Capitolo 1

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Osservai davanti a me il grande edificio che per anni aveva fatto parte della mia vita. Non era brutto e logoro. Anzi, forse tutto il contrario; soprattutto perché il preside Brown teneva molto all'estetica. Un sacco di studenti correvano agitati da un punto all'altro, forse perché in ritardo per la lezioni. Mentre altri se la prendevano più con comodo e parlavano con i loro amici in tranquillità. Poi c'ero io, che doveva ancora metabolizzare che quello era il primo giorno di scuola dopo una fantastica estate. 

Non ero triste, ma nemmeno felice. Vivevo in uno stato di rassegnazione da questa mattina, quando mio padre tutto contento aveva cucinato dei cornetti per questo giorno speciale. Inutile dire che non erano per niente commestibili, ma apprezzavo l'impegno. 

Presi quel poco coraggio che mi restava e camminai per entrare nella mia scuola. L'interno era molto più affollato dell'esterno e subito mi venne voglia di tornare nel mio comodissimo letto e leggere un libro. Vidi nel mio orario, che avevo stampato dal sito della scuola, che alla prima ora di lunedì avrei cominciato con Matematica. Per fortuna che mio padre mi aveva insegnato a non dire parolacce. - Evangeline! - sentì gridare da due ragazze davanti a me che mi correvano in contro. Mi vennero letteralmente addosso e tutte insieme ci abbracciammo. Comincia a ridacchiare - Beth e Katy guardate che ci siamo viste tre giorni fa, lo so che non ce la fate a restare senza di me - e insieme ci incamminammo ridendo alle rispettive classi. - Hai ragione! Come si fa a rimanere senza la fantastica Geline - disse Kathlyn con fare teatrale. Di contro le feci una linguaccia - Ci siamo svegliate belle allegre oggi e non chiamarmi così sai che lo odio - risposi. - Si in effetti tutti vorrebbero restare ad aspettare mezz'ora fuori di casa alle sei e mezza di mattina ad aspettare la tua migliore amica - se ne uscì Beth lanciando una frecciatina a Kath. Loro avevano la fortuna di essere vicine di casa. Questo un pò ha influenzato nel nostro rapporto. Si vedeva lontano un miglio che loro due erano come pappa e ciccia. Però non ne abbiamo mai parlato e per ora mi stava bene. - Scusami se non era suonata la sveglia - replicò cercando di difendersi Kath. - Ragazze che avete alla prima ora oggi? - dissi. - Matematica - -Storia- risposero loro insieme. Ero sollevata del fatto che anche Beth aveva in comune con me quell'ora. - Bene allora Beth andiamo insieme in classe- e la presi per un braccio. Ci demmo appuntamento con Kath in mensa, la salutammo e ci avviammo verso quella terribile ora di tortura.

 Presi posto vicino a lei in seconda fila e notai che mancava ancora un quarto d'ora all'inizio della lezione. - Allora che mi dici di Jason? Novità?- le chiesi cauta. Jason era il suo ragazzo. Solo che lei non ancora capiva se lo amava ancora oppure era solo amicizia. - No, per ora niente. L'ho visto ieri pomeriggio e non lo so, sono confusa. Non mi sento più le farfalle nello stomaco e quando abbiamo dormito insieme mi sentivo quasi intrusa, come se non dovessi essere lì - mi rispose con aria triste. - Ehi Beth, stai tranquilla. A mio parere se non te la senti di continuare questa relazione, per quanto voglia bene a Jason, chiudila. Non puoi continuare a essere così triste, cerca di parlarne con lui - cercai di confortarla. Lei mi diede un piccolo abbraccio e nel frattempo era entrato in classe il nostro professore di matematica. Soltanto che dopo aver fatto l'appello, qualcuno bussò sulla porta e dopo che il professore ebbe dato in consenso di entrare, sulla soglia vidi una ragazza. Era veramente bella, infatti io e Beth i lanciammo uno sguardo - Hai visto che carina - mi sussurrò lei all'orecchio. - Ci scommetto una mano che  Kath ci proverà subito - e insieme io e lei ridemmo. Sapevamo entrambe che a Kath piacevano le ragazze. La nuova ragazza aveva dei bellissimi capelli neri, mossi e lunghi. Quasi la invidiavo per quello. I miei sono liscissimi e biondi, tutto il suo contrario. - Prego signorina mi dica il suo nome - le disse il professore togliendosi i suoi buffi occhiali. - Salve sono Morgana Moore, sono la nuova studentessa - disse lei senza la minima agitazione, anzi sembrava molto calma. Aveva una pelle pallida e bianca quasi come la neve, che faceva contrasto con i suoi capelli neri. - Bene - continuò il prof appuntando qualcosa sul computer - puoi accomodarti qui in prima fila - Morgana si sedette e non fiatò per il resto del'ora. Io cercai di prender qualche appunto, ma sapevo già che avrei ricopiato quelli di Beth.

 Suonò la campanella e Beth mi disse - Forse dovremmo fare amicizia con Morgana - 

- Sono d'accordo, in fin dei conti non conoscerà nessuno - Le andammo vicino, lei stava rimettendo nel suo zaino tutti i libri - Ciao Morgana, ti volevamo chiedere se volevi venire e pranzo con noi oggi - le disse con un sorriso a trentadue denti Beth.

 - Io sono Evangeline e questa al mio fianco è Bethany - 

- Ma puoi chiamarmi Beth - Sembravamo tutti e due molto inquietanti pensandoci bene.

 - Si mi piacerebbe moltissimo mangiare con voi, grazie per l'invito. Mica mi potreste aiutare a trovare la nuova classe ? - ci chiese lei tutta allegra. - Certo vieni si trova al primo piano la classe di Storia - le dissi dando un'occhiata al suo orario. - Bene io ho lezione dall'altra parte dell'edificio, quindi vi lascio. Ci vediamo a pranzo ragazze - disse Beth mentre ci salutava. Allora noi due ci recammo verso le scale. - Allora come va finora questo giorno di scuola? - chiesi a lei. - Molto bene qui sembrano tutti molto cordiali, poi mi fissano tutti, è normale secondo te ? - mi rispose lei titubante. - Si tranquilla tra un mesetto finiranno di osservarti, qui sono tutti molto curiosi, a volte anche troppo - le dissi ridacchiando insieme a lei. - Tu da dove vieni?- chiesi cercando di non sembrare invadente. - Denver, Colorado - mi rispose gentilmente lei. Io rimasi molto stupida, dall'America per venire fin qui in Canada ci voleva proprio una bella ragione. Non voletti insistere - Sembra un bel pò di viaggio, eccoci arrivate, questa è la tua classe - le feci un cenno con la testa per indicare la porta. - Grazie mille, sei stata molto gentile. Ci vediamo in mensa allora- e mi diede un rapido abbraccio. Per un attimo di secondo i suoi occhi divennero neri, come se pupilla e iride diventassero la stessa cosa. Io un pò meravigliata feci un passo indietro e chiusi gli occhi. Quando gli riaprì vidi che erano dello stesso colore marroncino. Ora inizio ad avere anche le allucinazioni di cui soffriva la mamma prima di morire. - Tutto bene Evangeline? - chiese lei totalmente tranquilla. - Si scusa, bene allora ci vediamo più tardi - la salutai.

 Lei entrò nella classe di storia e si chiuse la porta dietro. Tutto molto strano.


The night we metDove le storie prendono vita. Scoprilo ora