fosse andata e avesse lasciato la stanza vuota, un po' come il vuoto che sentivo dentro me.
Invece era ancora lì, a fissarmi.

« Che cazzo c'è » chiesi burbero, i modi dolci e buoni non erano per me.
Probabilmente lei era abituata ai ragazzi dolci e sdolcinati che dopo aver finito di scopare gli proponevano di portarla fuori a cena e per giunta pagavano pure il conto. Invece no, io ero l'opposto; ero il ventiduenne tormentato e straziato dalla vita.
Lo stronzo di turno che si beccava sempre le porte in faccia in ogni dove, tranne che nel sesso.
Le donne stravedevano per me, era l'unica certezza di cui ero a disposizione.
Amavano il mio corpo, i miei muscoli, i miei tatuaggi. Ma odiavano la mia persona.
In fondo non potevo biasimarle.

La bionda non rispondeva. Mi guardava con fare intimidatorio eppure non parlava.

« Ti ho chiesto che cazzo hai » ripetei, questa volta scandendo meglio le parole.
« Niente Zayn. Niente » rispose rassegnata.
Probabilmente aveva capito che se anche mi avesse detto ciò che gli girava in testa non avrebbe risolto nulla.
Non avrebbe ottenuto alcuna reazione da parte mia.

« Bene allora vattene » ordinai
La bionda mi guardò stupefatta mentre prendevo il mio pacchetto di sigarette dalla tasca del giubbino appeso al retro della porta della mia camera.

Lei indignata si alzò dal letto, raccolse i vestiti e la borsa e uscì dalla stanza, lasciandomi solo.
A quel punto cominciai a pensare a quanto fossi senza cuore: conoscevo il mio potere e non mi facevo alcun problema ad utilizzarlo.
Annientavo le emozioni di qualsiasi anima in pena entrava nella mia camera. Per sesso o per altro.

« Rimarrai solo per sempre » le parole di mia sorella mi risuonavano nella testa come se lei fosse qui a sussurrarmele nell'orecchio.
La odiavo.
Con tutta la forza che potevi metterci nell'odiare una persona.

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