dragonfly mess-head に

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Jung Wooyoung era un po' come uno spiraglio di sole che spunta timido tra i cumulonembi, una farfalla bianca nel bel mezzo dello strisciare di tanti bruchi, e la brezza che soffia sulla pelle accaldata d'estate. Un ragazzo pieno di energia che non sapeva stare fermo al suo posto- un po' come un bambino-, un tipo che detestava la monotonia e lo studio, le file alla cassa e puntualmente la vecchietta che non si dà una mossa, e le regole. Lui proprio non sopportava dover seguire una lista di cose da fare, con una serie di metodi da applicare e un modo giusto di svolgerle, la natura solo sapeva quanto quel ragazzo impazziva ogni qual volta gli si presentasse davanti un compito così tanto limitato da obblighi ben severi e precisi.

Proprio per questo Wooyoung era stato buttato a calci fuori dall'università, per lui era un abominio il ritrovarsi davanti un tema da eseguire con una traccia così specifica, un totale di pagine da studiare in un diligente modo, e il doverlo poi esporre con determinate parole. Nessuno sembrava obiettare oltre lui, gli sembrava una gabbia di matti.
Aveva persino provato a mettersi la testa apposto e iniziare a studiare procedendo secondo tutti quei limiti, ma non era poi riuscito a superare nemmeno la metà degli esami previsti, ritrovandosi a quel punto con un posto fisso al caffè dall'altro lato della strada.

Lui non ne sapeva niente di come preparare un impeccabile caffellatte, e a dir la verità nemmeno sapeva spalmare un tocco di burro sopra dei pancakes.
Seonghwa era il suo vicino di casa, lo stesso che, appena Wooyoung si era trasferito raccontandogli tutte le sue disavventure, lo aveva aiutato a trovare lavoro al suo fianco. Lui già lavorava in quella caffetteria da circa un annetto, perciò era stata una passeggiata insegnare al novellino dei trucchetti per pararsi la schiena e saper almeno preparare una deliziosa tazza di latte al cioccolato. Di lì a poco il principiante era ormai diventato il re della cioccolata calda del quartiere. Quella dolce bevanda solo lui sapeva prepararla così, o almeno era come credeva.

Sta di fatto che a quel punto aveva imparato ad essere un minimo più responsabile, il necessario per non dar fuoco al proprio appartamento. Una catapecchia angusta e dipinta da lui stesso di arancione e verde, impastrocchiata di poster di serie tv e film- soprattutto di Harry Potter- e con il lavandino sotterrato da una mastodontica pila di scatolette svuotate di ramen istantaneo. Lui amava il cibo precotto, diamine se lo amava.
Qualsiasi cosa apparentemente commestibile che necessitava di essere riscaldata solo tre minuti in microonde era per lui un bene divino. Purtroppo odiava gettare la spazzatura quindi abbandonava le scatolette unte di salse strane in qualsiasi angolo disponibile della casa. E almeno tentava di nascondere la puzza di chiuso con gli incensi che comprava al mercato a mille won ogni tre pacchetti.
Era un tipo che trascurava il proprio appartamento ma mai se stesso, infatti amava farsi più di una doccia al giorno, se ne aveva l'opportunità. Il metodo più casalingo per strofinare via lo stress accumulato nella giornata.
Ed era proprio per colpa di tutto quel tempo preso a lavarsi che faceva spesso tardi a lavoro, ma il suo capo era una dolce donna di mezz'età che aveva un debole per lui e il suo amico, troppo giovani e pieni di vita per essere trattati male. Anche se qualche volta una strigliata se la meritavano entrambi.

Wooyoung era un bonaccione, un bambino affettuoso e dongiovanni. Aveva quel tipo di bellezza che se lo vedevi passarti accanto in strada torcevi il collo fino a farti male pur di guardarlo. Perciò era facile per lui conquistare chiunque con un solo battere delle ciglia. Non aveva mai preso l'amore seriamente. O almeno non prima di Ji-eun.
Ebbene il casanova aveva una ragazza tutta sua, dolce come lo zucchero filato ma anche tenace come una tigre. I due sembravano anime gemelle, quasi fratelli a dire il vero, ed erano spesso invidiati dalle altre coppie, che non possedevano nemmeno lontanamente la loro bellezza.
Battibeccavano come tutti gli altri, ma a fine discussione riuscivano sempre a trovare quel compromesso per calmare le acque e voltare pagina.
Uno più cocciuto dell'altro, con una bellezza che faceva invidia persino ai girasoli, e con lo stesso livello di autostima e altruismo ed energia.

Ma allora perché Wooyoung aveva rotto con lei?

Un nome solo bastava per giustificare quel taglio netto alla loro relazione tanto perfetta quanto invidiata e stimata. Un nome che stava lì nel limbo più oscuro, in bilico su una corda tra finzione e realtà.
Wooyoung conosceva chiaramente quel nome, tre lettere che lo mettevano in confusione, che gli facevano stringere lo stomaco e bollire il petto in un calderone di sentimenti troppo tumultuosi per lui. Era sicuro su tutto, quel ragazzo lì, aveva la testa sulle spalle anche se non appariva così, aveva le idee concise e i passi fieri e pieni di padronanza. Si parlava pur sempre del Jung col mondo ai suoi piedi - in parte- e non stava né il cielo né in terra che una persona potesse tenergli testa in quel modo.
Ma quella figura riusciva a rendergli le gambe molli, i sensi intorpiditi e gli occhi luccicanti.

Pertanto anche Wooyoung aveva un segreto: lui nemmeno faceva incubi o altri tipi di sogni paradossali, bensì sognava quel nome di tra lettere. Un ragazzo che come nessun altro era mai riuscito in vita sua a renderlo privo dei suoi sensi. E poteva sembrare ridicolo, ma di quel ragazzo che incontrava in sogno, San, lui ne era perdutamente innamorato.

utopian wonderland - woosanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora