CHAPTER 5.

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Andai dritta nella stanza del personale, più che altro sembrava essere un piccolo ripostiglio con quattro scaffali per le divise. Una volta cambiata andai in bancone e salutai Louis, sembrava teso e non ricambiò il saluto.

La serata si rivelò molto movimentata e Louis mi disse che me l'ero cavata abbastanza bene e che potevo iniziare a servire gli alcolici, non mi preoccupava molto riuscivo a muovermi abbastanza bene nel bancone ed imparavo in fretta. Verso metà del turno iniziai a notare che i clienti erano abbastanza abituali e le facce nuove erano comunque sempre accompagnate da altre già viste, servivo sempre io e mi destreggiavo tra birra e scotch ma non ero tenuta ad incassare, a quello ci pensava Louis nonostante mi sembrasse che non lo facesse mai. Quando notai che alcuni clienti scomparivano dietro la porta nera iniziai ad avere i miei dubbi sulla principale fonte di entrate di quel posto.

Alla fine del mio turno decisi di parlare a Louis, se avessi chiesto spiegazioni nessuno me le avrebbe date o peggio ancora mi avrebbero licenziata, perciò decisi di giocare d'astuzia.

"Louis, chiamami Mr. Pearson per favore dato che sei l'unico qui che sa dove si trovi" aveva un'espressione stranita in volto ma senza fiatare mi fece cenno con la testa e sparì chissà dove.

Mi misi a pulire il bancone, non dovevo chiudere il locale, di quello se ne occupava Pearson, io dovevo solo lasciare tutto pulito. Mentre caricavo l'ultima lavastoviglie di bicchieri arrivarono entrambi, feci un bel respiro e pensai "bene Brook, coraggio gioca d'astuzia"

"Salve Mr. Pearson, non infrangerò nessuna delle due regole che lei mi ha imposto, ma le cose sono piuttosto evidenti e siccome non sono affari miei non chiederò o cercherò di scoprire nulla." la mia voce era risoluta ma dentro di me tremavo.

"Vai al punto novellina, ho da fare" disse Pearson

"Voglio che mi raddoppi lo stipendio. Lei ha bisogno di qualcuno al bancone visto che Louis sparisce prima di metà serata e io sto rischiando sicuramente il culo stando in questo posto." non sapevo bene per cosa ma sicuramente c'era qualcosa.

" Arrogante, schietta ed imprudente novellina, con chi cazzo pensi di parlare?" Person era visibilmente arrabbiato.

"Non lo so e non farò domande nemmeno su questo. Vede? le serve una come me qui" stavo azzardando troppo.

Pearson si stava guardando le scarpe, si prese qualche minuto per pensare e finì il sigaro. Iniziavo a spaventarmi ma infine parlò

"Andata, avrai il doppio dello stipendio e lo metterò per iscritto insieme al fatto che ti prendi tutte le tue responsabiltà, ma tu novellina farai meglio a farti veramente gli affari tuoi." detto ciò Pearson se n'è andò e rimasi sola con Louis che mi guardava allibito.

"Ti caccerai nei guai Brooklyn" Louis mi aveva chiamata per nome e mi stava guardando dritta negli occhi, era impossibile dire se provasse compassione per me o se non gli importasse nulla, era criptico.

Tutto in quel posto lo era, ma ora avevo il doppio stipendio ed il posto era sicuro, potevo indagare e scoprire cosa nascondeva Pearson prendendo pure il doppio di ciò che mi spettasse. 

Andai nello stanzino e inziai a cambiarmi. Dopo qualche minuto mi sentii osservata, mi girai ma non feci in tempo a riconoscere la persona che ormai se ne stava andando, vidi però un biglietto giallo, era più un post-it. Lo aprii, la scrittura sembrava familiare e improvvisamente mi sentii esattamente come sta mattina dopo quel sogno.

"Dovresti andartene da qui Lyn, H." Lyn era uno stupido soprannome che una volta qualcuno mi aveva affibbiato a Londra ma ad Atlanta non mi conosceva nessuno, o almeno così credevo.

Mi vennero di nuovo in mente gli occhi smeraldo, non riuscivo a smettere di pensarci erano un'ossessione.

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Hi readers, I'm back on track. Spero che la storia vi piacccia ancora

Kisses.

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