Rewind

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Hermione..

La voce che la chiamava le giungeva lontana, ovattata.

I suoi occhi vedevano solo quello che avevano di fronte: i capelli biondi di Draco erano sistemati con il gel, che li teneva ordinatamente pettinati all’indietro.

Stava sorridendo- intento a tenere una piacevole conversazione con Blaise Zabini e Theodore Nott, seduto accanto a Pansy Parkinson che lo guardava con i suoi grandi occhi da mangia-uomini- di un sorriso che a lei non aveva mai rivolto, neanche in quei giorni in cui loro non erano più quelli che erano stati quelli degli anni precedenti. Un moto di gelosia si impossessò delle sue membra e dei suoi pensieri, ma Hermione non staccava lo sguardo da Draco Malfoy.

Sembrava così lontano, così diverso mentre tutti quelli che per lui erano importanti gli erano seduti intorno. E lei no, lei non avrebbe fatto parte di quel gruppo di persone che erano indispensabili per lui e si sentì, per un momento, delusa e triste.

Gli occhi, quasi chiusi a causa delle risate, erano talmente piccoli che era difficile capire se davvero lui fosse felice o meno.

Mai lo aveva visto ridere in quel modo, mai lo aveva visto sorridere prima di quella volta in quel dormitorio.

-Hermione…

Ancora una volta sentì che qualcuno la stava chiamando, ma non riusciva a voltare il capo, non riusciva ad allontanare l’attenzione dal biondo, non riusciva a trovare nulla di più interessante di quel viso, di quel sorriso.

-Hermione!- qualcuno riuscì a distaccarla dallo stato di trance in cui era caduta solo strattonandola e lei, finalmente al pieno delle sue facoltà, rivolse uno sguardo alla ragazza che era seduta accanto a lei.

-Sì?

-Lo stai fissando.

-Cosa?

-Draco Malfoy. Lo stai fissando.

-Ma figurati, Ginny… non lo fisserei mai.

-Invece sì.

-Beh, anche se fosse, nessuno sembra essersene accorto.- ma quando voltò lo sguardo al tavolo a cui era seduta, si rese conto che non era affatto come aveva creduto: tutti la guardavano con gli occhi quasi fuori dalle orbite. Tutti, tranne Ron che aveva gli occhi nel piatto che stava mangiando.

Un piccolo particolare, forse l’unico, che la fece sentire sollevata.

-Tu credi?- le chiese, infine la rossa.

-Ero sovrappensiero, non stavo fissando Draco.

Draco, Draco.

Hermione.

 

-Lo hai chiamato per nome.

-Davvero? Non ci ho fatto caso o, magari, ti sei impressionata.

-Hermione…- intervenne Harry. -… sicura di star bene?

-Certo. Ora, però, credo che andrò in biblioteca.

Quando si alzò dal suo posto, per l’ennesima volta, rivolse gli occhi alla figura del biondo e si rese conto che quello sguardo era stato ricambiato: gli occhi grigi di lui erano allarmati- non sapeva da cosa- ma c’era fretta in quello sguardo, fretta di capire cosa lei stesse facendo, quindi, Hermione nascose il viso dietro ai capelli ricci e andò via.

Si trovò nel corridoio buio, illuminato solo dalla debole luce del sole invernale che entrava dalle vetrate e respirò a fondo l’odore di chiuso che aleggiava tra quelle mura: aveva bisogno di staccarsi dai pensieri, dai ricordi, dalla confusione. Doveva restare da sola e cercare di studiare un po’, davvero.

Since I kissed you. {In Revisione} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora