- Evangelineee - gridò lei venendomi incontro per abbracciarmi, facendo così cadere dalle sue mani le scatole ancora sigillate. - Non dirmi che abiti qui ? - chiese lei indicando la mia casa. Io la abbracciai a mia volta, sconvolta da tanta felicità, ci conoscevamo solo da mezza giornata.
Ridacchiammo insieme. - Invece te lo dico proprio, non ci posso credere che siamo vicine di casa - le dissi. - Nemmeno io, ma sono veramente contenta, almeno così faremo più amicizia - rispose lei. In fin dei conti aveva ragione ed aprirmi di più con qualcuno che non erano le mie migliori amiche non mi nuoceva affatto. - Sono d'accordo, ma se vuoi ti do una mano con gli scatoloni - dissi vedendo un furgone stra carico di scatole. - Tranquilla, piano piano c'è la farò, ci vediamo domani Evangeline - la salutai a mia volta, la vidi riprendere le scatole e entrare nella sua nuova casa, così velocemente che sembrava volasse.
Aprii anch'io la porta di casa mia, quello che mi serviva era proprio del cibo.
Trovai mio padre in cucina - Ancora convinto nel diventare un cuoco provetto? - dissi vedendo che tra poco una padella sarebbe andata a fuoco. - Ciao anche a te tesoro, si sono contento di vederti e si sto molto bene - mi rispose lui ridendo. Ruotai gli occhi al cielo e risi con lui. - Vado a lavarmi le mani e ti aiuto, così non rischi di uccidere di nuovo quel povero pollo, sta soffrendo più ora che quando è morto - e mi avviai al bagno.
Dopo essermi lavata le mani, presi a lavare l'insalata - Papà hai visto che la signora Lee se n'è andata? - dissi facendo riferimento alla nostra vecchia vicina di casa. - Si tesoro, ho saputo da Max che sua figlia in Giappone si era sentita molto male, quindi si è trasferita lì - mi fece sapere lui. - Ora vi abita in quella casa una nuova famiglia, mi sembrano tre persone a quanto pare - parlò concentrato mentre tagliava le patate. - Si ho conosciuto oggi a scuola Morgana, mi ha detto che vive col fratello e la mamma - gli dissi. - Bene mi fa piacere, almeno conosci nuove persone - ero pianamente d'accordo con lui.
- E fammi sapere una cosa, come mai non viene più a casa Max? - dissi facendomi riferimento al suo migliore amico e collega di lavoro nel suo studio. Ogni volta che veniva a casa nostra, ovvero quasi tutti i giorni, mi faceva morire dal ridere. Ed era una di quelle persone speciali, buone e sempre pronte a dare una mano. - Hai ragione tesoro, solo che Max ora sta vivendo un momento difficile, sta divorziando con sua moglie - mi disse lui dispiaciuto. La loro era un'amicizia vera, si conoscono da sempre e sanno che possono sempre contare l'uno su l'altro. - Mi dispiace un sacco, spero allora ci venga a trovare al più presto che così gli faccio la sua torta preferita - dissi già pensando agli ingredienti che mi servivano. - Basta che non rischi di morire avvelenato e tutto va bene, vorrei avere il mio migliore amico ancora per un pò - disse lui ridendo. - Poi detto da te... - risposi io allusiva. - La metti così è? - e mi lanciò l'acqua dal rubinetto. - Come osi? - risposi lanciando a mia volta la prima cosa che mi capitava sottomano.
Alla fine passammo un quarto d'ora a sporcare la cucina e così passammo la serata a pulire, ma solo dopo aver mangiato il famigerato pollo.
Andai in camera mia e dopo qualche ora vidi che erano le undici di notte. Solo che non avevo sonno nonostante mi rigirassi più volte nel letto, si erano fatte le undici e trenta. Decisi allora di fare una delle tante cose che mio padre mi diceva di non fare perchè poteva essere pericoloso.
Presi un cardigan di lana da mettere sopra il pigiama e scesi lentamente le scale per non fare rumore. Sentivo mio padre russare da qui, quindi mi misi a ridere da sola. Gli volevo un sacco di bene.
Aprii la porta di casa e mi sedetti sulla balaustra. Era il posto preferito di mia mamma ed ora lo sento come l'unico posto che mi possa avvicinare a lei, però solo la notte. Quando il cielo era ricoperto di stelle. Il giorno perde tutto il suo incantesimo, quell'angolino, che ad uno sconosciuto poteva sembrare solo una stupida ringhiera in legno che circondava la casa, ma per me era molto di più. Ero immersa nei miei più remoti pensieri guardando il cielo quando mi accorsi che sull'altro lato del terreno c'era un ragazzo.
Però lui non fissava me, ma il cielo. Dopo un pò parlò - Buonanotte - mi disse lui mentre metteva in bocca la sua sigaretta. - Buonanotte? - gli domandai io perplessa. - Saranno più o meno le undici meno un quarto e non mi sembra il caso di dire buongiorno, quindi buonanotte - spiegò lui con tutta la tranquillità del mondo. - Quindi tu hai scelto come prima parola da rivolgermi buonanotte - dissi pensando tra me e me. - Se ci pensi potevo dirti parole più brutte - disse lui e per la prima volta mi guardò. Anche se era notte ed eravamo a circa quattro metri di distanza vidi che i suoi occhi erano neri, ma un nero che faceva paura. Non avevo mai visto nulla di simile. Poi mi vergognai un pò, in fin dei conti ero in pigiama con sopra un cardigan rosa che aveva fatto mia nonna.
- Come cetriolo - dissi di getto.
Ma che cavolo avevo detto? Perchè devo sempre fare figuracce. - Cioè no, fai finta che non ti abbia detto niente - cercai di salvarmi. Però lui incominciò a ridere. Era disteso sul prato con un braccio sotto la testa e l'altro che reggeva la sigaretta.
- Simpatica la ragazzina - disse inalando il fumo. - Non posso dire lo stesso - replicai un pò cattiva.
- Attenta, sono pur sempre uno sconosciuto, potrei essere un assassino o un demone - disse con tono divertito. - In effetti te ne stai lì tutto solo nel cuore della notte, poi capelli e occhi neri, si proprio un demone - risposi. - Mi hai sgamato - disse lui ridendo. - Però ora non dirlo in giro, voglio mantere la mia reputazione - continuò. - Sarà il nostro piccolo segreto - e mi guardò molto profondamente negli occhi. Ridacchiai anch'io e rimanemmo a fissarci per qualche secondo, finchè io imbarazzata distolsi lo sguardo. - Mi chiamo Evangeline se lo vorresti sapere - e gli lancia un'occhiata. Non capivo cosa mi stesse succedendo, tutta questo coraggio anche solo nel parlargli non era da me. Era terribilmente bello con quei capelli neri che si muovevano con il leggero soffio del vento. - Seth - rispose lui. Poi si alzò, si aggiustò i capelli e andò vicino alla porta della casa di Morgana. Prima di sparire dietro la porta però mi guardò e fu la cosa più bella che mi accadde negli ultimi giorni della mia vita. Non volevo se ne andasse, infondo avevamo parlato solo cinque minuti, ma il suono della porta che si chiudeva alle sue spalle disse il contrario.
Non mi sarei dimenticata facilmente di lui questa notte.
![](https://img.wattpad.com/cover/220567816-288-k835340.jpg)
STAI LEGGENDO
The night we met
FantasíaEra una ragazza semplice Evangeline, veniva coccolata da suo padre e aveva due migliori amiche eccezionali. Odiava il mare, ed amava leggere, soprattutto libri d'avventura e passava le giornate guardando film horror. L'ultima cosa che si aspettava e...